C'è solo l'A.S.Roma!

Campionato finito, ricreazione pure!


Nemmeno un rigore grosso come una casa negato nel finale cancella i rimpianti per la più brutta Roma dell'anno. Il piccolo Toro di Novellino ci mette sotto per un'ora e solo la fortuna evita un clamoroso ko. Mentre l'Inter vaPesa l'assenza prolungata di Totti (che oggi prova a correre), ma le scuse stanno a zero. Spalletti: «Tutti devono dare di più». Anche il tecnico. Che deve saper trasmettere alla squadra le motivazioni.Senza il Capitano la media-gol della Roma si è quasi dimezzata e la squadra fatica sempre di più a segnare e anche a tirare in porta.Nela: «Con lui il gioco è meno imprevedibile». Boniek: «È il più bravo a smarcare i compagni». Galderisi: «Quando non c'è, si sente»Se in presenza di altre scivolate i maggiori rimpianti della Roma riguardavano le vittorie sfuggite per un soffio, per sfortuna o dabbenaggine, stavolta a niente ci si può appellare. Lo 0-0 di Torino è piuttosto un punto guadagnato, a fronte di una partita condotta con estrema disinvoltura e maggior spirito di sacrificio dalla squadra più debole, eppure più volte vicina al gol e alla vittoria. Solo nel finale la Roma ha preso il sopravvento, sprecando a sua volta un paio di occasioni con Mexes e Perrotta e poi riversando rabbia e nervi nel concitato dopopartita (le buone intenzioni per il terzo tempo sembrano già svanite) per la sottovalutazione dell'arbitro dell'impatto tra Dellafiore e Vucinic. Finisce così la partita e, per i più realisti, anche la lotta per lo scudetto, addirittura già nel pomeriggio, quando ancora non si conosce il risultato dell'Inter, come se non ci si attendesse altro che una nuova vittoria. Vittoria, quella nerazzurra, che poi è arrivata puntuale come un orologio svizzero, ed a -7 ora, tutto si può fare tranne che sperare in uno scudetto che vorrebbe dire un crollo dell'Inter. Piuttosto, bisognerà guardarsi alle spalle, da quella Juventus che pur di molto inferiore a noi come organico, non molla mai ed è sempre lì. Il rischio di fare il preliminare di Champions ad agosto prossimo, c'è ed è concreto.Tornando a noi, guardando le ultime partite è chiara l'involuzione, addirittura anche a prescindere dai risultati. Cinque pareggi nelle ultime nove gare che a volte avrebbero anche potuto essere sconfitte, vittorie risicate con Genoa e Udinese, piene solo con Cagliari e Dinamo Kiev, quasi sempre una sensazione di fragilità difensiva che preclude ambizioni importanti: bottino buono, ma non eccezionale, comunque ben lontano dal rendimento di chi, in Italia e in Europa, sembra viaggiare a ritmi sparati. E se si inceppa pure l'unica risorsa finora mai in discussione, la fertilità offensiva, logico pensare che il futuro possa riservare nuove amarezze più che chissà quali piacevole sorprese. L'altra considerazione riguarda la reale forza della squadra giallorossa orfana di Totti: finora ha fatto fin troppo bene, ma pensare che possa fare a meno del suo fenomeno per un periodo così lungo senza perdere contatto con l'Inter sarebbe presuntuoso. Che poi su certe assenze siano più i misteri che le certezze è ormai chiaro a tutti. Ma il discorso rischia di essere noioso, approssimativo e ripetitivo.