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Taddei: "Mi voleva la Juve, scelsi la Roma"


«Vogliamo arrivare fino in fondo alla Champions». Rodrigo Taddei lancia la sfida al Real Madrid quando alla partita d'andata all'Olimpico mancano otto giorni. Proprio quando le merengues danno una nuova prova dei loro pregi (tanti) e dei loro difetti (pochi) nella straripante vittoria contro il Valladolid, il brasiliano fa il punto su come la Roma si dovrà approcciare alla sfida più importante dell'anno. «Una partita difficilissima, nella quale ci vuole concentrazione. Passerà il turno chi sbaglierà meno, ha detto nel corso di un'intervista su "Guarda che lupa" la trasmissione di Sky che andrà in onda oggi. La Champions League è una delle competizioni più importanti al mondo, ti fa conoscere in tutta Europa, in tutto il mondo e io mi auguro, insieme ai miei compagni, di poter arrivare fino in fondo».Un Taddei ottimista, nonostante questo non sia per lui un periodo particolarmente felice sul campo. Colpa di una forma che fatica ad arrivare dopo gli infortuni della prima parte di stagione. Anche con la Reggina non è riuscito a lasciare il segno, a divertirsi con le giocate "brasiliane" che gli vengono facili quando è al top. Colpi da giocoliere imparati nei 14 anni nei quali, da piccolo, ha giocato a calcetto. Una passione nata ancora prima del calcio a undici: «E' vero, ho iniziato a quattro anni. Ho giocato a calcetto fino a diciassette, quando ho fatto il primo contratto con una squadra in Brasile. Ho iniziato con il calcio a undici quando avevo otto anni. Dagli otto ai diciassette ho fatto tutti e due. Poi ho preso la mia strada». Numeri brasiliani tentando di imitare i suoi due idoli: «Zico e Romario». Mica male. Oggi però i più forti secondo Rodrigo si chiamano Ronaldinho e Cristiano Ronaldo: «Sono loro i migliori esterni al mondo. In Italia, invece, credo che uno dei più forti sia Mancini».Un bel complimento per il suo compagno di squadra, e Taddei in questa classifica che posto occupa? «Io cerco di dare il mio contributo» dice col sorriso sulle labbra, quello che lo accompagna sempre. «Vivo così, con allegria perché so che sono riuscito a supplire a quello che ho vissuto quando ero piccolo grazie al calcio, con divertimento e lavorando seriamente, senza passare sopra nessuno, sempre con le mie gambe. Sono riuscito a trasmettere allegria nel mio lavoro giorno dopo giorno». Nonostante un'infanzia non facilissima: «Sofferenza, come quasi tutti i brasiliani, come tutte le persone del nostro paese che crescono e vivono nelle favelas come ho fatto io. Grazie al calcio sono riuscito a dare un aiuto e una stabilità a mia mamma e alla mia famiglia. Per me, è stata la soddisfazione più grande che ho avuto, far smettere di lavorare mia mamma e vivere una vita tranquilla». Una famiglia che gli dà forza. «Sì, c'è mia mamma, mio fratello che studia, fa l'università. Ringraziando Dio posso dare questo contributo a loro, perchè possano stare tranquilli».Questo è il Rodrigo Taddei che i tifosi romanisti hanno imparato a conoscere e che sperano di riavere al meglio già contro la Juve, sabato prossimo. Proprio contro la squadra che provò a strapparlo in extremis alla Roma. Ma lui scelse la Capitale. Perché? «Ho seguito il mio cuore - spiega Rodrigo - La Roma è stata la prima squadra che mi ha cercato, a volermi veramente. Sono contento di essere qui, perchè la Roma mi voleva e per la conoscenza che avevo della Roma in Brasile, volevo giocare in questa grande squadra. Al momento di scegliere ho seguito il mio cuore e ho chiesto a mia mamma, che mi ha detto la stessa cosa, segui il tuo cuore». E col cuore Rodrigo giocherà sabato contro i bianconeri. Per vincere, per confermare di aver fatto la cosa giusta».