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Tempestilli a Corsi: "Sei un uomo di merda!"


Un accenno di rissa, un campionario di insulti in parte irriferibili, in parte miserabili, uno strascico in procura federale (il cui intervento è stato immediatamente attivato dal procuratore Palazzi che ha visto le immagini in tv) che potrebbe avere conseguenze per i dirigenti, difficilmente squalifiche, più probabilmente multe pecuniarie. La rimonta dell'Empoli ha scatenato la maleducazione dell'entourage del presidente dei toscani Fabrizio Corsi e la reazione dei dirigenti romanisti Bruno Conti, Tonino Tempestilli e Daniele Pradè, con gli inserimenti di Spalletti e il balletto di dichiarazioni finali dei protagonisti nelle varie televisioni che ad ogni intervista riattizzava il fuoco della polemica. Ed è stato un triste deja vu, dopo quanto s'è visto già lo scorso anno, protagonisti allora Panucci e lo stesso Corsi, che, evidentemente, come hanno detto tutti i protagonisti romanisti, per la Roma (e per il suo ex allenatore Spalletti) prova un rancore che esplode nei momenti di tensione.Ieri è successo tutto tra il primo e il secondo gol dell'Empoli, con i gestacci (le "corna") e qualche parolina di troppo («romani di merda») detta dagli amici di Corsi in direzione dei dirigenti romanisti. Dopo il 2-2 Tempestilli ha lasciato la tribuna per non rispondere ad ulteriori provocazioni, ricordando al presidente empolese i suoi doveri d'ospitalità. Per tutta risposta Corsi gli ha risposto più o meno con queste parole: «Voi pensate ai tifosi vostri che io penso ai miei». Tonino ha reagito, sono volati altri insulti, il dirigente romanista ha cercato lo scontro con uno degli amici di Corsi, invitandolo ad accompagnarlo fuori, poi sono intervenuti gli inservienti e sono andati tutti negli spogliatoi, dove si sperava che la tensione potesse essere allentata. Invece giù, davanti agli spogliatoi, e proseguita e ha vissuto nuovi picchi, con insulti e altri tentativi di scontro. Nella discussione a dar manforte a Tempestilli è intervenuto anche Bruno Conti, finché non sono stati accompagnati di nuovo in campo proprio per evitare altri rischi di contatto. Ma quando poi nelle interviste sono stati chiesti i commenti all'accaduto il fuoco è stato riattizzato. Ha cominciato Spalletti: «Corsi lo conosco, viene nello spogliatoio e fa sempre le ripicche, come i bambini piccoli, Conti giustamente gli ha risposto. Ora visto che lo conosciamo è giusto che glielo diciamo». Poi è arrivato Corsi a precisare: «Tempestilli si è lamentato dei nostri tifosi e io gli ho detto di stare calmo. L'ho detto anche ai nostri tifosi. Poi, negli spogliatoi, dopo che i dirigenti della Roma mi hanno ricoperto di insulti, io gli ho risposto». La questione sembrava finalmente potersi ricomporre. Invece Corsi ha avuto un'altra uscita discutibile, con l'inviato de La7: «Quando arrivano qui e non fanno risultato pieno accade sempre questo. Capisco che siamo in campagna, ma di fronte a un dirigente di una società ci vorrebbe più rispetto. E poi è inutile che vengano qui a Empoli a fare la grande società quando hanno lasciato "chiodi" in giro». In dialetto toscano, i "chiodi" sono i debiti. Così, dopo un rapido giro di verifiche è venuto fuori che il riferimento di Corsi era ad un acquisto di giacconi di pelle nell'azienda di famiglia gestita da Giacomo Corsi, fratello di Fabrizio, fatto da non meglio precisati tesserati romanisti qualche anno fa e secondo lui non ancora saldato. Una vicenda penosa, dunque, e secondo i dirigenti romanisti non vera. Quando è stato informato Tempestilli s'è nuovamente scagliato contro Corsi: «Sei un uomo di merda, dì la verità su quell'assegno».E mentre i due collaboratori della Procura federale a quel punto convocavano in un ufficio dello stadio Castellani i protagonisti della vicenda (il presidente Corsi, il collaboratore dell'Empoli Lodi che s'era ritrovato in mezzo alla lite, il direttore organizzativo della Roma Tonino Tempestilli) il ds della Roma Daniele Pradè raggiungeva la sala-stampa per chiarire alcuni termini della questione: «Altre volte il presidente dell'Empoli Corsi s'è comportato in questo modo. Se ha del rancore con Spalletti e Daniele Baldini non può riversarlo sulla Roma». E quel riferimento a presunti conti non pagati? «Non può prendersela certo con noi. Tempestilli e Batistuta effettivamente acquistarono dei capi presso l'azienda della famiglia Corsi, ma Tonino saldò la sua parte, con un assegno di 800 euro. Se poi Batistuta non ha saldato la sua parte noi che c'entriamo?». Amara la sua morale: «I dirigenti per primi dovrebbero dare l'esempio di equilibrio di fronte ai propri tifosi. E invece ho assistito a scene e ho sentito parole che non hanno niente a che vedere con la lealtà e la sportività. Tra l'altro non è la prima volta qui a Empoli. Noi da tre anni a questa parte abbiamo deciso di mantenere un profilo di correttezza e sportività e intendiamo proseguire così». Il fascicolo dell'indagine finirà sul tavolo di Stefano Palazzi, procuratore federale, che poi deciderà se aprire un'inchiesta su questa vicenda.