C'è solo l'A.S.Roma!

Siamo noi i più forti e li abbiamo presi a pallonate!


In 1 ora 16 tiri in porta e 2 gol, mentre l'Inter ci mette il doppio del tempo ad arrivare in portaLa rete di Mexes annunciata dallo schema provato poco prima, poi con Philippe non si passa!La sostanziale parità tra Roma e Inter nel riassunto statistico sulla sfida dell'Olimpico di sabato sera che leggete nella tabella pubblicata al fianco è stata determinata dal diverso atteggiamento delle squadra a seconda del risultato che andava via via maturando. Fino al 2-0, per essere più chiari, il canovaccio della sfida è stato lo stesso: Roma attenta ma sempre propositiva, Inter molto passiva e poco coraggiosa. La prova sta tutta nell'analisi delle conclusioni a rete: la squadra giallorossa ha tirato verso la porta di Toldo diciotto volte in totale, costruendo quattro occasioni da gol oltre alle due reti. Ebbene, i due gol, le quattro occasioni e sedici delle diciotto conclusioni sono avvenuti tutti nella prima ora di gioco. La rete sorprendente e bellissima di Pelè, un destro da 25 metri dopo respinta fuori area di un corner, ha all'improvviso ribaltato il vantaggio psicologico tra le squadre in campo. Così la Roma ha abbassato il proprio baricentro a tutto favore degli avversari che a quel punto hanno potuto sostanzialmente disinteressarsi della fase difensiva concentrando tutta la propria attenzione sulle azioni di possesso palla. Così a poco a poco tutti gli indicatori si sono riequilibrati: nell'ultima mezz'ora di gioco, l'Inter ha gestito in larga parte il pallone, ha tirato molto più della Roma (sette volte contro due) e ha persino creato le condizioni per un pareggio (in particolare, con il palo di Burdisso a Doni battuto) che sarebbe stato oggettivamente ingiusto visto il gioco mostrato dalle squadre. Un dato appare significativo: per arrivare al tiro l'Inter ha impiegato mediamente il doppio del tempo della Roma.Una sottolineatura la merita poi il gol di Mexes, tipico esempio di schema studiato in allenamento per colpire l'unico aspetto debole di una riconosciuta forza dell'Inter: la solidità dei difensori sui calci piazzati. Qualsiasi osservatore attento, avrà notato che anche in occasione del precedente corner calciato da Pizarro alla sinistra di Toldo (minuto 27), il difensore francese al momento del tiro del cileno avesse tagliato diagonalmente l'area verso il primo palo provenendo dalla propria metà campo. Ma nella prima occasione la traiettoria l'aveva scavalcato. Nove minuti dopo, invece, l'appuntamento è stato rispettato: nonostante tutti e undici gli interisti presidiassero l'area, Mexes è stato abilissimo a passare alle spalle di Stankovic (che girato verso il vertice sinistro dei propri sedici metri controllava con lo sguardo il piazzamento dei romanisti fuori area) e davanti a Balotelli, che l'ha sostanziamente ignorato, andandosi a piazzare nell'unico spazio vuoto, quello da cui ha scoccato un tiro peraltro difficilissimo eppure precisissimo, con la forza necessaria a prendere di sorpresa Toldo e ad evitare qualsiasi possibilità d'intervento degli altri giocatori. Chiaro il tentativo di Spalletti: loro sono alti, forti e rinculano numerosi, inutile andare a cercare la spizzata nel mezzo, meglio tenere piazzati gli attaccanti e tentare un inserimento a sorpresa nell'unico punto debole, sperando magari nella disattenzione di chi doveva presidiare la zona.Ad ulteriore riconoscimento della straordinaria partita di Mexes, aggiungiamo alcuni riferimenti statistici: il francese ha sommato 17 recuperi effettivi, 5 intercettazioni, 2 recuperi in elevazione, 9 anticipi, ha vinto 2 contrasti e commesso appena 3 falli, rendendosi utile anche in fase di possesso palla (2 assist, 4 passaggi lunghi e 1 filtrante). Se Domenech ritiene davvero di poter rinunciare a un difensore così significa che in Francia ce ne sono sette più bravi di lui. Segnare ai bleus ai prossimi Europei sarà impossibile.