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Incubo senza fine: Roma-Manchester 0-2


Sconfitta immeritata, incubo inglese che continua.Gli incubi dovrebbero avere una fine, di solito gli occhi si riaprono a un certo punto. Ma nella Roma ce n'è uno che ormai minaccia di diventare un'ossessione. Il Manchester United non replica la goleada dello scorso aprile, ma ci lascia comunque le briciole del sogno. E l'incubo si allarga se si considerano i match della Roma contro squadre inglese negli ultimi anni: Manchester United in 5 incontri, Liverpool e Leeds United in 4, Arsenal e Middlesbrough in 2: siamo sempre usciti con le osse rotte, o quasi, perchè laddove non è arrivata una sconfitta, c'è stato un pari o una vittoria che è servito a poco o nulla.E dire che stasera la partita della Roma, almeno fino al 2-0 di Rooney, è stata tutt'altro che brutta. Anzi, i Red Devils sembravano domati, persino battibili. Invece no, e adesso c'è da gestire una delusione cocente, per evitare tracolli fastidiosi; per non lasciare strada all'nter in campionato e per non sbracare all'Old Trafford. Sarà dura, ma si può partire dalle cose buone mostrate da una formazione che, seppur orfana di Totti, e di Juan e Perrotta, ha tenuto testa per più di un'ora al grande Manchester e avrebbe meritato miglior sorte.L'urlo dell'Olimpico è assordante, ma la paura, strascico di una serata senza eguali vissuta poco meno di un anno fa, è comprensibile e Spalletti non può che fissare negli occhi i suoi e constatare che servirà tempo perchè i muscoli si sciolgano e i pensieri escano dalla gabbia. Il campo lo conferma, ma anche il Manchester gioca con il freno a mano tirato. Ferguson non vuole rischiare più del dovuto, non vuole che il collega toscano inverta i ruoli, salga in cattedra e lo lasci lì, al primo banco. Non succede quasi nulla per venti minuti buoni, poi è la formazione inglese a rompere gli indugi. Su un ribaltamento di fronte, però, è Vucinic a cercare il bersaglio con un tiro scoccato in caduta, che non ha fortuna. Al 32' i Red Devils perdono Vidic, sostituito da O'Shea, ma Ferdinand non lascia varchi di sorta agli avanti giallorossi. L'assenza di Totti si sente, tantissimo, eccome se si sente; sembra quasi che il movimento senza palla di Mancini e compagnia sia meno convinto, affatto persuaso che qualcun altro possa assecondarlo come di norma fa il Capitano. La squadra dà l'impressione di non avere una guida in campo. Poi, al 39' arriva la doccia gelata. Cristiano Ronaldo si prende la scena. Scholes entra in area e mette un pallone morbido nel cuore della retroguardia di Spalletti, il portoghese stacca di testa dal limite con una potenza inaudita ed atterra sul dischetto del rigore, impattando con precisone di testa un pallone che non lascia scampo a Doni.La Roma della ripresa è un'altra squadra, punta sul vivo e finalmente vogliosa di rivalsa. Senza sbandamenti, senza furia scriteriata: pressing e azioni veloci, ma ragionate. Ci provano Tonetto, Panucci e Giuly nell'ordine, ma l'imprecisione e i miracoli che Van der Sar non ha mai fatto nella sua carriera, non lasciano strada ai giallorossi. Così, dopo un'ora di gioco la situazione non cambia e qualche fantasma comincia a materializzarsi. Al 62', il portiere olandese conferma i presagi infausti del popolo giallorosso; il suo intervento sulla zuccata di Vucinic fa gridare al miracolo i sostenitori inglesi. Una prodezza che fa il paio con quella che ha portato in vantaggio il Manchester. Ma la Roma non demorde e i Red Devils arrancano, si barricano dietro la linea della metà campo e scelgono il "catenaccio" italico per tenere botta. Al 66' però, la sortita che sembrava di alleggerimento, si trasforma in una condanna atroce per la Roma. Sul tocco di Park, Doni combina un pasticcio sanguinoso e consente a Rooney un tocco facile facile. 0-2 e la partita finisce lì, perchè la Roma cede psicologicamente. Al 69' c'è da registrare il palo esterno colpito dal portoghese, quasi esaltato da un duello in casa con il centravanti della nazionale di Capello. La Roma sbanda, adesso somiglia a un pugile rintronato da due montanti in pieno volto. Al 71' Carrick sfiora il palo con una stilettata dal limite. La Roma si affloscia, quasi non respira e si guarda attorno spaesata; riecco quelle facce, sono ancora loro e sorridono nuovamente. Non ci si crede: a volte svegliarsi è un attimo, altre volte non c'è verso invece di svegliarsi da un incubo che ormai è senza fine.