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Gazzetta: Spalletti, ombre sul suo futuro a Roma


A giugno, lascerà la villa attuale, di proprietà di Marco Delvecchio, che l'ha già venduta. Siamo ad aprile e l'allenatore della Roma, che ha già visionato qualche casa, non ha fretta. Già, e perché non ha fretta? Risposta: perché qualcosa comunque troverà e poi perché da qui alla prossima estate possono accadere molte cose. E magari la ricerca della casa potrebbe riguardare altre parti del mondo. L'umore di Spalletti, di questi tempi, non è dei migliori. Le cronache dell'allenamento di ieri narrano di uno Spalletti pensieroso. La luna storta non sarebbe figlia della sconfitta con il Manchester e neppure dell'emergenza di una Roma che domani affronterà il Genoa senza gli infortunati Totti, Juan e Ferrari - oggi il difensore sarà sottoposto ad artroscopia diagnostica -, lo squalificato Pizarro e con Perrotta e Aquilani malconci. Il cattivo umore nasce da altre considerazioni. La Roma che sciupa molto, la Roma dei colpi di tacco e della rabona, la Roma che s'imborghesisce, non è la sua Roma. Da tre anni Spalletti sta conducendo una battaglia per cambiare un certo tipo di mentalità. Quando vede Rooney che fa l'esterno e rincorre l'avversario, e poi ripensa alla svagatezza di Mancini o al tacco di Aquilani a Cagliari, s'innervosisce. Perché nel Manchester le grandi stelle sono disposte al sacrificio, mentre qui a Roma basta un tacco per diventare fenomeni, con tanto di fanfara su alcune radio e giornali romani? Perché a Manchester i campioni hanno i «giusti comportamenti» e a Roma no? Spalletti è riuscito a ricostruire la villa, ma cambiare mentalità, soprattutto se lotti da solo, è un'impresa impossibile. Ecco perché potrebbe andare via prima del previsto.E se Spalletti andrà via, ecco che si innescherà un effetto domino sul mercato allenatori: Ancelotti lascerebbe subito il Milan per trasferirsi nella Capitale alla guida della sua Roma, il Milan andrebbe su Rijkaard, Mourinho all'Inter, Mancini al Chelsea, mentre al Barça potrebbe andare Van Basten o Eriksson.