C'è solo l'A.S.Roma!

Ricordi e aneddoti di chi lo ha conosciuto


La notizia ha sorpreso pochi ma addolorato tutti. Si sapeva che le condizioni di salute di Nils Liedholm da tempo non erano buone, ma nonostante tutto la fitta al cuore di ogni tifoso romanista si è sentita eccome. «Avevamo stretto una bella amicizia - dice Lino Banfi - Pensa che è stato proprio lui a darmi l'idea di fare L'Allenatore nel Pallone. Era un periodo che ci incontravamo tutti i lunedì in aereo mentre andavamo a Milano, e lui, dicendomi che si divertiva molto a sentirmi parlare barese, mi chiese se conoscevo Oronzo Pugliese. Io gli dissi di no e lui cominciò a descrivermelo come un personaggio curioso e divertente, e mi disse che poteva essere un soggetto per fare un film comico sul calcio.Gli strappai la promessa che qualora lo avessi scritto lui in qualche modo avrebbe partecipato. E così avvenne, come tutti sapete». Una persona fantastica, insomma. «Sì, oltre ad essere stato uno degli allenatori più bravi che ha avuto il nostro calcio. La sua Roma andava che era una meraviglia e se dico che Spalletti oggi è un suo allievo penso di fare un complimento al tecnico toscano». Poi, ecco subito un altro aneddoto: «Mi ha sempre promesso il suo buon vino, ma non ci fu mai occasione di averlo… Oggi per me è un giorno triste!». «Che notizia brutta che mi dai - dice Claudio Amendola - Una grave perdita per il calcio italiano. Il mio ricordo è quello da tifoso. Era la Roma dei miei vent'anni. Liedholm ha scritto una delle pagine più importanti della storia della Roma. È stato l'allenatore che ci ha regalato una Roma vincente e convincente, bella da vedere e cinica al punto giusto. Ci ha fatto vivere dei momenti meravigliosi. Ci ha insegnato il modo migliore di vivere il calcio, sdrammatizzandolo, trattandolo con il giusto distacco.Ce ne vorrebbe oggi di gente come lui. Era l'immagine di un calcio sereno, divertente, ma allo stesso tempo vincente. Un personaggio che ha dimostrato grande attaccamento alla nostra maglia. Uno che non si è mai tirato indietro nemmeno nel momento di bisogno da parte nostra. Ci ha fatto sentire ancora più orgogliosi di essere romanisti». Tanti ricordi, anche per Amendola. Ma su tutti uno: «Beh, come non avere in mente quell'abbraccio di Genova? Centinaia di ragazzi intorno a lui, ma idealmente c'era tutta Roma».Passano le ore e la notizia fa il giro della città. Eppure tanti tifosi, nel tardo pomeriggio, non sanno ancora nulla. «Nooo! - esclama Gigi Proietti - Sto in viaggio e non ne so nulla. Stava male? Mi dispiace molto. Una volta mi è stato presentato. Mia moglie è svedese e fu tanto tempo fa in una serata organizzata dalla loro ambasciata. Mi ricordo questa figura seria ed elegante, ma mi sorprese il fatto che notai che sotto la giacca aveva diversi amuleti. Da un nordico come lui non me lo sarei mai aspettato. E invece dimostrò di aver subito appreso la scaramanzia tutta italiana». Tante le emozioni giallorosse: «È stato senza dubbio uno dei più grandi. Considerato da tutti come un maestro, è stato un innovatore del gioco a livello di tattica ma anche di disciplina. Un gran bel signore. Uno che sapeva fare bene il suo mestiere». Anche Lando Fiorini esprime tanta tristezza nell'apprendere la notizia: «Ho un gran bel ricordo del barone - ci dice al telefono - Insieme a Dino Viola venne al Puff in occasione del Cuore d'Oro, un riconoscimento che venne dato al presidente della Roma. Mi venne presentato e subito mi diede l'impressione di una persona che preferiva i fatti alle parole. Il ricordo da romanista? È stato l'uomo che ci ha fatto assaporare il gusto della vittoria dopo tanto tempo. Come fai a dimenticare uno come lui?».