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Su Aquilani, Brozzi attacca i "santoni" di Cesenatico


Allenamento completo, partitella cinque contro cinque e addirittura tre gol. E' passato così il giovedì di Alberto Aquilani. Il centrocampista giallorosso da inizio settimana lavora regolarmente con il gruppo, segno che l'infortunio muscolare rimediato ad ottobre all'Old Trafford contro il Manchester è alle spalle, o quasi. Ed è proprio quel "quasi" che ancora non gli ha permesso di fare ritorno in campo per una partita vera e che forse non gli consentirà di esserci neppure domani con la Sampdoria. Per andare sul sicuro, per evitare qualsiasi tipo di rischio, di ricaduta. Per dare il tempo a tutte le spie di allarme di spegnersi e di dare "luce verde". A fare chiarezza sulla situazione del "principino" ci ha pensato il dottor Mario Brozzi che, a margine del convegno in Campidoglio "Prevenzione e promozione della salute nello sport", ha spiegato: «Alberto sta facendo il lavoro completo, ma essere buoni per la Regina non significa esserlo per il Re. Quando un insieme di situazioni vengono a combinarsi, quando si spengono tutti i "led" di rischio, allora il semaforo è verde e la macchina può partire. Se ancora non ha giocato una partita, probabilmente qualche led è ancora acceso». Ma Brozzi a Spalletti lo ha dato l'ok su Alberto dal punto di vista sanitario? «Non ho detto questo... Lui si allena col gruppo regolarmente dall'inizio di questa settimana. Non c'è nessun motivo psicologico, è una cosa che va fatta con gradualità perché, quando rientrerà, dovrà rimanere in campo. Una ricaduta sarebbe una nefandezza per tutti».Insomma, prudenza da parte di Brozzi, ma anche un'accorata difesa del suo lavoro dopo le polemiche sugli infortuni e la scelta di Aquilani di andarsi a curare a Cesenatico nel centro che è stato di recente chiuso dai Carabinieri. «De Rossi ha avuto una distorsione sul campo di Kiev - ha spiegato il medico giallorosso - e dopo tre giorni ha giocato. Cassetti è stato convocato a dodici giorni da una lesione muscolare, Tonetto ha giocato a 17 giorni da una lesione muscolare quando ci possono volere quattro settimane. Quello che faccio notare non è che sono tornati, ma che non si sono rifatti male, significa che si sta andando sempre di più verso una buona pratica medica. Poi c'è il caso di Alberto Aquilani che è una lesione di terzo grado. Ora in medicina ogni grado è un mese, quindi una lesione di terzo grado sono tre mesi. Si è fatto male ad ottobre, siamo a dicembre, siamo perfettamente nei tempi. Se si vanno a rivedere le interviste, Alberto dopo 10-11 giorni riferiva di essere completamente asintomatico. Dopo 11 giorni una lesione di terzo grado non aveva sintomi, l'ha detto lui non lo dico io. La risonanza magnetica testimoniava un'assenza di versamento. E come se ti si fosse rotta la conduttura centrale dell'acqua del tuo palazzo ma in casa non c'è una goccia d'acqua. Beh penso che i muratori siano stati bravi». Merito delle sue terapie? «Merito di nessuno, io sto facendo la cronologia perché poi la gente da sola tiri le somme. Alberto per motivi personali va via da una parte (a Cesenatico), parte che sta bene e torna dopo 35 giorni con dei fastidi, con dei problemini. E' normale? Non è normale. Ricordate sempre che la medicina è una cosa seria che non si improvvisa e va fatta con serietà. Poi ognuno fa ciò che desidera nella vita, però cerchiamo di essere obiettivi su certe situazioni, si chiama arte medica perché affidata ai medici. La medicina della riabilitazione è affidata ai medici riabilitatori, non si possono sovvertire le leggi esistenti di tutela sanitaria dei cittadini italiani. La nostra Repubblica per fortuna vigila su di noi. Alberto ha tutti i diritti di scegliere ciò che vuole. Il grande dilemma nella storia dell'umanita è sempre stato di dover scegliere tra profeti e falsi profeti. Ancora oggi vedo che i profeti vengono scambiati per gli altri e viceversa».