C'è solo l'A.S.Roma!

L'Italia governata da un branco di idoti!


Diaro minimo di un paese che sta affondando, dove quattro  pupazzi governano il calcio pensando ai titoli dei telegiornali. Un bello slogan e passa la paura.Partiamo da ieri: i presidenti del calcio si riuniscono in un albergone di Roma e ne escono dopo alcune ore felici per essersi accordati su una mossa straordinaria: «Fuori i teppisti delle curve». Ah sì? Perchè prima c'era qualcuno che diceva: dentro i teppisti nelle curve? I teppisti, se delinquono e vengono condannati, non dovrebbero stare solo fuori dalle curve, ma in galera. Altrimenti, di cosa parliamo? L'altra sera a Matrix Enrico Mentana ha riempito di lodi il presidente dell'Atalanta Ruggeri, capofila di questa rivolta. Ma qualcuno sa spiegare in cosa consiste concretamente? Già oggi non serve un processo, ma è sufficiente un provvedimento del Questore per tenere lontano dagli stadi fino a 5 anni chi è ritenuto pericoloso per il suo comportamento. Si chiama D.A.SPO. ed esiste dal 1989: ma non è che abbia prodotto grandi risultati. Eppure con i biglietti nominali e i tornelli agli ingressi degli stadi, chi è sottoposto a un Daspo non entra. Come si pensa invece di impedire l'ingresso agli altri? E con quali criteri? Chi ha i capelli corti, il giubbotto jeans? O chi fa il dj?«Fuori i teppisti» è un bello slogan ma non vuol dire nulla, serve solo a lavare la cattiva coscienza di chi fino ad oggi se ne è fregato di chi frequentava gli stadi: guardava soltanto gli incassi, meglio se della tv. Quando morì Raciti e venne approvato il decreto Amato-Melandri, il presidente della commissione cultura della Camera era riuscito a far approvare un articoletto che obbliga le società di calcio a far entrare gratis i bambini sotto i 14 anni ad almeno la metà delle manifestazioni sportive annue. Ricordate la reazione di Matarrese e di quasi tutti i presidenti? Fù un bel "Ecchissenefrega! Tanto non ci sono sanzioni se non lo facciamo quindi amen."Ieri in quell'albergone erano tutti a riempirsi la bocca sapete di cosa? Di bambini allo stadio! Ora vogliono i bimbi allo stadio! Ma portateci i vostri di bambini in questi stadi orrendi e malfrequentati!E poi la chicca sulle altre chicche: ieri l'Osservatorio del Viminale si è riunito e come previsto hanno vietato le trasferte a una quindicina di tifoserie. E' un bel titolo: i violenti a casa. Ma è fasullo. Lo sanno tutti che si tratta di una misura inefficace. A Inter-Napoli, c'erano migliaia di napoletani sparsi nei vari settori di San Siro nonostante il divieto (abitano a Milano, come fermarli? Con l'accento? "Mi spiace, signore, lei parla la lingua di De Filippo, accà nisciuno è fesso, sciò..." E senza un settore protetto in tribuna c'è stata una caccia all'uomo! Idioti!). E così a Udinese-Torino, la foto dei granata con le bandiere sugli spalti è lì a dimostrarlo.E allora, a che serve vietare le trasferte? E perché anche alla Roma? Non lo chiedo perché sono romanista, ma per capire. I romanisti quest'anno ne hanno fatte nove, non si è registrato un graffio grazie al cielo, neppure quando a Milano abbiamo vinto la Supercoppa, anzi quelle immagini di festa, con i tifosi che cantano "Grazie Roma" sugli spalti nerazzurri, sono una delle poche cose belle di questo calcio, proprio perchè l'inno giallorosso fù mandato dagli altoparlanti dai nerazzurri, in un gesto di grande sportività. Ora è vietato. E sapete perché? Perchè l'Osservatorio ci mette in conto gli incidenti di domenica sera all'Olimpico. Domanda: erano romanisti quei duecento ragazzi incappucciati che hanno assalito i commissariati? Io non lo so ma la Digos sì, sono loro gli esperti di ultras cattivi e in un rapporto stilato sui fatti dicono di no: c'era qualche estremista politico, qualche laziale e qualche romanista. Lo dice la Digos. Ma con chi possiamo protestare? Chi ci ascolterebbe in questo momento? Nessuno. I tifosi in questo momento sono tutti brutti sporchi e cattivi: la vetrata rotta dello stadio di Bergamo, diventa più grave del fatto che la Federcalcio avesse deciso di far giocare il campionato nonostante un tifoso morto ammazzato «perchè non era una morte di calcio» (ma se non era «una morte di calcio» perché Abete poi ha portato sulla bara del ragazzo la maglia dell'Italia con gli autografi e domani giochiamo col lutto al braccio?). Ci sarebbe da chiedere poi anche il perchè domenica sera nessuno ha protetto la zona dell'Olimpico. Domenica alle 5 del pomeriggio un altissimo dirigente del Coni diceva: «Tra due ore vengono qui e sfasciano tutto». Non era una previsione a casaccio. Lo sapeva lui, lo sapeva la polizia, e lo sapeva il ministro dell'Interno. E lo sapevamo noi tifosi normali che alle 13,30 ci chiamavamo tra di noi al telefono e ci dicevamo: "Stasera stiamocene a casa, lontani dallo zona dello stadio, perchè succede un bordello". Perché lasciare campo libero? In fondo erano duecento e non ventimila, ed erano armati di bastoni non di bazooka. Il ministro Amato martedì ha spiegato: «Abbiamo voluto evitare una mattanza». Può essere giusto, per carità, ma allora perché mercoledì mattina, prima dei funerali di Gabriele, ha avvertito che al primo incidente la polizia non sarebbe rimasta a guardare? Quel giorno non voleva più evitarla «una mattanza»? E c'è un modo di far rispettare l'ordine pubblico in Italia senza farla «una mattanza»?Certo però, l'effetto di quella domenica sera è stato che il lunedì mattina per tutti i giornali la notizia non era il tifoso ammazzato da un colpo di pistola di un poliziotto assassino, ma i soliti ultras. E ancora oggi si parla delle misure contro gli ultras, non di capire cosa spinge un poliziotto a sparare ad altezza uomo in autostrada. Ma se non si scioglie questo mistero è tutto inutile. E se qualcuno non spiega perché quel poliziotto non è in galera è difficile poi dire alla gente che la giustizia è uguale per tutti. Ieri il procuratore capo di Arezzo ha detto che non esistono le esigenze cautelari per tenere in carcere Luigi Spaccarotella. Ah sì? Non vi sembra pericoloso uno che in mezzo all'autostrada spara senza sapere a chi e perché? Io almeno una perizia psichiatrica la pretenderei, prima di mandarlo in giro. Mi sembra una esigenza cautelare grande come una casa. Se avessi sparato io, pensate che sarei qui a scrivere su un blog?Poi c'è l'altra faccia di questa storia. Davanti al G.I.P. di Milano sfilano i protagonisti del corteo davanti alla sede della Rai. Ce n'è uno cattivo vero: ha solo 18 e già un lungo curriculum di scontri. Un Daspo. Il pubblico ministero di turno, una giovane neolaureata pagata a cottimo, non ha però sottomano il nuovo codice penale con la norma che gli consente di chiedere di tenere in galera chi, con un Daspo, crea disordini. E ne chiede la scarcerazione. Accordata. Quel ragazzo è libero!Hai voglia allora di cercare di dare un senso a queste cose, perchè queste cose un senso non ce l'hanno. O forse sì. Ieri notavo che l'Italia che oggi è in balia agli ultras terroristi (manco fossero Bin Laden...), soltanto dieci giorni fà sembrava in balia dei rom e dei romeni. L'argomento principale dei ciarlatani giornalai e pennivendoli era quello di interrogarsi se spianare tutte le baraccopoli oppure se essere ancora tolleranti ed accoglienti. Ora nessuno ne parla più. Eppure sono ancora qui, tutti quanti, rom e romeni. Ricordate il decreto sulle espulsioni approvato in un baleno dopo la tragica morte di Giovanna Reggiani? Sapete quante ne hanno fatte da allora di espulsioni? Quattro!