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Doni: "Rimango a Roma e cambio procuratore"


Se c'è ancora qualche dubbio su chi difenderà la porta della Roma a Genova, a Trigoria nessuno sembra averne sulla copertura del ruolo per le stagioni successive, di sicuro per la prossima: e sarà proprio lui, Donieber Alexander Marangon. E' stato Doni stesso, in una intervista concessa al canale di casa Roma Channel, a smentire alcune illazioni che nei giorni scorsi avevano trovato inattese sponde: «Ho un contratto con la Roma fino al 2009 e non vedo nessun problema. Nessuno può parlare a nome mio e dire cose diverse. La Roma ci ha già chiamato per rinnovare il contratto, ma finora non lo abbiamo ancora fatto. La Roma non ha fatto alcuna offerta. Quando andrò a parlare con la Roma sarà mio padre, magari con me presente. Dicono che ho chiesto troppo e invece non ho chiesto niente. Io ho un contratto fino al 2009 e sto tranquillo. Non è giusto che parlino a nome mio. Io sono grato alla Roma. Sono arrivato come terzo portiere e oggi sono in nazionale. Io ho fatto bene, certo, ma la Roma mi ha aiutato tanto. Io sono tranquillo, lavoro come sempre. Non ho problemi con nessuno. Ho parlato già con Daniele Pradè del contratto, non ci saranno problemi. Mia moglie si trova benissimo, tanto che stiamo cercando di comprare una casa. La mia volontà è di restare alla Roma. Se la società avrà la stessa volontà rimarrò volentieri».Ma a cosa fa riferimento il portiere? Tutto nasce da un articolo della Gazzetta dello Sport secondo cui la Roma starebbe già pensando alla successione di Doni (con Curci e un secondo tipo Fontana) prendendo atto della difficoltà al prolungamento del contratto attualmente in essere. L'attuale ingaggio del brasiliano, di poco superiore ai 700.000 euro netti all'anno, è infatti decisamente inferiore rispetto alle medie dei giocatori del suo livello. Basti pensare, tanto per restare ai suoi connazionali, che Dida (ormai da tempo fuori dal giro della Nazionale) percepisce 4 milioni netti al Milan e Julio Cesar (che a Doni contende la maglia di titolare della Seleçao) all'Inter ne prende 3. Quando si entrerà nel vivo della trattativa per il rinnovo, logicamente il procuratore del giocatore (il papà, secondo le significative e ripetute allusioni con Roma Channel) farà riferimento anche a questi parametri mentre la Roma penserà di far cosa gradita offrendo magari una cifra di molto superiore a quella attuale, forse anche il doppio. Ma anche un'offerta da 1,5 milioni all'anno rischia di essere inferiore rispetto a quello che potrebbe offrire il Milan privandosi di Dida, tanto per fare un esempio, al giocatore. Questo non significa che Doni non accetterà di firmare a condizioni economicamente inferiori. Anzi, a dar credito a ciò che ha detto a Roma Channel, probabilmente lo farà.In più tre realtà incontrovertibili lasciano la Roma tranquilla. Intanto appare impossibile, visti gli equilibri sanciti nella Lega calcio, che Galliani possa condurre una trattativa in disaccordo con Rosella Sensi e quindi è inimmaginabile un inserimento rossonero nella questione prima che la società giallorossa affronti con il portiere la questione del rinnovo. L'altro fatto è che chi segue il mercato del Milan ha ricevuto diversi input su cui operare ma mai sul ruolo del portiere. Secondo i dirigenti rossoneri, insomma, Dida sarà il portiere del Milan anche il prossimo anno. L'ultima questione riguarda le norme di tesseramento: avendo firmato un contratto di tre anni, Doni non può avvalersi della clausola Fifa che gli consentirebbe di svincolarsi in maniera unilaterale. Se la Roma non lo cede, insomma, Doni resta alla Roma fino alla scadenza (30 giugno 2009) anche senza rinnovare l'intesa. E al massimo lo perderà a parametro zero esattamente com'è arrivato. Ma tra due anni.C'è infine una questione, più delicata, che riguarda i rapporti tra Doni e il suo procuratore Mario Miele. A sentire le parole del portiere, chi dovrà trattare il rinnovo del contratto con la Roma sarà il papà e non più Miele, che invece sostiene di avere ancora un contratto di validità in corso per la procura del ragazzo. La questione, in mancanza di un chiarimento, rischia di avere un seguito legale. Ma è innegabile che da tempo tra i due non corra buon sangue. E' rimasto invece solido il rapporto tra Doni e Ovidio Colucci, l'altro manager che lo ha rappresentato in questi anni.