C'è solo l'A.S.Roma!

Catania vergogna! Meritate di sparire per sempre!


Si dovrebbe parlare di calcio, ma diventa esercizio sterile quando la Roma è campione d'Italia per poco più di un'ora e l'Inter lo sarà per tutto l'anno, ma lo è ancor di più dopo aver visto quel che è successo a Catania, in un'enclave extraterritoriale dove tutto è consentito, grazie all'indecorosa complicità di chi dovrebbe sovrintendere all'ordine pubblico e il più delle volte invece addirittura fomenta il disordine, come certi steward che per tutto il secondo tempo hanno favorito l'eccitazione dei tifosi, aiutando i meno abili a scavalcare le vetrate, facendoli persino accomodare di nascosto dietro i tabelloni pubblicitari per attendere il momento dell'invasione senza essere visti. Per non dire del comportamento dei giocatori, come quel Baiocco che dal primo minuto ha cercato solo di far aumentare la tensione sul campo randellando gli avversari e protestando con disgustosa teatralità, come quell'altro fenomeno di Tedesco, che mentre Perrotta voleva restituire la palla scodellata dall'arbitro in un momento in cui ne erano state mandate due in campo, ha anticipato l'intervento ed è partito palla al piede in area di rigore, come tutti gli altri che chiedevano spudoratamente alla Roma di farli pareggiare, in spregio ad ogni norma sportiva, forti del rancore assetato di sangue delle migliaia di imbarbariti tifosi che premevano sulle vetrate cercando di sfondarle a calci, mentre tutto lo stadio intonava l'inquietante coro «A Roma non ci tornate», perché i giocatori giallorossi non facevano pareggiare la loro squadra, e chissenefrega dell'Empoli che in un punto più tranquillo d'Italia sperava di veder trionfare il merito sportivo. Avesse segnato il 2-0, o non fosse riuscito Martinez a pareggiare, a Catania la giornata sarebbe finita malissimo per la Roma e per chi l'accompagnava, con buona pace della signora Raciti, bellissima nella sua dignità condivisa con pochi altri catanesi civili.A casa i milioni di tifosi della Roma, compresi (se mai avessero avuto l'intenzione di mettersi in viaggio) quelli che per sentirsi eroi accoltellano dalle parti dell'Olimpico universitari e padri di famiglia che vanno allo stadio con l'unica colpa di non amare la Roma. Così al ritorno a schivare gli assalti vendicativi di altri eroi da cento contro uno, stavolta siciliani, sono quelli che per diversi motivi raggiungono il Massimino in taxi magari per lavorare e se non possono provare di essere catanesi doc vanno incontro a brutti quarti d'ora, com'è capitato ieri a qualche giornalista romano aggredito prima della gara. Qualche problema anche per il pullman della Roma, arrivato allo stadio con un vetro rotto a causa di un sasso scagliato da un tifoso catanese nei pressi dello stadio. Per fortuna non succede niente di più grave e alle 15 ogni energia - anche quelle potenzialmente violente, evidenti nelle facce spiritate che si notano persino in tribuna - viene convogliata nella passione per le vicende della squadra di casa: suggestiva la scenografia al fischio d'inzio, sotto l'occhio sonnacchioso dell'Etna, e magma ribollente di tifo rossoblù all'interno dell'impianto, con marcette, palloncini, rotoli di carta, sciarpe, bandiere e un'unica voce a scuotere le fondamenta, perché il Catania deve salvarsi fermando la rincorsa della Roma. Vucinic non è d'accordo e seminando sul campo avversari come birilli fa un tunnel anche all'Etna e deposita in fondo al sacco, scatenando la gioia dei bianchi sul campo e la rabbia a questo punto maldissimulata dei tifosi di casa. Una scintilla successiva tra il montenegrino e Terlizzi fa montare la minaccia: «A mezzanotte, uscite a mezzanotte». Baiocco è un insensato, litiga furiosamente con tutti aizzando di più gli animi, il giallo gli arriva tardivo al 43'. All'intervallo si va con la Roma campione d'Italia, sembra tutto troppo bello per essere vero. Infatti segna l'Inter e per fortuna dell'incolumità di chi deve tornare a Roma pareggia Martinez.Finisco con il dire che l'anno scorso questa squadra sarebbe dovuta esser mandata in serie B solo per quel che hanno fatto i loro tifosi nella sera dell'omicidio di Raciti. Oggi invece, questi barbari ancora vivacchiano in Serie A, e quando si và a giocare in quella città ed in quello stadio, accadono cose che neanche nel Burundi o in Colombia accadono! Laddove non c'è riuscita la Lega, o meglio, non ha voluto la Lega, ossia far sparire Catania, speriamo che ci pensi presto l'Etna!