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Lacrime, fiori, sciarpe. E rabbia


da Il Romanista
Il sangue della stazione di servizio di Badia al Pino, la rabbia che si è scatenata al Foro Italico, gli interrogativi, le ricostruzioni, le lacrime. Tante. In attesa dei funerali di domani alla parrocchia San Pio X, alla Balduina in occasione dei quali sarà lutto cittadino (il Consiglio Comunale lo ha votato ieri all'unanimità) oggi è il giorno del dolore. Parenti, amici e semplici cittadini potranno dare l'ultimo saluto alla salma di Gabriele Sandri dalle 10.30 alla Sala Santa Rita a piazza Campitelli. Il sindaco Veltroni, d'intesa con la famiglia Sandri, ha dato incarico di procedere all'allestimento della camera ardente. «Sono venuto qui a portare le condoglianze del sindaco Walter Veltroni che ha telefonato da Auschwitz alla signora per esprimere il cordoglio che è di tutta la città di Roma», ha detto il capo della segreteria del sindaco Walter Verini. Ieri Cristiano, il fratello di Gabriele Sandri,è andato ad Arezzo per il riconoscimento ufficiale del cadavere. Ed è stato chiaro: «C'è il dolore mio e della mia famiglia. Cerchiamo di evitare strumentalizzazioni. Non voglio commentare gli scontri, che non c'entrano nulla con la morte di mio fratello». Partirà sempre domani da via Friggeri alle 17 una fiaccolata in ricordo di Gabriele che percorrerà le strade della Balduina. Ad organizzarla i commercianti della zona. «È un'iniziativa che sentiamo di fare per essere vicini alla famiglia - ha detto la proprietaria del negozio accanto a quello dei Sandri - conosco il papà di Gabriele da 40 anni e lui l'ho visto crescere. Era un ragazzo solare, non doveva morire così».
FIORI E RABBIA Intanto per tutta la giornata di ieri è stato un viavai di amici nei luoghi di Gabriele. Tanti. Con i volti rigati dalle lacrime proprio davanti al negozio d'abbigliamento Harrison della famiglia Sandri, in via Friggeri. Nascosti dietro gli occhiali da sole sono arrivati per portare in silenzio mazzi di fiori al loro Gabbo. Un mare di petali e sciarpe della Lazio che hanno coperto completamente le vetrine del negozio. Su ogni fascio un messaggio: "Ciao Gabry riposa in pace", "Rimarrai sempre nei nostri cuori", ma anche "Onore al camerata ucciso dai servi dello stato". Loro, i ragazzi, si fermano qualche minuto e vanno via. Intorno al negozio gli adulti. «Andava allo stadio con mio figlio - ha raccontato un abitante della zona - quello che è successo è assurdo». Gli fa eco una signora che abita a pochi metri dal negozio. «La verità deve ancora saltare fuori: quello che si è saputo finora è poco credibile». Sul quel negozio, chiuso per lutto, un foglio bianco scritto al computer e attaccato con lo scotch. Poche parole per esprimere una rabbia che non conosce misura: «Ieri un bastardo schifoso ha assasinato - si legge letteralmente nel messaggio - mio figlio che tu sia maledetto per sempre». Un cartello duro di rabbia che, alle 13, Michele, un amico di Cristiano Sandri ha provveduto a togliere: «Chi è che mette queste senza il permesso della famiglia? Sono amico da 16 anni di Cristiano, il fratello di Gabriele, e ci ho appena parlato. Sono corso qui appena ho saputo del cartello esposto sulla vetrina del negozio. Ero a casa con la madre di Gabriele. Mi chiedo come potrebbe mai una famiglia distrutta dal dolore scrivere al computer una cosa del genere». Lo stesso Michele ha spiegato che «la famiglia chiede quello che chiedono tutti gli italiani: che salti fuori la verità e che in questo paese venga fatta per una volta giustizia. Abbiamo giocato insieme a calciotto la scorsa settimana - racconta dell'ultimo momento con Gabriele - ha fatto un eurogol». Nel frattempo quel cartello ricompare nel tardo pomeriggio. Senza quell'errore, con la stessa carica di durezza e con una precisazione: «La famiglia di Gabriele sono io - ha detto una delle due donne che l'hanno riaffisso alla vetrina, presentandosi come la compagna del padre - mi ha chiamato Giorgio da Arezzo per dirmi di rimetterlo». Il cartello poi viene ritolto.