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Panucci: "Il calcio è una ruota e io sono ancora qui"


«Per me non è una sorpresa. Ho sempre creduto in lui perché gli ho sempre visto fare cose straordinarie. Questo gol è il giusto premio alla sua serietà e ad una grande carriera. Se merita l'Europeo? Non mi pronuncio, con lui sono troppo parte in causa». A parlare è Fabio Capello, e quel "lui" è Christian Panucci, l'uomo che ha regalato all'Italia il pass per la rassegna continentale della prossima estate. Don Fabio lo elogia, Donadoni lo ringrazia: «Ci conosciamo dai tempi del Milan ci siamo anche presi a sberle ma il fatto che ci siamo trovati ancora, con ruoli diversi qui in Nazionale, significa che le persone crescono e imparano. Christian era in una condizione mentale e fisica che avrebbe potuto giocare per un'altra mezzora. Alla sua età, è un punto fisso dell'azzurro». Una scommessa vinta quella del ct che, nel momento di massima difficoltà della sua gestione, ha chiesto aiuto al suo ex compagno di squadra ai tempi del Milan. Una scommessa addirittura stravinta quella di Panucci che a inizio stagione sembrava dover fare la panchina nella Roma e che invece, neanche tre mesi dopo, è praticamente certo di un posto all'Europeo alla tenera età di 35 anni (li compirà il prossimo 12 aprile).Sì perché a luglio, al via della sua settima stagione in giallorosso, alla Nazionale non ci pensava più. Un discorso chiuso nel 2004 (l'ultima apparizione era stata il 22 giugno di quell'anno nel 2-1 contro la Bulgaria, quello dell'inutile gol di Cassano in Portogallo) a causa dell'arrivo di Marcello Lippi. I problemi personali tra i due non furono mai risolti e Christian, dopo 82 convocazioni in azzurro (tra Nazionale maggiore e Under 21) con 69 presenze e 6 gol, perse l'occasione di diventare campione del mondo e si concentrò solo sulla Roma. E anche lì sembravano nascere delle insidie dovute all'arrivo di Cicinho, il colpo più costoso del mercato. Al brasiliano in conferenza stampa lanciò un messaggio chiaro: quel posto in difesa lui non l'avrebbe lasciato facilmente.Oggi la situazione è ben diversa: Cicinho ancora non ha convinto, Cassetti sta facendo benissimo ma viene utilizzato a sinistra e Panucci (la cui lite con Spalletti sembra essere rientrata) dosando le energie si prepara a vivere da protagonista l'Europeo. Con quel gol decisivo al novantesimo (il suo primo stagionale, il settimo complessivamente nelle nazionali, il terzo in quella maggiore) e con quella dedica («la rete qualificazione era anche per Donadoni, ci ho giocato al Milan, la sua è una mentalità vincente») il ct non potrà fare altro che chiamarlo. E con ogni probabilità la sua non sarà solo una presenza simbolica, un premio alla sua disponibilità. Panucci in Austria e Svizzera ci andrà e lo farà per giocare. «Il calcio è una ruota, e io sono ancora qui a 34 anni: merito della mia onestà. Successi e soddisfazioni ne ho avuti tanti, ma vi assicuro che una serata così non l'avevo mai vissuta», ha detto di ritorno dalla Scozia. Un messaggio all'amico Donadoni e, forse anche a Lippi. Perché la vendetta è un piatto che va consumato freddo.