C'è solo l'A.S.Roma!

Galera per un assassino e dimissioni per 4 pupazzi che comandano.


Oggi pomeriggio alla fine sono uscito da casa, insieme a mia moglie, ed ho lasciato con disgusto quel che stavo sentendo in televisione e le notizie che arrivavano man mano sulla morte del povero Gabriele per opera di un poliziotto assassino. Si, perchè diciamolo a chiare note, non sapremo il nome del poliziotto che ha sparato ma sappiamo che è un assassino, ed è giusto quindi chiamarlo con il suo nome.Non ci venite a raccontare ora la solita storia che per 1.200 euro al mese questi ragazzi si rischiano la vita. Nessuno ha chiesto loro di fare i poliziotti, ma questo mestiere l'hanno intrapreso per una loro volontà. Quello che è successo oggi a Badia al Pino è qualcosa di folle, che nulla ha a che fare con il calcio e con il poliziotto che rischia la vita per uno stipendio da fame. Oggi c'è stato un idiota in divisa che ha sparato ad altezza d'uomo dall'altra carreggiata di un'autostrada su un'auto che stava lasciando l'area di servizio dalla parte opposta a lui. Punto. E quindi per questa merda d'uomo ci vuole la galera, quella vera, l'ergastolo puro e duro, come ci vuole la galera per i teppisti che distruggono gli stadi e le loro zone limitrofe, o per chi ha ucciso l'ispettore Raciti a febbraio (semmai ne venissero accertate le responsabilità).A Roma c'è una famiglia, quella di Gabriele Sandri, che non riesce a darsi una spiegazione plausibile, perché oggettivamente non c’è, del perché il loro figlio sia uscito da casa (anzi, sia partito direttamente dal lavoro perchè il ragazzo aveva lavorato tutta la notte) per andarsi a divertire con gli amici e non vi farà più ritorno. Quello che è successo a questo sfortunato ragazzo laziale avrebbe potuto accadere a ciascuno di noi in una delle tante di trasferte alle quali abbiamo partecipato, prendendo una macchina e partendo con quattro amici.Abbiamo dovuto attendere la Domenica Sportiva per sentire le prime parole sensate da stamattina ed a pronunciarle è stato Fulvio Collovati. Tutta la giornata è stata spesa dalle istituzioni e dalla comunicazione nella ricerca spasmodica di confezionare un involucro credibile a questa sciagura che ha una dinamica fin troppo semplice ed un alibi credibile ad un uomo che nella vita tutto doveva fare tranne che il poliziotto.C’è stato chi ha sparato e c’è stato chi è stato colpito e ucciso. Inutili le dietrologie e le fantastiche interpretazioni.C’era, e c’è tutt’ora, un modo molto semplice di stroncare sul nascere quella spirale che invece si è alimentata in un crescendo di risposte sbagliate a situazioni sbagliate nelle quali, ed anche in questo è necessario essere molto netti, molti mestatori di professione che albergano tra gli pseudo-tifosi, hanno trovato le motivazioni per scatenare le usuali scene di guerriglia urbana. A Milano, come a Bergamo e come poi a Roma stasera.La giornata di campionato doveva essere sospesa, così come è accaduto dopo la morte del povero Raciti, e il responsabile dell’omicidio doveva essere arrestato, con tanto di conferenza stampa del Questore di Arezzo che invece di fornire un alibi all'assassino, avrebbe dovuto fornirne nome e cognome e comunicare il suo arresto. Si è invece preferito buttarla in caciara, sport in cui si eccelle in Italia anche ai massimi livelli, alimentando il sospetto di una verità e di una giustizia che corre su un doppio binario: cieca e inflessibile, se si sta da una parte dalla parte degli ultras, e benevola e soccorrevole se si sta dall’altra parte, quelle delle forze dell'ordine.In altri paesi, dove sono accadute disgrazie simili e con pressioni assai più gravi come quelle del terrorismo fondamentalista, i responsabili delle forze dell’ordine hanno assunto le responsabilità del caso arrivando anche al gesto estremo, simbolicamente ineccepibile, delle dimissioni.Questo sarebbe dovuto accadere oggi se fossimo stati in un paese civile: dimissioni in blocco del Ministro degli Interni, del Capo della Polizia e del Questore di Arezzo, oltre a quelle, magari, del Presidente della FIGC. Questi 4 pupazzi oggi hanno fatto tutto il possibile per far scoccare la guerriglia urbana in più città, rischiando di provocare stragi su stragi, fregandosene di tutto e tutti. Quando morì l'ispettore Raciti, dopo mezz'ora sapevamo già tutto, perchè avevano dato la notizia a tutti i TG. Oggi, visto che è morto un semplice tifoso, si è pensato bene di dare la notizia dopo quasi 4 ore, affermando all'inizio che probabilmente, l'omicida era un tifoso avversario, uno juventino del sud che andava a Parma a seguire la sua squadra con la pistola. Quindi, questi 4 pupazzi hanno preso la decisione di far giocare tutte le gare di campionato, tranne Inter-Lazio, fornendo così un assist incredibile a tutti quelli che non vedevano l'ora di "regolare" vecchi conti in sospeso con le Forze dell'Ordine. Bergamo, Milano e Taranto erano l'apice di un clima di tensione che sfociava in violenza, ma anche negli altri stadi d'Italia, le curve e gli ultras protestavano a loro modo, togliendo striscioni e urlando slogan contro la Polizia. La chicca finale poi, è stata la decisione su Roma-Cagliari, quando alle 18 è stato deciso di non giocare, ma la Polizia era già allo stadio pronta al servizio ed i tifosi della Roma si erano già congiunti con quelli della Lazio, pronti alla guerra urbana. Magari, se questi 4 geni avessero deciso di non far giocare le partite di campionato, avremmo avuto molti meno episodi di guerriglia urbana che abbiamo avuto. Molti meno, perchè tutti a Roma, almeno chi ha frequentato una delle due curve, sapevamo già all'ora di pranzo che stasera sarebbe successo qualcosa di grave, perchè romanisti e laziali si sarebbero schierati insieme. Un mio amico che abita nei pressi dell'Olimpico, poco prima delle 18 mi ha telefonato, dicendomi di vedere movimenti strani, quei movimenti che con il passare degli anni di stadio, abbiamo imparato a conoscere ed a capire a dove avrebbero portato. La guerriglia urbana che è accaduta stasera a Roma, l'avrebbe predetta anche un bambino di 6 anni, ma questi geni no!Ma si tranquillizzino lor signori, i signori Amato, Manganelli, Giacobbe e Abete. Sappiamo bene che non accadrà mai che avranno le palle di presentare le loro dimissioni, come sappiamo bene che al poliziotto assassino daranno una pacca sulla spalla raccomandandosi di non farlo più. Almeno in questo, nel nostro paese, non si invecchia invano. Si giungerà invece, vedrete, molto rapidamente alla proibizione delle trasferte senza che i vari Melandri, Amato e compagnia, siano riusciti a tirar fuori neanche una lezioncina piccina piccina da questo infinito giro di vite che oramai ha smembrato il pallone nostrano. Il male per loro è altro, alberga solo da una parte dello stadio (nelle curve), e solo da una parte del tessuto sociale (nei cittadini tifosi). La cosa che indigna di più è sapere già che anche quella di Gabriele sarà l’ennesima morte senza senso di uno stato che, come diceva Fabrizio de Andrè in una celebre canzone: "si costerna, si indigna, si impegna e poi getta la spugna con gran dignità!"Ma perchè, come ci siamo indignati quando a febbraio venne ucciso l'ispettore Raciti (ma ricordo ancora che le responsabilità del presunto colpevole arrestato sono ancora tutte da accertare), oggi c'è da indignarsi maggiormente su quello che è accaduto?Riepilogo i fatti, citando la fonte della Questura di Arezzo: nell'area di servizio di Badia al Pino, verso le 9 del mattino, si sono incrociate due vetture, forse tre, una con dei tifosi della Lazio che andavano a Milano, l'altra con dei tifosi juventini di Napoli che andavano a Parma (la terza non si sà quindi...). Sono volate parole grosse, insulti, poi, sembra, siano passati alle vie di fatto. Nell'area di servizio della carreggiata opposta, c'era una pattuglia della Polizia Stradale che stava controllando delle persone, ed attirati dalle urla, i poliziotti si sono avvicinati alla carreggiata, azionando le sirene ed urlando ai tifosi di smetterla. Uno dei poliziotti, al fine di indurre a desistere i partecipanti alla rissa, esplodeva due colpi con l'arma d'ordinanza, uno dei quali infrangeva il deflettore posteriore dell'auto dei tifosi laziali che stava lasciando l'area di servizio e colpiva Gabriele Sandri al collo. Ora, rileggete bene le righe che avete appena letto e capirete che ci sono delle grosse incongruenze e contraddizioni su quanto dichiarato su questa che è la versione ufficiale della Questura di Arezzo. Se il poliziotto voleva far desistere i partecipanti della rissa con la pensata geniale di sparare ad altezza d'uomo, ed ha colpito la vettura dei tifosi che stava lasciando l'area di servizio, dov'era la rissa? Dov'era l'altro gruppo di tifosi di opposta fazione? Che l'auto stava lasciando l'area di servizio ne è la prova che poi, il ragazzo che era alla guida ha guidato, terrorizzato, fino al successivo casello di Arezzo, dove poi sono stati chiesti i soccorsi, ma inutilmente. La verità è che oggi, come ha detto il legale della famiglia Sandri, è stato commesso un omicidio volontario, e per di più, per mano di un agente di polizia, cioè da coloro che dovrebbero tutelare i cittadini. Ma pensate voi se il colpo di pistola, che ha quindi attraversato le due carreggiate dell'A1, avesse colpito una delle auto in marcia sull'autostrada, magari proprio il conducente di un auto in marcia sull'A1 in quel momento. Pensate ad un auto impazzita senza più il conducente che si andava a schiantare su chissà quante altre auto in marcia. Vi rendete conto di cosa ha fatto questo celebroleso in divisa e di cosa avrebbe potuto causare di ancora più grave, magari causandone 5 o 6 di morti?Ma questo è un paese dove zingari, rom e rumeri che commettono i crimini più efferati non vanno in galera o se ci vanno, vengono messi fuori da un indulto di un ministro pseudo-sinistroide, figuriamoci quindi se manderanno in galera un poliziotto assassino al quale stamattina alle 9 gli è andato in pappa il cervello ed ha voluto fare lo sceriffo con i cattivi...