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La Roma società in salute, ma potrebbe rimanere coinvolta nei debiti di Italpetroli


Numeri da capogiro, grandi o piccoli che siano, a casa Sensi rischiano di togliere il sonno. Colpa della Italpetroli, la holding di famiglia ancora fortemente indebitata dopo quattro anni di cessioni dolorose. Parliamo di 343 milioni di euro di debiti che la compagnia ha nei confronti delle banche. Se si considera l'esposizione debitoria complessiva, i milioni diventano circa 370. Profumo, numero uno di Unicredit, ha concesso tre mesi ai Sensi per presentare un nuovo dettagliato piano di risanamento di Italpetroli. Sono solo tre gli asset eccellenti rimasti ai Sensi: i depositi petroliferi di Civitavecchia, che valgono 100-110 milioni, i terreni edificabili di Torrevecchia, valutati altri 100 milioni, e poi c'è la Roma, società quasi in salute, in attesa di sottoscrivere con Mediaset un accordo da 65 milioni per la stagione 2009-10, ma già ampiamente «sfruttata» con le operazioni sul marchio e la cessione in leasing di Trigoria. La Roma dei Sensi è un club che si autofinanzia, che vive dei diritti tv e della Champions. Ma la Roma potrebbe anche passare di mano. Compratori italiani, pur sollecitati, non se ne vedono. Però c'è un fondo americano per cui sta trattando Jeff Slack, ex manager Inter, che entro pochi mesi potrebbe presentarsi con un'offerta. E allora per i Sensi sarà più difficile dire di no.