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Conti: "I ragazzi si meritano questa soddisfazione"


«I ragazzi si meritano questa soddisfazione». La felicità di Bruno Conti di ieri pomeriggio, non è misurabile. Per l'Inter che scricchiola. E per il suo Daniele. Che a Cagliari segna come Il Principe Giuseppe Giannini contro lo Slavia Praga. Papà Bruno, per una volta, esulta anche per il figlio: «Per me è stata una giornata particolare...». Per il direttore tecnico della Roma, certo. Come per tutti i romanisti. Giocatori compresi: «Mi fa molto piacere per i ragazzi che si meritano questa soddisfazione di essere più vicini all'Inter - ammette Bruno nostro - ma noi non dobbiamo pensare all'Inter. Dobbiamo continuare a fare la corsa in questa maniera e basta. Sappiamo che è un cammino difficile ma ci crediamo. Dalla gara con la Sampdoria ci siamo messi in testa di andare avanti in questo modo e ci stiamo riuscendo». Intanto, questa Inter sembra avere perso l'appellativo di imbattibile: «Non dobbiamo pensare a questo - avvisa Conti - anche perché l'Inter ha dimostrato di saper vincere anche le partite nelle quali ha sofferto molto. Oggi, adesso, godiamoci questo momento, la soddisfazione di essere più vicini...».Più vicini, già. Tra noi e loro ci sono solo cinque punti. Con lo scontro diretto di Milano che ci attende nel turno infrasettimanale del 27 febbraio. Di più. L'Inter è stata ferita. È tornata vulnerabile anche grazie a una Roma più concreta, che ha saputo ridurre lo svantaggio di due punti. Se domenica scorsa i nerazzurri non avessero rubato quei 3 punti al Parma, adesso saremmo stati lì, a 2 punti. Chiamatela pure "controinerzia". Quest'anno era successo solo alla nona giornata. I ragazzi di Spalletti vanno a San Siro e s'impongono con la rapidità di Vucinic, mentre l'Inter rallenta a Palermo. Il gap si riduce, passando da meno cinque a meno tre. Il duello a distanza prosegue poi sul binario dei tre punti per entrambe. Fino a quando (quindicesima giornata con il Livorno e sedicesima con il Torino) la squadra di Spalletti non accusa una flessione, perdendo in una settimana quattro punti dalla capolista.Più vicini. Molto di più come non eravamo l'anno scorso. Tutta colpa di un doppio passaggio a vuoto, che la Roma aveva accusato tra la diciannovesima e la ventesima giornata. Prima la beffa con il Messina, che al 90' evita la sconfitta con un calcio di rigore di Parisi. Poi, il turno dopo, la Roma si arenava a Livorno, salvata da Totti a sedici minuti dal termine. L'Inter rimontava il gol di Toni e volava via con Stankovic, Adriano e Ibrahimovic. Il vantaggio sulla Roma cominciava ad assumere proporzioni monstre : più undici, campionato finito o quasi. La "controinerzia" giallorossa? C'era stata, sì. Ma solo quando non contava più un accidente. Dopo la la trentunesima giornata la Roma si riprende quei sette punti, complice una mezza crisi dei nerazzurri. Mezza, sia chiaro: l'Inter aveva già lo scudetto in tasca. Doveva solo attendere che anche l'aritmetica facesse il suo corso. La festa tricolore si sarebbe dovuta consumare proprio contro la Roma il 18 aprile. Perrotta, Totti e Cassetti zittirono San Siro e l'Inter fu costretta a rinviare i bagordi alla partita con il Siena. In tutta la stagione, dunque, il gruppo di Spalletti non era mai riuscito a invertire il trend di una classifica che, alla fine, mise tra noi e loro ventidue punti. Adesso no. Adesso, il vento soffia da un'altra parte. Per sfortuna di Mancini & Co., sembra un ponentino. D'ora in poi non si può più parlare, nè scrivere, di un deja vu. In ogni caso, tranquilli, non sarà come un anno fa.