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Unicredit entra nella trattativa ed alza la voce


Banca Unicredit ha scritto una lettera a Rosella Sensi. L’Istituto ha chiesto conto all’amministratore delegato dei movimenti intorno ad AS Roma, il principale asset del gruppo Italpetroli, di cui peraltro proprio Unicredit controlla il 49%. Vale più di un incontro, quello che si era ipotizzato prima che uno dei tanti comunicati degli ultimi giorni lo smentisse. Si tratta di un vero e proprio atto formale, che conferma quello che la logica suggerisce: la banca che ha 340 milioni di crediti, sui 370 totali del gruppo ItalPetroli, e che vanta anche una opzione per rilevare il 2% (per il momento "congelato" e in garanzia presso uno studio notarile) e diventarne quindi la principale azionista, non può certo essere un semplice spettatore di una possibile trattativa riguardante AS Roma. Logica suggerisce anche che i vertici della più grande banca italiana, nonché una delle più grandi in Europa, non possano non essere, a prescindere dall’interesse di George Soros per la Roma, in contatto con l’entourage di uno dei più grandi finanzieri del mondo. Qualora la risposta di Rosella Sensi non fosse soddisfacente, Unicredit sembra pronta a prendere in mano la situazione, ponendosi direttamente con Inner Circle Sports come principale referente di un'operazione che a quel punto rinascerebbe, nonostante lo stesso Soros abbia comunicato ai Sensi la sua uscita di scena. Il magnate non ha avuto il segnale che aspettava dal 18 aprile e ha fatto sapere di non essere più interessato ad attenderlo. Ma nulla vieta che possa riceverlo non dalla Roma ma direttamente dall’Istituto che fa capo ad Alessandro Profumo.Se ne parlerà nella prossima assemblea dei soci di Unicredit, che si terrà all’inizio di maggio, probabilmente giovedì 8. Qualora arrivasse l’offerta di Soros, su cui già dal 18 marzo si era trovato un accordo di massima, di 270 milioni, sarebbe una opportunità troppo ghiotta per rientrare del credito con Italpetroli, che peraltro aveva la scadenza del 30 aprile, cioè oggi, per presentare il piano di rientro del debito. Tra l'altro, quei 270 milioni presentati, per i vertici della banca sono una cifra "pazzesca", aggettivo usato anche nei recenti contatti con i rappresentanti del gruppo Sensi.L’incontro della Sensi con i revisori dei conti della PriceWaterhouse, in questo senso, non è stato incoraggiante. Le pressioni per l’amministratore delegato, quindi, aumentano. Non le ha alimentate il Consiglio di Amministrazione di AS Roma che si è svolto ieri, cui peraltro non hanno partecipato due consiglieri di non poco conto come Silvia Sensi e Pippo Marra. L’argomento della eventuale cessione del club non è stato sfiorato, come accadde nel CdA di fine marzo. «Chi deve sapere, già sa» disse Rosella Sensi, che peraltro continua ad essere tirata per la giacca anche dall’altra parte, cioè quella di chi la invita a non mollare. Pressioni, queste ultime, che vengono più dall’esterno, anche dal mondo del calcio italiano, che dall’interno, dove la figlia del presidente sembra rimasta l’unica - almeno più degli altri - a credere nella effettiva possibilità di non cedere la Roma.L’ingresso sulla scena di Unicredit potrebbe quindi cambiare nuovamente lo scenario. George Soros al momento è fuori, ma chi ha lavorato per lui, cioè Banca Rotschild, Inner Circle Sports, l’avvocato Joe Tacopina, studi legali londinesi e romani, si sentono ancora dentro. Hanno investito mesi di ricerche per mettere su un piano che ha convinto il magnate americano di aver messo sul tavolo l’offerta giusta per una operazione le cui prospettive restano valide. Per questo, George Soros potrebbe tornare dentro in quasiasi momento, soprattutto se richiamato da Unicredit. Nel frattempo, la città finalmente ha un sindaco che non è di centro-sinistra, Gianni Alemanno, il quale ha confermato il suo parere favorevole alla costruzione di un nuovo stadio, uno dei punti cardine del progetto americano. «Deve essere uno stadio per il calcio, con spalti a bordo campo per far crescere il tifo e non come l’Olimpico che è pensato per l’atletica - ha detto ieri Alemanno- Il Comune è disponibile a trovare le aree se lo richiederanno le società ma, sia chiaro, l’amministrazione non metterà un euro. I soldi servono per ospedali ed altre cose». Ma i soldi per il nuovo impianto sono già stati messi in conto da George Soros. Finanziariamente, non ha né problemi né rivali. Quelli prospettati, arabi, non esistono.