C'è solo l'A.S.Roma!

Soros aspetta. Gli arabi ci sono


Sabato Rosella Sensi ha avuto un contatto con Banca Rothschild, l'advisor degli americani, per rassicurare che la disponibilità a trattare la cessione della società a Soros non è venuta meno, ma ha anche chiesto tempo per verificare l'altra offerta. Per Soros non può essere ancora un segnale sufficiente: il magnate da 10 miliardi di dollari e forte di un progetto di acquisizione studiato in ogni dettaglio da mesi è disposto a tornare per definire il tutto, senza equivoci e concorrenti di sorta. Al di là di ogni merito, la notizia è che l'offerta araba esiste e, molto probabilmente, oggi la Sensi la comunicherà ufficialmente. L'amministratore delegato romanista sarà alla Consob per rendere conto degli ultimi movimenti, del tavolo saltato con gli uomini di Soros quando tutto sembrava fatto e di quella che è stata rinominata la "terza cordata" che ha fatto sparigliare tutto e irritare gli americani tanto da farli tornare a casa dopo essere venuti per chiudere l'affare. L'offerta arriva dagli Emirati Arabi, dalla famiglia Al Maktoum (la proprietaria di Emirates Airlines ) è stata rivelata pubblicamente ieri, da Pechino, dallo sceicco Saeed, anche se il vero interessato all'acquizione della società romanista è il nipote Mohamed: «Io non seguo il calcio - ha dichiarato Saeed Al Maktoum - ma so che la mia famiglia vuole trattare la Roma, e ci sono stati dei contatti: vorrà dire che in Italia verrò più spesso di quanto già faccio». Tutto qui. Nel senso che di diligence , studi di fattibilità, progetti e prospettive, incontri, contratti, stadi, entità e tipologie di investimenti non se ne sa niente. Già nel primo incontro romano con gli americani il legale vicino ai Sensi, Roberto De Giovanni, ha soltanto fatto presente a Steven Horowitz, rappresentante della Inner Circle Sports il fondo d'investimento che ha messo in piedi l'operazione, dell'esistenza di questa offerta, senza alcun dettaglio tranne quello economico: qualcosa attorno ai 350 milioni di euro (praticamente il debito che il gruppo ItalPetroli ha nei confronti di Unicredit). Un particolare c'è: è che l'offerta sarebbe stata presentata attraverso Raffaello Follieri (un immobiliarista che da tempo sogna di entrare nella AS Roma e che in passato ha cercato di cavalcare ogni cordata, anche quella di John J. Fisher) direttamente a Unicredit e non alla società. A questo punto già oggi potrebbe diventare un giorno fondamentale: in attesa dei chiarimenti di Rosella alla Consob, dell'ammissione ufficiale di questa offerta araba, Soros aspetta quel segnale che potrebbe riaprire la trattativa. La proposta Usa parte da molto lontano, mesi e mesi di collaborazioni, di studi, di progetti, fino al viaggio di mercoledì passato che avrebbe dovuto sancire qualcosa che a quel punto sembrava addirittura fisiologico. Il progetto presentato con la Inner Circle Sports alla Roma era perfetto e compiuto, l'esborso economico attorno ai 250 milioni, 210 dei quali (probabilmente comprensivi di buonuscita) destinati direttamente ai Sensi, lo stadio di proprietà (anche col nome), i ruoli di presidente e vicepresidente, quello del Consiglio, quello eventuale di Rosella nel nuovo assetto societario, investimenti, obiettivi, traguardi sportivi, sfruttamento dell'enorme potenzialità del marchio e del nome della Roma in tutto il mondo. Anche adesso gli americani sarebbero disponibili a firmare l'affare, ma senza nessun rilancio sulla cifra degli arabi, e dopo una chiamata esplicita e chiara in questo senso. Non possono e non vogliono aspettare molto, forse, al massimo 48 ore. L'altra offerta, quella last minute che probabilmente fa capo a Raffaello Follieri è stata presentata proprio nel giorno in cui ci si attendeva l'annuncio con Soros, con Joe Tacopina (l'avvocato che insieme all'Inner Circle Sports ha convolto il magnate nell'operazione) pronto a volare a Roma e che anche in questi giorni sta facendo tutto il possibile perché la società di Trigoria arrivi in mani prestigiose e conosciute, quindi sicure.