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Ecco le bugie e le menzogne su Gabriele


Spenti i riflettori sulla commozione e sulla rabbia della gente per l'omicidio di Gabbo per mano di un poliziotto impazzito, ecco che ora la Polizia ed il Viminale si preparano a sparar merda su Gabriele, ad infangarlo ed a affrettarsi a dipingerlo come un criminale. Inizia in pratica, uno show della Polizia fatto di menzogne e bugie pietose per difendere uno di loro, poco importa se poi questo uno di loro sia un assassino. Prima era una rissa, e pure presunta. Ora si parla d'agguato, perché questo è il termine utilizzato dal Viminale nella ricostruzione definitiva dei fatti che hanno preceduto lo sparo letale dell'agente Spaccarotella. Una versione dei fatti che da giovedì è sul tavolo del capo della Polizia, Antonio Manganelli. E che descrive, nel dettaglio, le mosse dei tifosi che domenica mattina si trovavano nell'area di servizio Badia al Pino est.LA RICOSTRUZIONE DELLA POLIZIA In base a quanto scritto dai funzionari del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e riportato ieri da Repubblica, i biancocelesti sono nove (otto uomini e una donna): cinque nella Renault Megane su cui viaggia Sandri e quattro su una Renault Clio. Le due auto partono da Roma, piazza Vescovio, alle 6.30. Alcuni ragazzi hanno lame, sassi, biglie e fibbie: oggetti "atti ad offendere" che vengono ritrovati in terra, dopo le 9.15, all'esterno dell'autogrill e che vengono attribuiti ai laziali sulla base delle impronte digitali. Alle 9 le due auto entrano nell'area di servizio Badia al Pino est, sull'autostrada A1, e parcheggiano vicino alle pompe di benzina. Nella stessa zona si trova anche una Mercedes Classe A nera su cui viaggiano cinque tifosi dello Juventus Club di Roma. Quando testimoniano, i laziali dicono di aver riconosciuto i bianconeri perché uno di loro aveva una felpa con la scritta Juventus e perché li hanno sentiti dire: «Speriamo che oggi la Lazio ci faccia un favore battendo l'Inter». «Siamo scesi tutti dall'auto - le parole di un compagno di viaggio di Gabriele Sandri riportate dal Corriere della Sera - e ci siamo diretti verso la Mercedes scura che era parcheggiata di fronte all'autogrill». I cinque juventini, comunque, vanno a prendere un caffè. Fuori, i nove laziali si coprono il volto, si armano e si preparano a quello che il Viminale definisce un «agguato». L'operazione scatta quando escono i primi tre bianconeri. La rissa, però, dura pochi istanti. I tre fuggono verso la Mercedes, raggiunti dagli altri due. I laziali colpiscono ripetutamente l'auto (quando la Polizia ferma la Classe A, attualmente sotto sequestro, trova lunotto anteriore e posteriore sfondati e carrozzeria rovinata). Poi, tutti via: prima la Mercedes, poi la Clio, infine la Megane. Sulla carreggiata opposta, una pattuglia della Stradale sta controllando i documenti di tre ragazzi sorpresi in possesso di coltelli: sono esponenti dei centri sociali. L'agente Spaccarotella sente rumori e grida e interviene. Spara forse un colpo in aria, poi colpisce Sandri. Diversa la versione fornita da alcuni protagonisti della vicenda. Dichiarazioni trapelate e pubblicate nei giorni scorsi, che escludono l'agguato. «Non c'è stata alcuna rissa», dice uno dei cinque juventini (tutti ascoltati in Procura). «Giusto un paio di ombrellate e qualche insulto», le parole di un laziale.I SASSI Nelle tasche di Gabriele sarebbero stati trovati due sassi. La notizia si diffonde già nella tarda serata di giovedì. Il giorno successivo il legale della famiglia Sandri, l'avvocato Michele Monaco, la smentisce: «Non è stato trovato nulla. E poi, ci sono sassi di un millimetro e sassi di dieci centimetri. Qui, comunque, parliamo soltanto di microformazioni calcaree». Gli investigatori, però, insistono. La Polizia Scientifica di Firenze (subentrata a quella di Arezzo su richiesta dei legali della vittima) avrebbe repertato due pietre: una di 8x6 cm e 3 centimetri di spessore, l'altra di 4x4 cm e 3 centimetri di spessore. Secondo gli inquirenti si tratta di sassi atti ad offendere e non di microformazioni calcaree.LE IMMAGINI In base a quanto trapela dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, la ricostruzione del Viminale non ha potuto avvalersi del sostegno delle immagini, quelle girate all'esterno dell'area di servizio e acquisite subito dopo la tragedia. A Badia al Pino est sono in funzione due gruppi di telecamere. Il primo si trova nei pressi della pompa di benzina e non ha ripreso la rissa. Il secondo è invece vicino all'ingresso dell'autogrill, ma non ha fornito immagini utili. Il motivo? Un posizionamento non corretto delle telecamere o un problema legato al sistema di sovrascrittura. ( se vabbè....)GLI SPARI «I ragazzi che erano con Gabriele non hanno sentito alcun colpo di pistola, ma solo un tonfo quando la macchina è stata colpita. Il secondo bossolo non è ancora stato trovato. Mi viene da pensare sia stato sparato un solo colpo, quello che ha colpito Gabriele». L'avvocato Michele Monaco, legale della famiglia Sandri, torna a parlare dell'intervento dell'agente Spaccarotella. La replica di Gianpiero Renzo, che difende il poliziotto, è immediata: «Gli spari sono due e il secondo, quello che ha raggiunto Gabriele, è partito per errore, per una tragica fatalità, e probabilmente è stato deviato. Il bossolo trovato, probabilmente, è quello dello sparo in aria».