C'è solo l'A.S.Roma!

Mancini, la Roma chiama Gilmar Veloz


L'operazione recupero di Mancini è cominciata con la lunga corsa di Juan subito dopo il rigore tirato addosso a Tiago e si completerà oggi, o al massimo domani, con un colloquio tra la società e il procuratore del giocatore, Gilmar Veloz, da cui potrebbe teoricamente scaturire anche quel rinnovo di contratto che allo stato delle cose era ritenuto improbabilissimo. Il rigore sbagliato e soprattutto i fischi della gente che Alessandro aveva sempre immaginato al suo fianco l'hanno un po' provato. Se ne sono accorti tutti - i tecnici, i compagni, i dirigenti - ed ognuno sta provando in queste ore a fare la sua parte. Ha cominciato Juan, sul campo, con un gesto sfuggito alle telecamere e quindi ignoto alla maggior parte dei tifosi della Roma, e che è stato particolarmente significativo sia per il legame che c'è tra i giocatori brasiliani sia per il carisma già acquisito dal difensore appena arrivato alla Roma. Mentre infatti Amantino si disperava appoggiato ai tabelloni pubblicitari per il rigore appena fallito e i giocatori giallorossi per evitare sgradite sorprese indietreggiavano sul campo per ridisporsi secondo sistema tattico, Juan percorreva il campo in senso opposto, raggiungendo l'area avversaria dopo essere partito dalla sua e andando a scuotere Mancini con un buffetto affettuoso. Poi, prima in panchina, quando è stato sostituito da Spalletti, poi negli spogliatoi al termine della partita, i compagni gli hanno suggerito di dimenticare presto l'episodio del rigore sbagliato (e relativi fischi) e di non dargli troppa importanza, con parole dolci e pacche sulle spalle.Poi è intervenuto Spalletti. Mercoledì mattina ha affrontato la squadra negli spogliatoi per il consueto discorso post partita, sfiorando l'argomento senza peraltro approfondirlo più del necessario. Ma ieri, giornata di riposo per la squadra, ci è tornato su con una dichiarazione assolutamente conciliante: «In generale una giornata storta può capitare a chiunque, ma secondo me Mancini non è andato così male. Tutti sappiamo qual è il valore del giocatore. E che si metta in discussione la sua qualità per una partita mi sembra un pochettino azzardato. E' chiaro che diventa una qualità importante per un giocatore come lui saper sommare quel pizzico di cattiveria agonistica in più alle sue caratteristiche». In pratica, Spalletti ha grande fiducia nel brasiliano come ha dimostrato nelle sue stagioni alla Roma e sin dai primi giorni, quando mostrò addirittura il suo stupore dopo averne valutato da vicino le qualità. E con lui Mancini è sempre stato un titolare indiscutibile, anche in questo inizio di stagione, nonostante l'arrivo di diverse alternative tecniche per la fascia. Ma ora gli chiede quel pizzico di convizione agonistica in più che potrebbe completarne la maturazione, a totale beneficio della Roma.L'operazione recupero potrebbe infine essere completata dalla società e in maniera anche clamorosa. Perché l'aria che tirava finora collocava la Sensi e Mancini su due sponde lontane e difficilmente conciliabili. In mezzo c'erano le incomprensioni per un ritocco all'ingaggio promesso due anni fa e mai ufficialmente riconosciuto e quelle per quell'accordo di rinnovo concordato e poi rinnegato poche settimane fa, a fine luglio, quando dopo un colloquio esplorativo tra Pradè e il procuratore del giocatore, Gilmar Veloz, fu direttamente Mancini a raggiungere l'intesa con Rosella Sensi per il rinnovo alle stesse condizioni di Mexes, 2,5 milioni all'anno più premi. Ma poi, sull'onda evidentemente del rilancio ventilato dal Lione (pronto ad offrirgli una cifra addirittura vicina ai 4 milioni di euro l'anno), alle parole non seguirono i fatti. Ecco perché continuava a tardare l'appuntamento tra Veloz e la società: nessuno voleva fare il passo di chiamare l'altro perché entrambi nutrivano reciproci motivi di risentimento. Ma adesso la società ritiene maturo il momento per una manifestazione anche concreta di vicinanza e quell'incontro finora rimandato potrebbe aver luogo già oggi. Se poi sarà semplicemente l'occasione per stringere un patto di non belligeranza rimandando ogni intesa a momenti migliori o per raggiungere un accordo definitivo per il rinnovo che faccia tutti contenti non si può ancora sapere. Ancora per poco.