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Mexes: "Daremo sempre il massimo per alzare altri trofei!"


Contro ogni scaramanzia, la festa era iniziata già a partita in corso, quando Totti, Ferrari e Taddei erano scesi dietro la panchina per prepararsi al cerimoniale di premiazione. Ridacchiava il Capitano, con tutto che il siluro all'incrocio di Pelé aveva già ridato il giusto pathos al finale di gara, vanificando il raddoppio di Perrotta. Una ventina di minuti dopo, a festa in corso, hanno faticato a intervistarlo, circondato da bambini, fotografi e compagni: l'amico preparatore Vito Scala per festeggiare ha strattonato persino Enrico Varriale, non propriamente un tifoso romanista, c'è voluto un buon minutino di allegro caos in diretta nazionale per far partire il collegamento. «Vincere qui in casa è una cosa bellissima - commenta il Capitano - è la prima volta che succede, il nostro pubblico se lo merita. E anche la squadra, per la continuità nell'essere competitivi: abbiamo trovato davanti una squadra appena più forte di noi. Ma poco...». Una squadra che poi ha dovuto fare il corridoio d'onore, mettersi ai lati e stringere la mano ai vincitori: si temeva che ci fossero tensioni dopo l'epilogo del campionato, con relative polemiche a distanza, alla fine sorridevano tutti, persino gli interisti, che forse contavano di venire a fare i protagonisti e invece si sono adattati a fare i complimenti agli altri. Con Toldo su tutti, il più allegro, in mezzo a tanti ex compagni di nazionale, mentre Mancini, almeno una volta, si è dimostrato lungimirante, nell'annunciare già alla vigilia che non avrebbe parlato a prescindere dall'epilogo.Un epilogo che, dopo le strette di mano ad un imbarazzatissimo presidente Napolitano, e la coppa consegnata da Matarrese ad un Totti capitano non giocatore, ha visto Rosella Sensi portata in trionfo sotto la Curva Sud, e Vucinic, quello che teoricamente è ancora mezzo del Lecce, impazzito di gioia correre sulla pista d'atletica al volante della macchinetta che serve a portare la barella fuori dal campo. Non riusciva neppure ad accenderla, si è fatto aiutare, e poi è partito, con a bordo Taddei e ancora Vito Scala: un paio di giri, poi è tornato alla base, non per fermarsi, ma per continuare, questa volta guidando con una mano sola, perché l'altra nel frattempo aveva preso la Coppa. Mexes, quando è stato intervistato dalla Rai, era circondato da bambini in festa, uno spot vivente per il calcio. «Una gioia immensa vedere tutti questi bambini, senza di loro non siamo niente. Daremo il massimo per i nostri tifosi, per alzare ancora altri trofei, ma oggi, la cosa più bella è che non ci sono stati problemi in tribuna. Ho fatto il primo gol della stagione, che era anche l'ultimo, diciamo che ho chiuso bene. La nazionale? Io mi presento all'appuntamento, poi se mi diranno di andare in vacanza ci andrò».In vacanza dopo una stagione strepitosa, come ha rivendicato anche Simone Perrotta, intervistato da Roma Channel. «Il campionato siamo stati a un passo dal vincerlo, in Champions siamo usciti contro i vincitori». La Coppa Italia invece a Trigoria ci è finita, anche grazie a un suo gol. «A momenti lo sbaglio...», chiude ridendo il Campione del Mondo, dopo aver ringraziato la famiglia Sensi («ci da dato tante soddisfazioni») e prima di rituffarsi nei festeggiamenti. Con le magliette celebrative, che pochi secondi dopo il fischio finale tutti i protagonisti avevano già indossato: al posto del nome c'era la data del trionfo, come numero il nove, quello delle Coppe Italia della società giallorossa. La Juventus è stata ripresa, da ieri nessuno ha vinto più della Roma. In attesa che appaia anche la prima stella.