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Antunes in estasi: "Sono senza parole!"


Compirà ventun'anni il 4 gennaio, ma la personalità c'è e impressiona. Per Vitorino Antunes, gioiellino portoghese, non poteva esserci esordio migliore. La ribalta è quella internazionale, l'avversario incute quantomeno timore reverenziale. Eppure lui non si lascia impaurire. Gioca novanta minuti e mostra quello che è: un talento. «Sono felice - dice nel suo primo post partita a Roma da protagonista - Sono senza parole. L'esperienza nella nazionale portoghese mi ha aiutato. Ora devo continuare a lavorare. E spero di continuare così». Sulle spalle il numero 15: non se l'è trovato per caso, ma l'ha scelto, perché «è speciale». Chissà, anche questo avrà pesato. Fatto sta che dagli spalti, per un giocatore ancora poco conosciuto, arrivano soltanto applausi. All'inizio sono di incoraggiamento; poi diventano elogi, simbolo di un apprezzamento che ai più pareva quasi scontato. «I tifosi sono bravi - dice lui, con un insolito mix di italiano e portoghese - Sono felice anche per loro». E felice, felicissimo, è pure Spalletti, che "si coccola" la sua sorpresa pre natalizia. Dice, già prima della partita, che Antunes «ha un gran piede sinistro e calcia da tutte le parti», ma che «deve migliorare nella fase difensiva». Preannuncia persino una sua prossima convocazione nella nazionale maggiore portoghese, guidata da Scolari. Salto quasi obbligato per un giocatore che è punto fermo della selezione Under 21.Da un sorriso all'altro, da Antunes a Barusso. Il ghanese fa il suo esordio dal primo minuto, gioca 62 minuti e in un paio di occasioni cerca anche il gol: ci prova prima su punizione, poi sfodera il tiro da fuori, pura potenza. I tifosi sono con lui. E i cori lo dimostrano. «Ci siamo mangiati qualche gol - commenta Ahmed a fine partita, sulla Rai - ma a me va benissimo così. Sono contento, perché avevo tanta voglia di giocare, e sono soddisfatto della mia prestazione. Certo, in alcune cose devo ancora migliorare. Il tiro, però, è una mia dote». Poi gli mostrano l'entrata su Evans, che gli è costata il cartellino giallo: «Non era mia intenzione far male. Sono andato in scivolata, lui è arrivato prima di me e l'ho colpito. Ho chiesto subito scusa, perché so cosa si prova a subire certi falli. Ci sono rimasto male, davvero».Tra i due esordienti, ecco anche il giocatore esperto. Per Matteo Ferrari maglia da titolare e 90 minuti al fianco di Mexes. «Abbiamo dimostrato di saper giocare a grandi livelli - commenta il difensore a fine partita - Ora spero in un sorteggio fortunato, anche se affrontare il Barcellona mi piacerebbe: è una sfida affascinante». Non solo Champions, però. Domenica ricomincia la rincorsa all'Inter, non senza rammarico per il recente pareggio a Livorno: «I nerazzurri stanno andando fortissimo. In Toscana abbiamo perso due punti, ma ce la possiamo giocare fino in fondo. Gli arbitri? Per me Rizzoli ha fatto valutazioni un po' così e così. Su di me c'era un fallo molto evidente. Però non voglio attaccarmi a queste cose». Chiusura sulla Coppa Italia. L'avventura della Roma campione inizia mercoledì a Torino. L'obiettivo è scontato: «Difendere il titolo».