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Amantino: "Grazie Spalletti!"


L'obiettivo generale è quello di fare bene con la Roma, su questo non ci piove. Ma Alessandro Faiolhe Amantino ne ha anche di personali, di obiettivi. Primo fra tutti quello di riconquistare il posto con la maglia della Seleçao, con cui vanta 13 presenze e con cui ha vinto una Coppa America nel 2004. Mancini ha confessato le proprie ambizioni ad un sito internet brasiliano, pelé.net, ripercorrendo la propria carriera dai tempi dell'Atletico Mineiro fino al passaggio alla Roma, avvenuto nell'estate del 2003. La speranza di Amantino è quella di rientrare nella lista dei convocati per l'amichevole che la Seleçao giocherà con la Svezia il 26 marzo a Londra. «Se sarò convocato - le sue parole - darò il massimo per poter rimanere nel gruppo. Ma il mio ritorno o meno dipende solamente dalle scelte di Dunga». In caso di convocazione, poi, bisognerebbe vedere in quale ruolo sarà utilizzato. «Io preferirei essere convocato come attaccante, che è la mia posizione attuale, ma l'importante è comunque essere convocato, non importa in quale posizione. Il problema è che nella mia posizione ci sono giocatori già affermati come Robinho o Ronaldinho». Per Mancini sarebbe un ritorno, dopo la vittoria nella Coppa America del 2004. Una manifestazione, quella, che non fu molto fortunata per lui e in cui si vide sorpassare nelle gerarchie di Parreira da Maicon. «Giocavo come ala nell'Atletico Mineiro e mi fece giocare come laterale, posizione alla quale non ero abituato. Ho giocato col Perù in altitudine e questo ha condizionato la mia prestazione». In Brasile se lo ricordano ancora come il difensore che con l'Atletico Mineiro ha stabilito il record di gol in campionato, ben 15. Poi la trasformazione. La storia del calcio registra molti casi di giocatori che, nel corso della propria carriera, hanno cambiato ruolo. Di solito però il percorso è contrario rispetto a quello di Mancini, che ha cominciato da difensore prima di trasformarsi in attaccante. Determinante fu l'incontro con Fabio Capello. «Quando arrivai a Roma Capello mi diede la possibilità di giocare titolare, ma cominciò ad utilizzarmi come attaccante destro. Il mio primo anno alla Roma fu meraviglioso, ho cominciato a trovare la mia strada». Altro incontro decisivo con Spalletti, che lo ha dirottato sulla fascia sinistra. Una delle invenzioni delle quali il tecnico giallorosso va più fiero «Da due anni Spalletti mi ha mi fa giocare dalla parte opposta, ora gioco a sinistra. Questo mi ha aiutato perché è più facile calciare se sei destro, perché tagli l'area di rigore e hai tutta la porta a disposizione».