C'è solo l'A.S.Roma!

Lo scudetto si vince con le piccole, ma si perde pure con le piccole!


Il suicidio della Roma, con relativo abbandono delle primissime posizioni della classifica con quel che ne consegue quanto ad entusiasmo, convinzione, autostima, tutti fattori fondamentali per una squadra che si muove in un ambiente così passionale, si è consumato nei venti minuti finali di una sfida fino a quel momento ben giocata e virtualmente già vinta. E invece alla fine l'Empoli rimonta il doppio vantaggio di Giuly e Brighi, con due prodezze di Vannucchi e Giovinco, quest'ultima su punizione che l'arbitro non aveva ravvisato e che invece è stata decisa, tra le proteste dei giocatori romanisti, dall'assistente Lanciano, e la Roma torna ad interrogarsi su un tabù antico e logorante, come dimostra l'indegna gazzarra finale provocata dal presidente dell'Empoli Corsi e dai suoi maleducati compagni di tribuna, e soprattutto sul suo male antico, quell'incapacità di chiudere le partite contro le piccole che già lo scorso anno frenò la sua rincorsa all'Inter e che invece adesso sembrava un problema risolto. Invece nel momento meno adatto e soprattutto contro un avversario più debole e ormai al tappeto, la Roma s'è chiusa in se stessa, Spalletti ha richiamato la squadra in difesa, confermando quanto da tempo va predicando e cioè che questa squadra deve essere più rozza e sbrigativa e meno "bella e inutile". Ma neanche così i conti tornano, tanto per riprendere quel penoso rimprovero di Corsi negli spogliatoi. Perché Vucinic ha sprecato senza ritegno tutto quel che è stato costruito e dietro si è subito troppo, fino all'inevitabile patatrac.