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Totti: "Il record di presenze lo dedico a me stesso"


Totti e Ujfalusi, ieri Capitani avversari, da luglio compagni di squadra?386 e non sentirle, o meglio non festeggiarle, quasi per niente. Era pronta la festa per il record di presenze, tutto è stato rinviato a sabato prossimo, perché superare è più importante che raggiungere, e lo ha fatto sapere il diretto interessato. «Il record di presenze? È un regalo che faccio a me stesso, la dedica è per me - ha dichiarato Francesco Totti in zona mista dopo la vittoria sulla Fiorentina - Ora dobbiamo pensare a Milano, alla gara con l'Inter». Il campo in cui ha segnato quello che lui stesso giudica il gol più bello della sua carriera, il pallonetto a Julio Cesar del 26 ottobre 2005, dopo aver preso palla nella sua metà campo, saltando tre avversari prima di concludere un paio di metri fuori dalla lunetta dell'area. Da mercoledì sarà anche il campo in cui è diventato il romanista con più presenze in campionato, superando un record entrato nella storia, quello stabilito da Giacomino Losi nella stagione 1968-69, quella in cui Helenio Herrera decise da un giorno all'altro, senza apparente motivo, di mettere ai margini della squadra il difensore che aveva giocato più partite di Guido Masetti. La festa, che poteva essere fatta già ieri, è in programma per sabato prossimo, contro il Parma, l'avversario forse più dolce per il capitano della Roma, quello del gol del terzo scudetto, il 17 giugno del 2001, ma anche del centro numero 107, il 19 dicembre 2004, buono per superare Roberto Pruzzo e imporsi come miglior marcatore della storia della Roma.Ma in attesa della festa con il Parma c'è la battaglia di San Siro, la gara che potrebbe rilanciare alla grande le quotazioni della Roma nella lotta scudetto. Ieri, grazie anche al suo ex amico e tutt'ora ammiratore, Antonio Cassano, che ha bissato la prodezza che lo aveva reso famoso da bambino, il gol all'Inter, questa volta con la maglia della Sampdoria, e nonostante il pareggio successivo di Crespo la corsa si è quasi riaperta: i punti di vantaggio da undici sono diventati nove, un successo a San Siro rimetterebbe tutto in discussione. E la Roma, da quando c'è Spalletti, ha dimostrato di aver superato il tabù legato allo stadio intitolato a Giuseppe Meazza. Si pensava che, per avere il capitano al meglio della condizione per la trasferta di mercoledì, Spalletti potesse tenerlo a riposo ieri, facendolo magari partire dalla panchina, invece alla fine, rispetto alla gara di martedì con il Real Madrid, sono cambiati sei titolari, ma il capitano non era tra questi. La sua condizione può migliorare solo giocando - ha dichiarato in più di un'occasione - e infatti è rimasto in campo fino alla fine, pur senza trovare la via del gol, che gli manca ormai da più di un mese, da quando, partendo dalla panchina, decise con una doppietta la gara di Coppa Italia con il Torino, regalando ai suoi una qualificazione messa seriamente a rischio dal 3-1 della gara di andata. Al nono della ripresa, quando Cicinho ha segnato il gol partita, era davanti a lui, ma si è disinteressato dell'azione, evitando così la segnalazione di fuorigioco. Per tornare a segnare di persona ci sarà tempo: col Parma servirebbe per la festa, con l'Inter per continuare a sognare lo scudetto. Ma per fortuna l'uno non escluderebbe l'altro.