C'è solo l'A.S.Roma!

Chi desiste dalla lotta è un gran fio de...


La sconfitta con la Lazio non ridimensiona le nostre ambizioni. Il 3-2 di mercoledì ricorda tanto quello a Verona nel 1986. Gerolin: «E questa Roma ricorda quella che rimontò la Juve». Totti dà l'esempio, la botta di Behrami è smaltita, è a disposizione per l'Empoli: dopo la gara s'è stretto attorno alla squadra. Da Capitano. Domani c'è Inter-Juve. Trezeguet: «Lo scudetto a voi». Vierchowod e Simoni: «Sì, ce la potete fare»
Otto punti in nove partite. Sì, otto, perché in caso di parità vincono loro. Insomma, un'impresa. Difficile, difficilissima, ma non impossibile. È quella cui è chiamata la Roma che deve fare come nella rimonta del 1985-86, anzi meglio, visto come andò a finire. Ma, come allora, ci si può provare, mettendosi alle spalle il derby e ricominciando come se niente (o quasi) fosse. Alla vigilia della stracittadina andava bene arrivare a questo punto a meno sei. Invece c'è un punto in più, ma non cambia tantissimo. Sempre tre partite di differenza sono. Prima servivano una sconfitta dei nerazzurri e due pareggi, 3+2+2, ora servono due sconfitte e un pari, 3+3+2. Non poco ma il calendario dice che si può, perché di partite in cui la formazione di Mancini può perdere punti ce ne sono almeno cinque. E quattro sono proprio adesso, una di seguito all'altra. Si comincia dalla Juventus che potrebbe ridarci quello che ci ha tolto qualche settimana fa a Torino. A quel punto, dando per acquisiti i tre punti con l'Empoli, si andrebbero a fare i conti. E, se il distacco fosse di 4 o 5 lunghezze, ci sarebbe da divertirsi a vedere cosa combinano loro. Senza aspettarsi niente dalla Lazio, la settimana dopo ancora Ibra e compagni avranno l'Atalanta a Bergamo, poi la Fiorentina in lotta per la Champions. Non è follia pensare di essere lì, spalla a spalla, aspettando la terzultima quando ci sarà un altro derby, il loro, con il Milan col dente avvelenato ben felice di fare il grande sgambetto. E, se ancora non dovesse bastare, all'ultima c'è pure il Parma di Hector Cuper che se non fosse ancora salvo...Certo dall'altra parte serve una Roma pressoché perfetta, capace di lasciare per strada poco o niente. Una Roma come quella della rimonta dell'86 che volava perché l'ambiente era a mille. «Quando è così ti riesce tutto - ricorda Manuel Gerolin, uno degli eroi di quell'impresa a metà - Arrivavamo al campo cantando, il tragitto in pullman da Trigoria all'Olimpico sembrava la Curva Sud, c'era un clima bestiale. Purtroppo poi non arrivò la vittoria finale. La Roma di allora è un po' come quella attuale. La differenza, purtroppo, è che quella Juve non è come l'Inter di oggi che può giocare anche male ma alla fine fa sempre punti. Certo, se allora ci fossero stati i tre punti a partita, avremmo vinto noi. E questo gioca a favore della Roma di Spalletti».