C'è solo l'A.S.Roma!

Sembrava l'Old Trafford...


Innanzitutto forza Roma perché tutto il resto è un abbasso. Alla squadra che non ha giocato a Siena e che con Spalletti ha straperso la partita più brutta che non ha mai giocato, a Tagliavento di Terni come Frick e Kharja che regala un altro rigore all'Inter, ancora più ridicolo perché arriva dopo lo scandaloso Gervasoni e le spiegazioni di Collina, a quasi tutti i risultati di ieri, al rigore di Saudati, al gol di Rocchi che rende pure inutile aver dato i tre punti al Siena, a Di Canio opinionista, a chi dice che "questi rigori dati all'Inter sono solo un danno per la squadra di Mancini". A Mancini che dice che stavolta non era rigore, ma stavolta era come la volta di Couto, a Materazzi che dice che quello dell'Empoli era rigore, a Vieira che fa addirittura un comunicato per dire che l'espulsione è giusta, a tutta l'Inter che non fa più il silenzio stampa, alla domenica più brutta del campionato che sarebbe dovuta finire immediatamente dopo quello che era capitato. Tre a zero. A Siena: lì dove l'anno scorso l'Inter ha vinto lo scudetto, ieri la Roma ha praticamente perso il suo campionato. La cosa frustrante è che potendoti attaccare a tutto, non ti puoi attaccare a niente. Quello di San Siro ieri pomeriggio è un altro scandalo bello e buono in stile "manco la Juve", ma quello che è successo al Franchi di Siena è di una bruttezza spiazzante: la squadra che anche per abitudine gioca come in Paradiso, e in trasferta viaggiava dolcemente evitando le buche più dure, s'è fatta prendere a pallonate dall'inizio alla fine da una che a casa sua aveva vinto soltanto una volta, è rovinata, caduta, ha perso col risultato più giusto , quello che per antonomasia si sogna quando si vince, con tanto di palo, traversa e autogol incorporato: è mancata un'espulsione, per il resto c'è proprio tutto, un campionario d'orrori alla Carlos Bianchi. Frustrante di per sé, frustrante perché non ci sono perché. Inspiegabile proprio perché l'unica spiegazione è quella più razionale: "può capitare", anche se non dovrebbe, ma può. Capita. Una giornata uggiosa, un passaggio a vuoto, un calo fisiologico e tutto quello che vi pare. Era già successo col Napoli, era già capitato in tre giorni tra Torino e Livorno, con il rinculo di Empoli; era già successo quello che non doveva capitare. Spalletti le ha chiamate giustamente ricadute e sono le cose che, nel calcio come nella vita, fanno più male. Soprattutto se voli in alto, se t'eri riavvicinato al sogno, due punti all'Inter e la volta dopo tutti insieme, ne perdi tre. Comune, umanissima sensazione di chi dopo aver lavorato tanto per ottenere un equilibrio, lo perde all'improvviso per un errore, per una distrazione, perché stava sovrappensiero. Imperdonabile. E nel frattempo, in questa domenica molto più che bestiale, a San Siro l'Empoli sbagliava il rigore dopo che Tagliavento aveva cercato di lavarsi la coscienza tirando fuori un cartellino rosso come la vergogna di quell'altro rigore. Quanti sono quelli dati all'Inter sullo 0-0? O sull'1-1? Quanti punti fanno? Non fa niente? Fa, fa. E questo resta anche se la Roma di ieri non si meritava niente. Non perdeva così dal derby del Fontanone, ma se anche Houssine Kharja entra nella galleria degli ex che fanno male, allora, una volta per tutte, qualcosa è andato come non doveva andare.Irreale. L'immagine è Francesco Totti che giustamente non ci sta e prende a cazzotti il pallone per riprenderlo, quello che, tra una carezza e l'altra con i piedi, solitamente non gli leva nessuno. L'immagine è quella di De Rossi che normalmente nello stesso anno gioca tutti i minuti di Olimpiadi, Europei, campionati e coppe, viene sostituito: siamo all'antitutto, a buchi neri nella difesa romanista e universi paralleli dove il capitano premiato è Vergassola. Da ieri, addirittura, la Lazio ha speranze Uefa. Semplicemente, tutto troppo brutto per essere vero. Aritmeticamente, si è a meno otto, se Tagliavento era un arbitro e la Roma era la Roma, si poteva stare a due punti soltanto, calcolando tutte le altre delusioni e le brutte notizie arrivate dagli altri campi, è giusto dire che la sconfitta di ieri è costata almeno sei punti . E allora, ovviamente, è per questo che a Siena dove l'Inter ha vinto lo scudetto, ieri la Roma lo ha perso. Speriamo quasi perso, ma ci crediamo molto poco.Comuqnue mancano diciassette partite, cinquantuno punti, millecinquecentotrentaminuti, lo scontro diretto, ma soprattutto, più che altro, c'è il dovere di provarci e la necessità da parte di tutti di non dare alibi a nessuno, di non finire a 22 punti come l'anno scorso e, magari, nemmeno a 8. L'ha detto pure Mancini, da ieri l'uomo delle grandi ammissioni, che "è meglio vincere lo scudetto con 2 punti di vantaggio piuttosto che 20". Ha ragione. E ha ragione Materazzi a dire che quello dell'Empoli era rigore, e Vieira a chiedere scusa a tutta la sua banda. E ha ragione chi parla di banda-Mancini. Allora si ricominci a giocare come si è sempre giocato, anzi magari con qualche motivazione in più: Tagliavento s'è aggiunto a Gervasoni. Si utilizzi la forza contraria dei mulini a vento, Siena come è stato elaborato l'Old Trafford (forse è la prima volta in vita sua che Totti prende 4 in pagella). Si pensi alla Reggina come al Real Madrid, e al Real Madrid come al Siena di ieri, si creda di poter vincere sempre, di non mollare niente, e poi si scenda in campo. E poi? E poi forza Roma! Almeno quello...