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Totti: "Mi manca un gol in rovesciata"


Francesco alle premiazioni dell'Assocalciatori immagina il prossimo gol e guarda il portiere nerazzurro: «Ma il sogno è la Champions»«Sono resuscitato, sono migliorato ancora di più». Parola del migliore giocatore italiano del 2007, Francesco Totti. Il capitano giallorosso è stato premiato ieri a Milano con l'Oscar dell'Aic (l'associazione dei calciatori) e con lui è stato premiato Luciano Spalletti come miglior allenatore. A Totti il premio va per la straordinaria stagione passata, 26 gol in campionato (tanto per gradire si è portato a casa anche il premio di miglior cannoniere), della Scarpa d'Oro, della Coppa Italia. Con l'aggiunta della Supercoppa strappata all'Inter. Un premio dato non da giornalisti (come il Pallone d'Oro) e neppure dai ct (il Fifa World Player) ma dai colleghi, i calciatori stessi. Un anno da incorniciare: «Il mio migliore in tutto. Non me lo aspettavo dopo l'infortunio alla caviglia», ha detto al momento di ritirare il riconoscimento.Il premio del migliore in assoluto è andato invece a Kakà, ma la vera star della serata è stata proprio Francesco. Se lo sono coccolato tutti, anche quelli con i quali in passato c'erano state incomprensioni. «Ci mancherà - ha spiegato il presidente federale Abete riferendosi al suo addio alla Nazionale - ma la Figc rispetta la sua decisione e sappiamo che farà il tifo per l'Italia». E poi Donadoni: «Merita questo riconoscimento. Abbiamo un ottimo rapporto, ma c'è la volontà di qualcuno di interpretare male, e questo mi disgusta». Ma Totti non è uno che ha bisogno delle parole degli altri, lui la scena se la conquista da solo con le sue battute, la sua schiettezza, la sua presenza. A cominciare da quando si è alzato dal suo posto in platea, seduto tra due amici. Materazzi da una parte e Peruzzi dall'altra, con l'interista che lo ha punzecchiato in chiave scudetto: «Noi l'aspettiamo. Da San Siro deve passare prima o poi». E Francesco sarà pronto come al solito anche se il suo grande desiderio è un altro: «Sarò banale, ma sogno di vincere la Champions League, chè è l'obiettivo fissato da me e dalla società. Sarà difficile, ma con la voglia e la determinazione che stiamo dimostrando vogliamo provarci. Lo scudetto? Davanti abbiamo un rullo compressore come l'Inter. Sarà difficile». Poi anche una battuta con Spalletti: «Raggiungere i 300 gol? Se continua a farmi giocare sì». E il tecnico che sta al gioco: «Ne ha fatti 26? Può migliorare ancora. L'effetto sorpresa con Totti non vale più. E' uno che si prende sempre a cuore la Roma, non solo per quanto riguarda il calcio giocato».Una giornata intensa per i due simboli della Roma bella e vincente di questi anni. La mattinata a Trigoria, poi il volo a Milano per partecipare alla riunione di metà campionato di tutti i capitani e gli allenatori con il designatore Pierluigi Collina. Poi all'Auditorium per la notte degli Oscar che li ha visti trionfare. Luciano Spalletti ha ricevuto il premio di miglior allenatore, è salito sul palco in un elegantissimo completo nero e subito una battuta: «Si è sparsa la voce che non faccio fare i ritiri e che do tante vacanze, per questo i giocatori mi hanno votato». Ma il vero mattatore è stato ancora Totti, chiamato pure a premiare il migliore gol dell'anno. E riecco il "one man show": «La rete che vorrei segnare? In rovesciata». Quando? Solo uno sguardo, un sorriso e tutti giù a ridere, perché il bersaglio scelto da Totti era il portiere dell'Inter Julio Cesar. C'è da aprire la busta per svelare il vincitore dalla categoria e lui: «Non c'è bisogno di aprirla, me lo ricordo a memoria. C'è solo quella frase ed è breve. Zampagna!». Non c'è due senza tre e allora eccolo per il premio più importante, quello di migliore giocatore. Si parla di obiettivi, e allora si torna a fare sul serio: «Il prossimo sarà un mese fondamentale per la Roma. Ci saranno 4 o 5 partite impegnative, quasi tutti scontri diretti. Speriamo di non fare come lo scorso anno». Quattro o cinque partite, anche quella con l'Inter. E Francesco ieri sera ha già fatto le prove generali. Lui Milano l'ha già conquistata.