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Montella, stoccata alla Roma


«Ci tengo al gol, secondo me la palla sarebbe entrata comunque». Passano le stagioni, ma Vincenzo Montella resta sempre lo stesso. Il gol ce l'ha nel dna e averlo ritrovato dopo tanto tempo a Marassi con la maglia della Samp nonostante una deviazione probabilmente decisiva di Dessena, lo rende felice. Questa rete se la tiene ben stretta, come tutte le altre 138 segnate in Serie A, eppure con un po' di modestia continua a ripetere «Non ho mai guardato tanto i numeri». Possibile? La risposta ai dubbi la da lui stesso subito dopo: «anche se sono numeri importanti». In queste ultime parole c'è tutto Montella, quello che i tifosi romanisti hanno amato alla follia negli anni in giallorosso. Un "animale" da aria di rigore con un sinistro sopraffino. E di Roma Vincenzo è tornato a parlare al termine dalla vittoria della Samp sul Parma. Con un tono che definire polemico sarebbe eccessivo, ma che certamente lascia trasparire un po' di desiderio di rivalsa per quanto accaduto negli ultimi tempi nella Capitale. «La Sampdoria mi ha dato la possibilità di tornare a giocare con continuità, cosa che non mi dava purtroppo la Roma. Il modulo mi penalizzava, ma ho fatto bene anche a Roma quando me ne è stata data la possibilità...».Chiaro come l'aeroplanino non avrebbe mai voluta lasciare la maglia giallorossa. Con l'arrivo di Spalletti, quello che lo aveva lanciato ai massimi livelli, pensava di riprendersi tutto ciò che gli anni di Capello, passati in larga parte in panchina, gli avevano tolto. Poi però la Roma ha trovato la quadratura del cerchio, la soluzione dei suoi problemi con un modulo che Montella non lo poteva più prevedere. Davanti solo Totti, uno che lo scorso campionato di reti ne ha fatte 26, che quest'anno è già a quota 7. E allora la straordinaria capacità realizzativa di Montella non poteva che essere sacrificata. Lui ha scelto di ricominciare a segnare da Genova, dalla Samp e ieri è salito a quota 139 centri staccando Enrico Chiesa e assestandosi a 19 gol proprio da Francesco Totti, il suo compagno di tante stagioni. Ma Vincenzo è un agonista e allora anche al capitano una piccola stoccata la dà: «Ho staccato Chiesa e qui l'anagrafe mi avvantaggia, sono dietro a Totti, ma lui ha giocato più partite di me». Come a dire «Se mi avessero fatto scendere in campo più spesso i numeri sarebbero diversi». Invece non è stato così, colpa degli infortuni e soprattutto di quelle stagioni passate a guardare le partite dalla panchina. Totti e Montella, 297 gol in due. E Vincenzo, che è in blucerchiato solo in prestito, sarebbe ancora nostro. Ma ormai la Roma per lui è solo il passato.