C'è solo l'A.S.Roma!

Non c'è niente di più bello!


UN... DUE... TRE!!!«Segnare al derby è bellissimo». Parole vere in assoluto. Ancora di più se i protagonisti della vittoria sono proprio i giocatori più discussi di inizio stagione. Vucinic, Mancini e Perrotta. Ovvero l'attaccante che non segnava mai, il brasiliano che si era fermato a Lione e il trequartista con i piedi "spigolosi " che non trovava la porta. E invece loro hanno spazzato via la Lazio: Bum, bum e ancora bum. Un tris da sogno, come quello di Mirko Vucinic, al terzo gol in otto giorni «Che bello il gol derby». In molti avevamo pensato e detto che non era da Roma, che non aveva carattere. Più la gente allo stadio vedeva che era stanco e più lui correva. Più ripetevano che era cotto di stanchezza e più ringhiava sull'avversario. Eccolo il nuovo Mirko, quello aspettato per un anno e mezzo e che è sbocciato tutto insieme, all'improvviso. Quella di ieri sera era la prova del nove e lui si è divorato la Lazio. Un gol sfiorato («Lì ho sbagliato. Dovevo incrociare, e invece ho tirato sul primo palo. E' stato bravo Ballotta, molto meno bravo io, anzi sono stato scandaloso»), un assist, decine di giocate preziose, stop deliziosi, sponde. Una meraviglia. E poi quel gol, di un'importanza fuori dal comune, quando la Roma cominciava a vedere i fantasmi. «Segnare al derby è bellissimo. Un'emozione unica spero di vincerne tanti altri» ha detto a fine partita con una dedica da romanista vero: «Questa vittoria è per Giorgio Rossi che ha compiuto gli anni. Tutti i successi sono importanti, ma quelli nel derby secondo me valgono di più. E' stata una partita "molto difficilissima" loro non avevano niente da perdere, noi invece sì. Dovevamo rimanere in scia scudetto. Speriamo di continuare così».E' questo il nuovo Vucinic: umiltà e grinta, fredezza e istinto. Quell'istinto che lo ha fatto schizzare come una molla dopo il pareggio. Una corsa verso la Tevere, a cercare la sua gente, i romanisti. «Se segno al derby impazzisco» aveva detto alla vigilia. E allora chissenefrega se è arrivata l'ammonizione per essersi tolto la maglia. Spalletti, dal suo punto di vista, ha fatto bene ad arrabbiarsi, ma chi glielo dice a uno che questo momento lo aspettava da chissà quanto che doveva controllarsi! La Roma ha vinto il derby e allora va bene tutto. E lo sa anche lui, il Van Basten del Montenegro (è stato Tonetto, uno di quelli che lo conosce meglio, a paragonarlo al cigno di Utrecht) che quel gol ha avuto senso solo al fischio finale: «L'importante era vincere. Non sono stato io da solo a far vincere i miei compagni nelle ultime partite. Se non ci fossero stati i miei compagni, non avremmo potuto fare nulla». Fa bene Vucinic a mantenere l'umiltà che gli ha permesso di arrivare dove è arrivato ora. Ma intanto la Roma e i romanisti si godono un giocatore super. Uno al quale i gol facili non piacciono, come quello solo davanti a Dida a San Siro, come l'occasione di ieri calciata addosso a Ballotta. Poi però è arrivato il tocco vincente. E da lì è iniziata la sua cavalcata, una spina continua nel fianco della Lazio. E ora? Adesso chi lo toglie un giocatore così?Spalletti ci sta già pensando a far convivere Vucinic e Totti. Fino a domenica Mirko aveva detto che sperava nel rientro del Capitano nel derby, lui era pronto a farsi da parte. Adesso però ci ha preso gusto: «Dove gioco quando rientra Francesco? Non so dovete chiedere al mister, starà a lui decidere». Felice Vucinic, addirittura raggiante Mancini. Non ha voluto parlare, è scappato via, ma la sua faccia sorridente valeva più di mille parole. E quel sorriso che andrà avanti per settimane in tutta la città era stampato anche sul volto di Simone Perrotta. Quello dei gol mancati. Si è rifatto con gli interessi. Un "sombrero" a Ballotta e via col tango: «Sono soddisfatto, credo che si veda già dal sorriso. Abbiamo fatto una grande partita, con tutto che nel finale abbiamo sofferto. Forse non siamo partiti benissimo, all'inizio erano andati meglio loro, ma lo svantaggio ci ha svegliato. Il momento peggiore è stato il gol di Ledesma, che ci ha spaventato, anche perché fisicamente non eravamo al meglio. Paradossalmente in quel momento la Lazio stava meglio di noi, con tutto che stavamo sopra di un gol: il 3-2 di Ledesma gli ha dato grande entusiasmo. È andata bene, siamo contenti. Il gol è stata una grande emozione, francamente non sapevo neppure dove andare ad esultare. Sinceramente non sto benissimo: ho saltato più di un allenamento, non sono al 100%, ma giocando non posso che migliorare. E se faccio gol è ancora meglio». Poi, dopo le critiche per le dichiarazioni arrendevoli sulla lotta per lo scudetto, lancia la sfida all'Inter: «Le altre hanno vinto tutte, sarà un campionato avvincente, di certo non finirà come l'anno scorso. Questa vittoria ci dà grande euforia, ma bisogna vincere già da domenica sennò si torna subito indietro». A domenica, all'Empoli, i giocatori ci pensano da subito. I romanisti no. Per i tifosi la festa è appena iniziata.