C'è solo l'A.S.Roma!

La grande attesa del Presidente


Il patriarca della Roma guarderà la partita da Villa Pacelli, al fianco l'amore di una vita: la signora Maria. Aspetta da Silvia il secondo nipotino, mentre da Rosella potrebbe arrivare lo scudettoEr prius, diceva Gassman in un'indimenticabile interpretazione cinematografica, è colui che tutto ha mosso e colui da cui tutto è nato, prima di ogni prima. La Roma che oggi vola a Catania per vivere fino in fondo il suo destino, qualunque esso sia, ha un prius, un motore immobile, un'origine perfettamente riconoscibile, un patriarca che tutto ha voluto ed esattamente così. Se c'è Spalletti e ha quello staff, se c'è Totti e ha quei compagni di squadra, se c'è Rosella a tirare i fili, se c'è Pradè direttore sportivo e se c'è Bruno Conti come direttore tecnico, se c'è Cristina Mazzoleni a far di conto, se c'è Elena Turra ai rapporti con la stampa, se c'è Tonino Tempestilli a controllare l'organizzazione, se c'è Angela Fioravanti a dirigere Trigoria e se c'è il generale Di Martino a rappresentare la società, in sostanza se la Roma è questa, con i suoi pregi e i suoi difetti, si deve solo a lui, al prius, al papà, a Franco Sensi. Il patriarca. E il patriarca domani pomeriggio, pochi minuti prima delle 15, sarà pronto al suo posto, nella sua poltrona "papale", all'interno della sua stanza da letto di Villa Pacelli, davanti al maxischermo al plasma, al fianco come sempre la sua Maria, premurosa, attenta ed emozionata come lui, forse più di lui, la mano stretta sopra la coperta, a mitigare l'uno per l'altra tensioni altrimenti insopportabili.Tra i tanti centri d'ascolto che si concentreranno sulle sfide di Parma e Catania, quello di Villa Pacelli è quello che attira maggior curiosità, che ispira più suggestione, che richiama massima emozione. A Catania non ci sarà nessuno della famiglia Sensi, come sempre del resto: e non è certo questa la partita per cambiare i piani consueti. Rosella in trasferta in Italia non va quasi mai, oltretutto la terzogenita Silvia è in attesa di partorire il secondo nipotino per nonno Franco, dopo Matilde (figlia di Maria Cristina) il tanto atteso maschietto, così tutte seguiranno la partita da casa, ognuna secondo il proprio rituale, ognuna con le proprie piccole, grandi scaramanzie. Franco, il patriarca, non ne ha, se non quella di vedere la partita accanto alla moglie: lo rassicura, lo conforta. Anche all'Olimpico la vuole sempre accanto e dall'altra parte fa sedere l'amico Pippo Marra e l'avvocato Ferreri. Ma dallo stadio il presidente manca da un po' di tempo. E da un po' non si concede quel bagno di folla che così bene faceva al suo umore e anche al suo stato generale. Il rito del trasferimento da Villa Pacelli al Foro Italico, ad esempio, negli ultimi anni era diventato emozionante e suggestivo: sulla Mercedes nera guidata dal fido Vittorio, col presidente seduto di fianco al guidatore e la signora Maria accomodata dietro, il viaggio era in realtà un pellegrinaggio con i finestrini abbassati per rispondere ai gesti d'affetto e di sostegno di tutti i tifosi incontrati nel tragitto che scende giù fino a piazzale degli Eroi e poi dritto fino al Tevere. Amore puro respirato e restituito, ora che nessuno più discute l'attaccamento di un uomo che alla Roma ha sacrificato l'intera sua esistenza.Il patriarca Franco Sensi non perde mai la lucidità quando si parla di Roma. Rosella lo informa di continuo di tutti gli eventi che riguardano la società, delle mosse dei dirigenti, della vita quotidiana della squadra e da lui ascolta i consigli per una più lineare gestione. Chi li conosce bene e li accompagna da tempo con affetto, sostiene che insieme formano una macchina da guerra: irruente e focoso uno, più politica ed equilibrata l'altra, entrambi determinati e appassionati. Non per caso è stato lui a voler la figlia sul ponte di comando, già dal 2004 quando lei concertò con l'enfant prodige di Capitalia Matteo Arpe il primo piano di ristrutturazione di Italpetroli e della Roma, superando brillantemente l'estemporanea impasse dei conti. La società era entrata nella terza fase della gestione Sensi, dopo l'approccio dei primi anni e i trionfi multimiliardari dei giorni dello scudetto di Totti e Batistuta. Il tempo delle battaglie era finito quando ci fu la svolta politica dell'appoggio a Galliani, ottobre 2004. Appena sei mesi prima, il 20 maggio, ci fu l'ultima lite clamorosa con Moggi e lo stesso Galliani all'Hilton di Fiumicino. Con Rosella s'è aperta una nuova era che potrebbe conoscere domani un primo, straordinario quanto inaspettato riconoscimento. Che sarebbe fortemente suo. E più fortemente, forse, solo del suo papà. Er prius.