C'è solo l'A.S.Roma!

Cassano segna e piange perchè mancherà all'Olimpico.


Mazzarri lo difende, Donadel lo attacca, lui dice tutto e il contrario di tutto, Roma aspetta che riparta il chiacchiericcio del lunedì per tornare a dividersi nel giudizio, come è sempre stato per tutto quello che riguarda il più importante talento autodistruttosi negli ultimi vent'anni di calcio italiano, Antonio Cassano. Che ieri, contro la Fiorentina, ha fatto uno show dei suoi, e non tanto per il secondo gol in campionato, bello e utile anche se non come quelli che segnava con la maglia giallorossa: il pallonetto di testa che ha negato i tre punti in trasferta alla squadra del compagno di merende Christian Vieri è arrivato con mezz'ora di ritardo rispetto alla scena madre del 40', lacrime, urla e maglietta sul volto, rischiando l'espulsione per aver preso un giallo. «Ero arrabbiatissimo - ha dichiarato Totò a fine partita a Sky- mi hanno tolto la partita più importante della mia vita, avrei voluto giocare a tutti i costi. La Roma è il mio passato, l'amarezza è tanta. Volevo salutare Totti». Lo sapeva bene che con un cartellino avrebbe saltato Roma-Sampdoria, ne aveva parlato in settimana, ma Cassano è quello delle corna a Rosetti, uno che in campo non pensa mai troppo, e forse per questo è diventato quello che è diventato. E pensare che ieri non c'era motivo di prendersela tanto a male, un fallo di Ujfalusi a centrocampo, ma quando la palla, calciata in avanti, è stata trasformata in rete da Mutu, suo alter ego redento appena in tempo, il barese stava ancora protestando. Dalle lamentele alle lacrime quando Gava ha alzato il fatidico cartellino, quello che a Roma aspettavano quasi come un gol, visto che nella capitale lo temono anche quelli che non lo rimpiangono.Mazzarri si è schierato subito dalla parte sua. «Mi ha dato fastidio il comportamento del quarto uomo perchè invece di calmare il giocatore ha chiamato l'arbitro per farlo ammonire. Gli arbitri non devono fare i protagonisti». Ancor più schierato l'ad blucerchiato Beppe Marotta. «Le lacrime di Antonio riconciliano con il calcio sano». E Cassano ha ringraziato a modo suo, smentendo tutto quello che aveva detto fino a poche ore prima e rispondendo a distanza a chi aveva ricordato che le porte di Trigoria se le era chiuse lui stesso dietro le spalle. «Voglio ringraziare la gente che mi ha acclamato fino a quando sono stato in campo. Io ho dichiarato amore alla squadra Roma, non alle altre persone, però oggi questa gente mi ha acclamato. Sto bene e speriamo di continuare qui per altri 4-5 anni, perchè qui sto troppo bene. Totti? Non ci devo parlare, avevo semplicemente detto che se lo avessi incontrato lo avrei salutato. Non verrò a Roma, andrò in vacanza con qualche giorno di anticipo e spero che i miei compagni, che mi sono stati vicini e che ringrazio, mi facciano un bel regalo di Natale». Chiosa astiosa di Donadel, diventato calciatore con quell'under 21 che il barese snobbava. «Credo che se qualcuno di noi, come ad esempio il sottoscritto, si fosse comportato come Cassano, sarebbe stato espulso. E avrebbe beccato anche diverse giornate di squalifica». Ma di Cassano ce n'è uno solo.