C'è solo l'A.S.Roma!

Una squadra che non vuole guarire dai propri vizi


Non c'è medicina che possa curare i mali di questa Roma. Neanche l'entusiasmo suscitato dalla vittoria nel derby ha guarito i giallorossi dall'ormai cronica consuetudine di gettare nella spazzatura una quantità industriale di punti. L'ennesima prova di mancata maturità arriva nella trasferta che per Spalletti coincide con un ritorno a casa che più amaro non si può. Il 2-2 di Empoli sarà rimpianto a lungo da tutto l'ambiente, in cima a un match che ha messo in luce le stridenti contraddizioni di una squadra assolutamente non ancora pronta a lottare per il vertice. La solita, puntuale raffica di palle gol fallite abbinata a un'imbarazzante insicurezza in difesa.Nel tiepido pomeriggio del Castellani, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla rimonta empolese dopo un primo tempo pressochè perfetto degli uomini di Spalletti. Mancini, corroborato dalla fascia di capitano indossata per l'occasione, è in giornata di grazia e regala spunti di classe pura mandando ai pazzi il povero Raggi. Da uno scambio stretto con Pizarro nasce il vantaggio siglato da un infido rasoterra di Giuly. L'Empoli in stato confusionale pare la classica vittima da sacrificare sull'altare dello spettacolo fornito dalla premiata ditta spallettiana. E il raddoppio è un regalo all'estetica: slalom ubriacante di Mancini sulla banda sinistra, cross pennellato e Brighi irrompe di testa infilando alle spalle di Bassi.La Roma lascia il suo volto migliore negli spogliatoi e al rientro in campo si vede un'altra partita, complice l'assurda sostituzione di Spalletti di Giuly con Tonetto che era un chiaro invito ad indietreggiare. I ragazzi di Cagni avvertono fin da subito la sensazione di poter centrare l'impresa e dalle parti di Doni si comincia a tremare. Chance importanti per Pozzi e Saudati, ma è Vannucchi a rimescolare le carte con una fiondata dai venti metri che lascia di stucco Doni. L'Empoli chiude all'angolo la Roma, Juan e Ferrari salvano due volte a un passo dalla linea di porta; in contropiede la Roma spreca però l'impossibile. Ed è il grande protagonista dell'ultima settimana, Mirko Vucinic, a tradire le attese. Sono almeno tre le clamorose occasioni fallite dal montenegrino, con il pallone solo da spingere in porta.La beffa firmata da una punizione non irresistibile di Giovinco, traversone che si insacca con la complicità di Doni proprio al novantunesimo, è la più giusta e severa punizione per una squadra che non vuole guarire dai propri vizi. E così, addio sogni di gloria ed attenzione pure al quarto posto, perchè la Fiorentina c'è ed è squadra vera che se deve vincere 1-0 sul campo di una piccola, ci vince.