C'è solo l'A.S.Roma!

I Campioni dell'Italia siamo noi!


«Siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Italia siamo noi». Cantano anche questo coro i circa quattromila tifosi accorsi a Fiumicino per accogliere la squadra di ritorno da Catania. Uno scudetto che il campo non ha voluto regalare a tutto il popolo romanista, comunque vincitore dal punto di vista del tifo e dell'entusiasmo. È infatti indiscutibile che, dopo quanto accaduto, domenica 18 maggio sarà una data da ricordare con più amarezza che gioia. Eppure l'attaccamento dei tifosi nei confronti della squadra va oltre e porta migliaia di supporter, compreso il papà di Francesco Totti, a invadere pacificamente il "Leonardo da Vinci", come se a dover festeggiare siano proprio loro.Intorno alle 19 la Roma-Fiumicino non è una strada qualsiasi. Sembra una delle tante che ogni domenica i tifosi percorrono per andare all'Olimpico. Perché una macchina su cinque, tra quelle incrociate durante il tragitto, è tinta di giallorosso, tra sciarpe e bandiere. Sono in tanti a muoversi e ad arrivare, tant'è che nei pressi del "Terminal A", quello dedicato ai voli nazionali, comincia un'interminabile fila di macchine parcheggiate alla bene e meglio con all'interno fan romanisti di tutte le età: dalla signora anziana al bambino di neanche un anno in braccio al papà. Questo sciame di tifosi si muove ordinatamente verso la zona "Arrivi", che però appare già congestionata, considerando la gran folla presente nonostante i giocatori siano ancora in volo.Nella zona in cui hanno deciso di radunarsi i supporter, sembra di essere in Curva Sud. La passione e il tifo non mancano. Figuriamoci i cori: «Maciniamo chilometri, superiamo gli ostacoli, con la Roma in fondo al cuor». Applauso scrosciante. Poi, subito, «C'è solo un Capitano, un Capitano». Un pensiero rivolto a Francesco Totti, assente per infortunio a Catania, che il numero 10 avrà sicuramente apprezzato e gradito viste le dichiarazione di affetto rilasciate nei confronti del popolo giallorosso a Fiumicino: «Ci avevo creduto per un po', peccato - il commento a fine partita - È bello vedere tanti tifosi festeggiare il gruppo, vuol dire che squadra e tifosi sono un'entità' unica. Dobbiamo ringraziare tutti per questo campionato e adesso abbiamo ancora la possibilità di vincere la Coppa Italia». Un obiettivo, questo, da centrare nell'ultimo appuntamento ufficiale della stagione, ma a cui a Fiumicino non si pensa. L'attenzione, a poche ore dalla fine di un sogno, è tutta per i beniamini perché, come recita uno dei tanti stendardi, «Er core me se'nfoca» quando vedo la Roma. Non mancano neanche dediche speciali ai "nemici" storici, come juventini e laziali, e a quelli odierni, ovviamente interisti. Tra i più bersagliati Roberto Mancini, Sinisa Mihajlovic e Marco Materazzi, ognuno dei quali ha ricevuto un bel coro "personalizzato".Il tempo, in aeroporto, passa così, tra uno slogan e uno sventolio di bandiere. Il tifo non manca mai. Cresce, anzi, quando, con una sciarpata generale, si intona prima "Campo Testaccio" e poi "Roma Roma Roma". Un momento toccante che pochi istanti dopo viene spezzato da una voce incontrollata, secondo la quale i giocatori stanno uscendo dal "Terminal C", quello dei voli internazionali. La sterminata massa giallorossa si sposta di corsa, ma la fatica è inutile: di giocatori giallorossi neanche l'ombra. Così si torna indietro, attirati da un pullman Calabresi, uno di quelli solitamente utilizzati dalla Roma. Per molti quella è la "pista giusta": il mezzo viene accerchiato, ancora una volta inutilmente. Il pullman "buono", infatti, è già in viaggio per Trigoria, dove alcuni tifosi si dirigono comunque, per dire ai propri beniamini quello che uno dei tanti supporter del "Leonardo da Vinci" ha voluto scrivere su una bandiera tricolore: «Grazie ragazzi».