C'è solo l'A.S.Roma!

Tutti insieme, per Gabbo!


Un corteo potrebbe accompagnare il padre di Gabbo dalla Nord alla SudPoi l'omaggio di Totti e Rocchi sotto la Nord. E in campo rivali, non nemici.Almeno non è morto invano. Una piccola, grande consolazione per la famiglia e per tutti quelli che gli volevano bene. Per chi ancora non riesce darsi pace per una giovane vita stroncata in maniera assurda. Quello di domani sarà il derby di Gabriele Sandri, il derby della pace. Perché Gabbo è riuscito nell'impresa di far stare romanisti e laziali uno accanto all'altro. Da rivali, non da nemici. Una cosa che fino a pochi mesi fa sembrava impossibile, e che invece una volta era la normalità. Quasi come negli anni '50 e '60, come ai tempi dei "derby della frittata" come li chiama un laziale doc come Giancarlo Governi («Sì perché il panino tipico dei romanisti era quello con la mortadella, mentre il nostro capo tifoso diceva che era da muratori. E quindi noi per distinguerci da loro, dai romanisti, mangiavamo i "borghesi" panini con la frittata»). Da quel colpo a Badia Al Pino il calcio, quello sugli spalti, è cambiato, non è stato più lo stesso. E domani se ne avrà la più clamorosa dimostrazione con il gesto simbolico di papà Giorgio Sandri, che andrà a vedere la partita in Sud, accolto dai tifosi giallorossi. Un gesto simbolico, annunciato per la prima volta proprio al giornale Il Romanista e ribadito pochi giorni fa: «La solidarietà delle tifoserie di tutta Italia è stata enorme e il fatto che si siano avvicinate, che da allora non ci siano più stati incidenti gravi, è la cosa che mi dà più forza. Perché credo che Gabriele sia riuscito in qualcosa di eccezionale, lui è qui con noi e fa sì che questo accada». Un'unione spontanea dei tifosi, tutti, compresi quelli di Roma e Lazio. Come non era successo ai tempi dalla morte di Vincenzo Paparelli, che perse la vita all'Olimpico nel 1979, quasi 30 anni fa. La sua famiglia proprio domani proverà a dare un altro forte segnale di riconciliazione tra le tifoserie, di solidarietà, di perdono. Gabriele Paparelli, il figlio di Vincenzo, vorrebbe esserci anche lui, accanto a Giorgio Sandri, in Sud per dire basta alla violenza o, come ha detto lui stesso, «per dare un esempio a tutta Italia, per far vedere il vero volto del pubblico romano».Sarà in ogni caso un derby particolare, sia sugli spalti sia in campo, almeno prima dell'inizio. Perché Francesco Totti («è un ragazzo splendido» ha ribadito papà Sandri) che aveva partecipato in silenzio, senza clamori, ai funerali di Gabbo, domani prima del fischio d'inizio andrà insieme a Rocchi sotto la Nord a deporre un mazzo di fiori per un ragazzo che avrebbe dovuto essere lì a tifare per la sua squadra e che invece non c'è più. Un romanista sotto la curva dei laziali, dei laziali nella curva dei romanisti. Roba da non crederci, una cosa eccezionale. Merito di Gabbo. Poi si giocherà, come è normale che sia. Si gioirà, ci si rammaricherà, si imprecherà per un gol sbagliato, e alla fine si prenderà in giro chi ha perso, se qualcuno perderà. Perché questo è il derby. Il primo derby senza Gabriele.