C'è solo l'A.S.Roma!

Stavolta l'eroe è Vucinic: suo il gol vittoria


Roma nun fa la stupida stasera. Più che una canzone un monito per Totti e compagni. Dopo qualche recente passo falso, procurato da una difesa come al solito distratta, la partita con lo Sporting in Champions era di quelle da vincere.. Punto. Missone compiuta. Al termine di una partita sofferta. Finita 2-1. Gol di Juan rimontato da Liedson, poi rete decisiva di Vucinic. Tanta fatica colpa dei difetti classici dei giallorossi: molti sprechi, un errore difensivo. Pagato carissimo. Ma la banda Spalletti stasera ha dimostrato quel carattere che sabato contro il Napoli le era mancato: ha stretto i denti, quando tutto sembrava girare male (Totti costretto ad uscire infortunato - l'ultimo di una lista lunghissima -, una traversa scheggiata da Mexes, un palo colpito da Mancini su rigore), ed a portare a casa una vittoria strameritata. Ora la situazione nel gruppo F sembra delineata: Manchester padrone, a punteggio pieno, Roma seconda forza, proprio davanti allo Sporting Lisbona. È stata poi la grande serata di Vucinic: il montenegrino, che fin qui ci ha fatto tutti gridare al pippone clamoroso, si è trasformato da brutto anatroccolo in cigno. Incantando con un gol da stropicciarsi gli occhi. Ma sopratutto pesantissimo.
La Roma, che deve fare a meno anche di Perrotta, parte forte. Vuole esibire una dimostrazione di forza per dimostrare che i recenti impacci in campionato sono stati un infortunio occasionale. Mexes, criticato dopo il 4-4 col Napoli, si fa pericoloso su angolo da sinistra: il francese non trova il colpo di testa, poi di destro colpisce la parte alta della traversa. Sfortunato. Poi arriva il vantaggio: su angolo da sinistra calciato da Pizarro, Juan di testa trova il gol dell'1-0 giallorosso. Il centrale giallorosso si dimostra una volta di più insostituibile: baluardo e muro invalicabile dietro, gigante nelle proiezioni offensive. Alla fine risulta il migliore in campo. La partita sembra tutta in discesa per la banda Spalletti. Ma lo Sporting alla prima conclusione trova il gol del pareggio. Immediata replica allo svantaggio. L'1-1 arriva con un colpo di testa di Liedson, sul cross dalla destra di Abel. Difesa giallorossa non inappuntabile.La Roma reagisce al pari da belva ferita. D'istinto. D'orgoglio. Sfiora il nuovo vantaggio con un destro incrociato di Totti, lanciato da Mancini. La partita del Capitano però finisce già al 35°. Colpa di una botta alla caviglia destra patita (contrasto di Liedson) già al 6', in occasione di un calcio di punizione calciato dal numero 10 giallorosso. Il brasiliano era troppo vicino al pallone ed al momento del tiro si è lanciato addosso al pallone, con il Capitano che ha preso palla e gamba, rimettendoci. Colpa dell'arbitro, gravissima colpa, che non ha fatto indietreggiare Liedson prima di fischiare. Totti ha stretto i denti per un po', ma poi è stato costretto a lasciare il campo. Milan e derby sono fortemente a rischio.Dopo l'uscita del Capitano, viene fuori lo Sporting. Che ha giocatori abili nel palleggio e specializzati nelle triangolazioni palla a terra, come molte squadre portoghesi. Dopo 10' di apnea i giallorossi reagiscono, nel finale di tempo collezionano angoli in serie: lo Sporting è in affanno sui palloni alti, e Mexes e Juan cercano di approfittarne. Ma all'intervallo è 1-1.
Vucinic, subentrato a Totti, di mestiere a inizio ripresa guadagna un rigore, contrastato da due difensori portoghesi. Sul dischetto va Mancini. Che calcia in maniera angolata ma debole, Tiago para, aiutandosi anche con il palo alla sua destra. Roma ancora sprecona. Ancora poco fortunata. E che accusa il colpo. Mancini si deprime un po', e l'attacco giallorosso, senza Totti, si ritrova spuntato. Giuly è abulico, Vucinic più fumo che arrosto, come al suo solito. La Roma fa la partita, ma il ritmo è troppo basso, e sono pochissime le occasioni di superiorità numerica. Spalletti prova a mischiare le carte: Cassetti và terzino sinistro, con Tonetti esterno mancino alto. Mancini trasloca sulla fascia destra. Ma l'occasione più pericolosa la crea Izmailov con un destro dal limite: Doni, attento, respinge sul fondo.
E si fà dura. Perchè ai portoghesi il pari va benissimo, e fanno girare palla con buona proprietà tecnica. La Roma non riesce a cambiare marcia. Attacca, ma senza cambiare passo e ritmo. Il pubblico becca Mancini. Poi, al 69° succede quello che non ci saremmo aspettati: una magia di Vucinic, che finora sembrava un eterno incompiuto e che si trasforma dal peggior Musiello al miglior Van Basten, ci regala il successo. Il montenegrino se ne va sulla sinistra, dribbla due avversari, rientra sul destro e trova un tiro a rientrare sul palo lungo che vale il 2-1. Vucinic pazzo di gioia, Olimpico in delirio, Bruno Conti che schizza sul tartan ad abbracciare Mirko. La Roma tira un sospiro di sollievo. Nelle difficoltà ha reagito da grande squadra. Ora l'Europa è più in discesa.