C'è solo l'A.S.Roma!

«Avevo un sogno e l'ho realizzato»


Mezz'ora in campo, ma gli sono bastati tre minuti per cambiare la partita, per riprendere quel torneo che lo scorso anno ha cambiato il bilancio dell'intera stagione, e per raggiungere l'ennesimo record della sua carriera: è un Totti raggiante quello che si è diviso tra i microfoni di La7 e Roma Channel dopo aver spinto la squadra alla qualificazione ai quarti di Coppa Italia. «Abbiamo centrato l'obiettivo e non era facile visto che bisognava fare due gol ad una buona squadra come il Torino, che nella gara di andata ci aveva messo in difficoltà. E per me l'obiettivo era doppio, perchè ho centrato anche quello di arrivare a 200 gol, era uno dei sogni che volevo realizzare, e ci sono riuscito proprio nel mio stadio. È una sensazione difficile da spiegare, anche se avrei preferito farli in uno stadio pieno, con ottantamila persone. Questa sera saranno state venticinquemila, ma le voci erano così tante che lo stadio rimbombava, e sembrava pieno lo stesso. È stato speciale raggiungere questo traguardo davanti al mio pubblico».Un traguardo che sarà solamente un punto di partenza, per un capitano che già pensa al prossimo. «Adesso devo superare il signor Losi, e credo che non ci vorrà molto. Da un lato mi dispiace togliergli questo record, ma dall'altra sono contento. I miei 200 gol, sarà banale, ma mi piacciono tutti, e poi avendoli segnati con la maglia della Roma è come se fossero 400. Adesso spero di arrivare a 300 prima di smettere». Obiettivo decisamente ambizioso, ma per il Totti visto ieri nulla sembra impossibile: è bastato il suo ingresso per far perdere le misure ad una difesa a cui la Roma, negli ultimi tre confronti, aveva segnato solamente una volta: Era in campo da un minuto scarso quando Giuly è scattato sulla destra, servendo a Mancini il pallone che ha sbloccato lo zero a zero, e si è limitato a seguire l'azione, trovandosi al limite dell'area mentre la palla finiva in rete. Due minuti dopo invece era dentro, tra il dischetto e l'area piccola, ed è stata proprio la sua deviazione di piatto, sempre su cross di Giuly, a cancellare il 3-1 dell'andata costringendo il Torino ad aprirsi prestando il fianco alla manovra giallorossa. Suo il cross su cui Mexes è stato strattonato da Lanna, sua la trasformazione dal dischetto per il gol numero 200.Adesso c'è la Sampdoria, la vincente affronterà in semifinale una tra Catania e Udinese, l'impressione è che non servirà un'impresa per arrivare a giocare la finale, in programma all'Olimpico il 24 maggio. «Sono quattro anni che facciamo la finale di Coppa Italia, sia con l'Inter che con il Milan, quest'anno avremo la possibilità di giocarla in gara secca davanti al nostro pubblico, sarebbe bellissimo arrivarci». Ma il capitano (anche se ieri, partendo dalla panchina, aveva lasciato la fascia al suo successore designato, Daniele De Rossi), non si è voluto troppi meriti, preferendo dividerli con tutta la squadra, apparsa trasformata dal suo ingresso in campo, al posto di un Vucinic rimasto in ombra, e uscito accompagnato da qualche fischio. «Tutta la squadra ha reagito bene, mettendoci la voglia che serviva per passare questo turno. Che abbiamo passato meritatamente». Inevitabile, per uno che da ragazzino poteva andare proprio al Milan, che ha provato in tutti i modi a strapparlo alla Roma, e che si è ritrovato a debuttare in serie A a soli sedici anni, la domanda su Pato. «Posso dare solo un giudizio, consigli non mi va di darli. È un ragazzo molto giovane, ha tanto da lavorare, anche perché in Italia basta poco per arrivare alle stelle e poi finire alle stalle». Cosa che a lui è capitato più d'una volta, almeno fino a quando vestiva la maglia di una nazionale che non l'ha mai amato fino in fondo, ma la domanda su Pato diventa un'occasione per fare i complimenti a quel Carletto Ancelotti che per molti prima o poi finirà per tornare a Roma come successore di Spalletti. «Fortunatamente per lui sta in una grande squadra, con un grande allenatore che lo farà crescere nel migliore dei modi». Ma nel presente il Milan sta dietro, ed è la Roma a provare a contrastare lo strapotere dell'Inter: Spalletti ha detto che servirebbero due o tre campioni in più per arrivare al livello dei nerazzurri. «Normale che con due o tre campioni in più potremmo raggiungere altri obiettivi, ma siamosempre nelle mani dell'Inter, perchè se l'Inter continua a non perdere diventa difficile anche con due o tre campioni in più. I sette punti che abbiamo di distacco non sono ne' troppi ne' pochi: c'è tutto il girone di ritorno, abbiamo lo scontro diretto, cercheremo in tutti i modi di arrivare fino in fondo».