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Spalletti: "Cerchiamo di far gol a Madrid"


Come se nulla fosse accaduto. Come se il 19 febbraio la Roma non avesse vinto 2-1 all'Olimpico, battendo in rimonta il Real Madrid. Luciano Spalletti vuole ricominciare da zero, o meglio, da zero a zero. Almeno dal punto di vista psicologico. Perchè se la Roma pensa di avere già percorso un bel tratto di strada verso i quarti di Champions, allora rischia seriamente di finire nella trappola che le merengues stanno preparando al Santiago Bernabeu. Un trattamento simile a quello riservato a dicembre (ultima gara del girone C) ai «cugini» della Lazio, che commisero il gravissimo errore di aspettare Raul e compagni e incassarono tre gol in poco più di mezzora. E siccome, specie partendo da una situazione di vantaggio, è alto il rischio di chiudersi per poi partire in contropiede (arma che, peraltro, la Roma sa sfruttare molto bene), Spalletti, che ha già fiutato il pericolo, vuole eliminare dalla testa dei suoi qualunque tipo di atteggiamento da trincea: «Non possiamo limitarci a non fare segnare il Real Madrid- dice il tecnico giallorosso ad As- Sarebbe impossibile. Segnare per noi è un obbligo. Se pensiamo di mantenere il risultato avremo grandi problemi». Il modello da seguire è Lione, anche se il 2-1 nella gara d'andata ha subito rievocato Manchester nelle menti di molti giocatori della Roma. «Quando pensi di avere in pugno il Real, lasci spazio alle spalle della linea di difesa e ti schiacciano. Loro conoscono bene lo sviluppo della giocata che fa più danno all'avversario e i giocatori sanno interpretare bene il gioco di attacco- continua Spalletti- Dovremo essere bravi nel fare pressione e dividerci gli spazi. O tutti in una metà del campo o nell'altra». Tenendo d'occhio Robinho, l'uomo della resurrezione madridista che all'Olimpico non c'era perchè ancora alle prese con un infortunio muscolare: «Robinho è il calcio, la qualità, la sensibilità nel tocco di palla. E la destrezza. Ci sono giocatori con fantasia ma non con senso del gol, lui riunisce queste due cose». E in Champions ha già segnato quattro gol, uno di questi alla Lazio. In difesa mancherà Sergio Ramos, ma ci saranno Salgado, il rientrante Pepe, Cannavaro e Heinze, tutti davanti a Casillas: «Casillas ha molta influenza sul gruppo. Parla con la retroguardia, è sempre presente come portiere e come parte della linea di difesa. Ora il Real è una squadra equilibrata, sa attaccare e difendere. Schuster ha completato il lavoro di Capello e ha uno squadrone con la velocità e la fantasia di giocatori come Raul, Guti, Robinho...». Ma non ha Totti: «Lui è stupendo per le nostre caratteristiche- conclude Spalletti- Lui crea la luce, il passaggio, è sempre disponibile a inventare. Totti è Totti, è l'anima di questa squadra». La Casa Blanca lo ha tentato più. C'è stato addirittura un periodo nel quale al capitano giallorosso ogni Natale da Madrid partiva un pacco dono contenente una 'camiseta blancà col numero 10 e il suo nome. Niente da fare, Totti ha deciso di rimanere a Roma per tutta la sua carriera e al Real ha pure segnato due volte al Santiago Bernabeu. Proprio contro le merengues due settimane fa ha dato i primi segni di recupero vero da una serie di infortuni fastidiosi che di porta dietro da tempo. Ora ha anche ripreso confidenza con il gol, due in nelle ultime due gare: «Abbiamo dimostrato di essere tornati ad alti livelli- dice Totti- Quella contro il Parma è stata una grande prova in vista di mercoledì. Al Bernabeu dovremo subito prendere l'iniziativa, come abbiamo fatto finora del resto. Se avremo successo in questo senso e saremo concentrati, allora la partita sarà nostra». Massima concentrazione, quindi, come se esistesse solo l'Europa, come se l'Inter non avesse perso a Napoli e il campionato non si fosse riaperto, con i giallorossi a -6 dai nerazzurri. Ma questa è un'altra storia. Che torneremo a raccontare da giovedì.