C'è solo l'A.S.Roma!

Col Catania una semifinale di fuoco


La strada verso la quarta finale consecutiva di Coppa Italia si fa in discesa. Una volta ottenuta la qualificazione alle semifinali, ieri la Roma ha scoperto quale sarà l'avversaria che si troverà di fronte nella doppia sfida del 16 aprile e 7 maggio. L'ultimo ostacolo verso la finalissima dell'Olimpico sarà il Catania che ha eliminato a sopresa l'Udinese. Un buona notizia per Spalletti, almeno sulla carta, visto che i siciliani sono qualitativamente inferiori ai friulani. A decidere la sfida del Massimino, dopo il 3-2 dell'andata, è stato il giovane giapponese Takayuki Morimoto. L'eroe del giorno, l'uomo capace di scrivere una pagina della storia del club etneo che mai prima d'ora era riuscito ad arrivare così avanti nella competizione. Una partita vibrante che vedeva i bianconeri andare avanti dopo soli 53 secondi con Pepe e poi raggiunti allo scadere del primo tempo da un rigore di Spinesi per fallo di Ferronetti su Mascara. La ripresa era un assedio con errori a raffica, compreso uno dello stesso Morimoto, entrato ad una manciata di minuti dalla fine. Ma allo scadere era ancora lui a raccogliere un cross perfetto di Vargas dalla sinistra e a mettere dentro il gol qualificazione che ha fatto tremare lo stadio dalle fondamenta. «Ora non ci costa nulla sognare» ha detto un entusiasta Pulvirenti a fine partita.Ma il presidente catanese dovrà fare i conti con la Roma che vede da vicino la possibilità della quarta finale consecutiva, la quinta in sei anni. Un bel record che però andrà cinquistato sul campo in una partita che, se sotto il profilo tecnico la vede ampiamente favorita, sotto quello ambientale si prospetta problematica. Un campo storicamente caldissimo (dopodomani ricorre il primo anniversario della morte dell'Ispettore Raciti) e nel quale, tanto per complicare le cose, quasi certamente Totti e compagni non potranno contare sul sostegno dei tifosi. Colpa di quanto accaduto in Roma-Catania dello scorso 20 gennaio, pochi giorni fa. I tre accoltellati nei pressi dello Stadio che hanno spinto l'Osservatorio del Viminale a prendere con grande anticipo la decisione sulla partita di ritorno in campionato prevista per il 18 maggio. Il comunicato spiegava che: «in ogni caso non sarà consentita la trasferta dei supporter giallorossi a Catania in occasione della gara di ritorno». Viene naturale pensare che lo stesso provvedimento verrà preso per la partita di coppa che (qualora dal sorteggio della Lega uscisse che il ritorno si giocherà in Sicilia) al massimo si volgerebbe 11 giorni prima.Nienta trasferta per i romanisti, dunque, resta da vedere cosa sarà deciso per i catanesi. In campionato l'Osservatorio gli concesse di venire nella Capitale per dare seguito al tentativo di normalizzazione del fenomeno tifo in Italia. Ora è a dir poco improbabile che venga concesso il bis. E poi c'è la spada di Damocle rappresentata dalla metafora usata dal Viminale per spiegare come la posizione dei tifosi romanisti sia appesa a un filo: Prendete il pompiere che si accorge che la struttura di uno stabile sta per cedere. Chiederà ai condomini di intervenire. Se nessuno provvede il palazzo sarà dicharato inagibile». Traduzione, al prossimo episodio di violenza non solo trasferte vietate, ma magari anche chiusura dello stadio. La strada per la finale si farebbe improvvisamente e insospettatamente tortuosa.