C'è solo l'A.S.Roma!

Brutta serata, ma anche bella


Iniziamo dalle cose belle: le tifoserie di Roma e Lazio unite in nome di Gabbo! «Le lacrime non hanno colore: Gabbo uno di noi. Curva Sud». È il testo dello striscione che i tifosi della Roma hanno mostrato sotto la Curva Nord, dove sono i tifosi della Lazio, a mezzora dal fischio d'inizio del derby romano. A tenere il lungo striscione, tra gli altri, anche Francesco Totti, che prima aveva portato insieme con Tommaso Rocchi un mazzo di fiori sotto la Nord in memoria di Gabriele Sandri, il tifoso biancoceleste ucciso sulla A1 da un colpo di pistola esploso da un poliziotto. Inoltre, sono stati accolti calorosamente in curva Sud, sede storica dei tifosi romanisti, Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo, il tifoso della Lazio ucciso da un razzo sparato dalla curva Sud il 28 ottobre 1979 durante un derby capitolino, e Giorgio Sandri, padre di Gabriele. "È stata bellissima - ha commentato Paparelli - l'accoglienza dei tifosi giallorossi, mi hanno fatto tanti complimenti. Un'emozione davvero forte, i romanisti sono stati contenti di avermi qui". Prima della partita nessun incidente è stato segnalato dalle forze dell'ordine. L'afflusso dei tifosi allo stadio si è svolto regolarmente, laziali e romanisti sono entrati nel catino dell'Olimpico mischiati l'un l'altro. Il tutto nel segno di una unità d'intenti e di un fair play che da tempo non si vedevano a Roma. Le presenze di Paparelli e Sandri in curva Sud sono proprio il segnale della volontà di unire due curve aldilà delle rivalità e degli sfottò.
Poi le note dolenti: ha vinto la Lazio un derby che la Roma ha fatto di tutto per perdere e che mai ha dato la sensazione di poter avere in pugno. 3-2, stesso punteggio con il quale si era imposta la Roma all'andata. Segnano Pandev, Rocchi su rigore e Behrami a tempo scaduto, quando ormai i giallorossi credevano nel pari agguantato con Perrotta ed anzi, spingevano in cerca del gol vittoria. Invece scivoliamo a -7 dai Ladroni, che pareggiano 1-1 a genova con il Genoa e così, ancora una volta, sprechiamo il jolly per riaprie il campionato. Troppa la libertà concessa al tridente biancoceleste.E pensare che la Roma era addirittura passata in vantaggio alla mezz'ora con un gollonzo che ha dell'incredibile: i giallorossi sono in attacco, Vucinic cerca la profondità ma Behrami è attento e rinvia. Il caso, però, vuole che il pallone sbatta sulla spalla di Taddei e torni indietro, oltre Ballotta, in rete. Fino a quel momento, s'era vista solo la Lazio, ben messa dietro e velocissima davanti. Già al 7' infatti, Doni alza sulla traversa la punizione di Kolarov dalla trequarti. Ci provano anche Bianchi e Rocchi, ma Mexes e Juan fanno buona guardia. Nella Roma non va l'intesa tra la mediana e Perrotta che dovrebbe assistere Totti, così anche il capitano giallorosso non si vede. E la Lazio pareggia quasi allo scadere del primo tempo: azione di prima Rocchi-Kolarov e cross al centro deviato da Doni su piedi di Pandev che non sbaglia.Spalletti riporta l'ordine e nella ripresa è un'altra Roma, che sfiora subito il gol con Perrotta e poi va sotto: Juan è in ritardo su Bianchi e lo atterra in area, e rigore realizzato da Rocchi al 13'. Pochi istanti prima, un palo esterno di Kolarov su punizione. I giallorossi non ci stanno: segna Totti ma è in fuorigioco, poi il capitano offre a Perrotta l'assist per il pari, che arriva al 17': 2-2. I giallorossi si fanno arrembanti, la Lazio vacilla dando più volte la sensazione di capitolare. Spettacolo in campo, e panchine che si marcano stretto: fuori Taddei e dentro Giuly, fuori De Silvestri e Bianchi per Mutarelli e Mauri. Al 37' Totti ha nei piedi la palla del k.o. ma anziché servire Vucinic s'intestardisce nel dribbling e perde palla. Spalletti si gioca anche la carta Mancini ma è la Lazio a tornare in vantaggio a tempo scaduto: Mauri per Behrami, tiro potente e rete del 3-2, come all'andata, ma a parti invertite.L'amarezza è proprio quella di aver perso il campionato per aver buttato punti preziosi contro le piccole squadre. La consolazione, è che Gabbo lassù sarà sicuramente contento, e magari ora starà sfottendo Antonio De Falchi nostro. Un segno del destino, nella serata del ricordo di Gabbo.