C'è solo l'A.S.Roma!

Difendiamo la nostra Coppa!


Con la coccarda sul petto per riscattarci dall'ultimo pari e per rilanciare le nostre ambizioni. Col Toro è un amarcord infinito ma sono quattordici anni che non lo incontriamo in questo trofeo, da quel 5-2 che pure non bastò per trionfare. Se passiamo probabilmente ci aspetterà Cassano. Diretta su La7 ma insieme alla Lazio! Il primo tempo andrà in onda totale, il secondo a spezzatino insieme a Lazio-Napoli.
Sarà che quando s'affrontano Torino e Roma in Coppa Italia non si può liquidare la questione in tre parole, tipo "chissenefrega della coppa". Né star lì a sottilizzare su chi scenderà in campo. Magari giocherà Pit, l'ultimo oggetto misterioso, ma l'ultima volta che le due squadre si sono affrontate in Coppa Italia con la maglia giallorossa giocavano Fimiani e Garzja, ed insieme con Rizzitelli e Giannini, Mihajlovic e Carnevale, sfiorarono l'impresa. Quella non era una grande Roma, proprio no, eppure la sera del 19 giugno 1993 a vedere quella finale di ritorno, per niente storditi dal 3-0 dell'andata, c'erano 63.646 spettatori. Il 5-2 non bastò a portare a Trigoria la coppa, ma l'emozione di quella sera resta viva nella carne di ogni romanista. E tanto per spiegare il senso dei tempi, il 9 maggio scorso, a godere del 6-2 sull'Inter, finale d'andata della coppa, di spettatori nello stesso stadio ce n'erano 39.095. E' il calcio moderno, regalato ai contemporanei da quei geni dei dirigenti calcistici italiani, e per fortuna almeno una parte di loro, i più molesti, li vedremo presto alla sbarra a Napoli.Allo stesso modo, la Coppa Italia è resa alla stregua di una fastidiosa appendice e probabilmente stasera a beccarsi il gelo all'Olimpico di Torino non saranno che pochi pazzi, meravigliosi pazzi, tra cui un centinaio di tifosi della Roma. Però c'è la tv, diretta La7, magari a spezzatino (e addirittura con la Lazio) perché trasmetterne una tutta intera sarebbe stato troppo anche per loro, e allora che c'importa del resto? Il resto dice che gioca la Roma e chi s'appassiona anche agli allenamenti di Roma Channel lo farà pure per l'esordio della squadra in Coppa Italia, il nostro trofeo. Sarà poco, ma è sempre una coppa da alzare di fronte a una curva festante, preferibilmente a Milano. Sarà poco, ma è la coppa che anticipò, accompagnò e chiuse i trionfi della Roma di Falcao. Sarà poco, ma è la coppa che ci ricorda rigori e imprese sfiorate e centrate. Sarà poco, ma è la coppa che ci ha fatto riassaporare il gusto di un successo dopo la più profonda crisi dei tempi moderni. Sarà poco, ma ci ha fatto festeggiare a maggio e di conseguenza ad agosto. Per tutto questo, chi è della Roma alla Coppa Italia deve rispetto. Perché la Coppa Italia ne porta a noi.E poi c'è il campo e lì ogni retorica sull'importanza della coppa conta fino a un certo punto. Perché la Roma ha bisogno del campo per migliorare il suo rendimento, è lì che Spalletti cerca e dovrà trovare la soluzione ai problemi di una squadra che attraverso il gioco ha l'ambizione di ridurre l'handicap con l'Inter che in campionato sembra incolmabile. E allora la partita col Toro, tre giorni dopo una partita col Toro che ha scoraggiato tutti tranne gli uomini forti, è un passo di riavvicinamento, perchè se l'Inter può essere ripresa, un segnale può arrivare anche col Toro. Perché col Toro giocheranno Pit e Antunes e Cicinho e Curci, e in panchina ci saranno Unal, Marangon (il fratello di Doni) e Della Penna, e se la Roma è più forte dell'anno scorso anche loro stasera dovranno far vedere perché. Di fronte, peraltro, non ci sarà la squadra dura e determinata che l'altro giorno ha messo alla frusta la Roma, ma una formazione nuova per otto/undicesimi, a dar retta alle indicazioni della vigilia. Non ci sarà tanta gente intorno, a urlare rancore contro Roma. Non ci sarà il sole. Non ci sarà il freddo, ma probabilmente il gelo. «Una grande squadra - ammoniva Spalletti alla vigilia della sfida accademica col Manchester - sa essere presente a se stessa sia che giochi una finale di coppa sia che affronti un'amichevole infrasettimanale. Quando entra in campo sa già quello che deve fare, a prescindere dall'avversario». Si vedrà. Se poi tra le cinquanta, o speriamo di più, partite ufficiali di questa stagione quella di stasera verrà ricordata come la meno interessante di tutte, un po' come Triestina-Roma dell'anno scorso, talmente insignificante che fu l'unica partita televisivamente ignorata della stagione, si potrà dire solo a posteriori, quando la qualificazione ai quarti sarà garantita e la doppia sfida valida per le semifinali con Sampdoria (o Cagliari) garantirà nuovi motivi di interesse, che già la sola prospettiva di vedere finalmente Cassano giocare all'Olimpico contro la Roma ne regala uno bello e pronto. Prima Torino, però. Stesso campo, stesse squadre e stesse maglie di domenica. Arrivasse lo stesso risultato sarebbe un buon risultato, ma forse la Roma può fare di meglio. Sono tre anni che, almeno qui, nessuno ci sta dietro.