C'è solo l'A.S.Roma!

Ecco il delirio puro di quel celebroleso di Lotito!


SCONCERTANTE INTERVISTA RILASCIATA DAL PRESIDENTE BIANCOCELESTE A "LA STAMPA"Non è un'intervista, almeno a quanto riporta l'estensore del pezzo, Augusto Minzolini, cronista politico de La Stampa , che ha avuto la fortuna di trovare posto in aereo accanto al presidente della Lazio Lotito. A cui forse l'altitudine ha dato alla testa, convincendolo ad abbandonare ogni possibile freno inibitore, su un tema finora poco esplorato, le ambizioni da civis romanus di un imprenditore a cui la Lazio comincia a stare stretta, come squadra ma anche come regione. Che dice di non ambire ad una candidatura in Parlamento, e poi si lascia scappare che il ministero dello Sport non lo prenderebbe «perché tanto non conta niente», la Sanità ci penserebbe, anche se «ormai lì decidono tutte le Regioni», mentre le sue doti manageriali lo porterebbero verso dicasteri più importanti. «Io potrei fare benissimo il ministro dell'Economia, ma un ministero del genere non me lo darebbero mai. Poi potrei andare all'Interno, ai Lavori Pubblici… Comunque al governo non mi faranno mai entrare e sa perché? Perché non sono ricattabile. Ormai il paese è in mano a due lobby. E io non sono condizionabile, lo chieda a Veltroni…». Il suo "nemico", considerato il principale ostacolo al suo progetto di costruire una città sulla Tiberina, su terreni di sua proprietà, con la scusa di dedicare qualche metro cubo anche ad un fantomatico Stadio delle Aquile, servito da una strada ad una sola corsia per senso di marcia, di quelle che al primo trattore formerebbe una fila di chilometri. «Quello (Veltroni) fa di tutto per piacere a tutti. Moratti mi ha raccontato tutte le pressioni che ha ricevuto da lui per vendere Pizarro alla Roma. Anche a me mi ha pregato per poter visitare la squadra. È andato a Trigoria dalla Roma e voleva venire anche da noi, per essere equanime di fronte alle tifoserie. E io gliel'ho concesso anche se mi odia».Non è stato più tenero con Rosella Sensi, cui peraltro Veltroni ha proposto una candidatura in Parlamento. «Ma lei ci ha mai parlato con la Sensi? Non scherziamo, poveretta». Il che, detto dell'amministratore delegato di una delle otto società più importanti d'Europa, non è esattamente un complimento, ma ad altri è andata decisamente peggio. «Comunque guardi che a me non interessa entrare in Parlamento a spingere i bottoni, semmai potrei essere attratto dal governo. Mi secca solo una cosa: che sulla mia candidatura avrebbe detto la sua uno come Fabrizio Cicchitto che non ha mai contato niente né in passato, né ora… La verità è che bisogna cambiare questo sistema. Senza le preferenze non si selezionano le classi dirigenti ma si va avanti con i meccanismi delle corti e dentro le liste ci finiscono solo le zoccole, i "prenditori" e i "magnanger". Quelli che pensano solo al binomio "F&S": figa-soldi. Non uno come me che è un monogamo convinto e per questo piaccio in Vaticano. Uno che ha ritirato su una società come la Lazio che aveva 1070 miliardi di debiti». E che, sempre secondo lui stesso, potrebbe fare altrettanto con l'Italia intera. «Io in Parlamento ci sono stato due volte e tutti mi hanno fatto gli inchini neppure fossi Cossiga. All'estero mi trattano come un ambasciatore. Dico solo che per rilanciare il paese c'è bisogno di gente come me. Me la diano a me l'Alitalia e in cinque anni la rimetto in sesto. Dieci come me al governo e si risolvono i problemi».