C'è solo l'A.S.Roma!

Soros, oggi è il giorno?


Se il magnate darà l'ok, i suoi uomini sono pronti a partire e a chiudere tutto domani.Nel progetto c'è anche il nuovo stadio, che potrebbe essere intitolato a Franco Sensi!Ci siamo. Oggi si saprà con certezza se George Soros sarà il nuovo proprietario dell'As Roma. Il magnate americano ha visto le carte e conosce perfettamente tutti i termini dell'accordo che è stato trovato tra i suoi advisor (Banca Rotschild e Studio Tonucci in Italia, Inner Circle Sports in America) e Banca Unicredit, che ha preso in mano la situazione una volta ricevuto dai Sensi il segnale della disponibilità a cedere. Deve solo dire se l'affare gli interessa ancora. Il finanziere di origine ungherese dovrebbe pagare 210 milioni ai Sensi (compresa buonuscita) per rilevare il 66% delle azioni del club e poi lanciare l'Opa. Spesa totale, 283 milioni. Obiettivo, togliere la società dalla borsa. E naturalmente farla diventare grande, secondo un piano che fu definito da chi lo vide serio, ambizioso e rispettoso del ruolo fin qui svolto dai Sensi (per Rosella sarebbe pronto un ruolo nel prossimo CdA). Del progetto fanno parte anche lo sviluppo del merchandising, punti vendita e campus per bambini sparsi in tutto il mondo, sponsor tecnico di livello mondiale (la Nike, pronto un contratto da 5 a 10 anni) e naturalmente uno stadio di proprietà. Che potrebbe essere intitolato proprio a Franco Sensi. Soros naturalmente, oltre a tutto questo, conosce anche le prospettive di guadagno dell'operazione. Per questo, nonostante la sua irritazione per quanto accadde lo scorso 17 aprile, quando l'inesistente offerta araba bloccò tutto, e per l'ultimo comunicato di ItalPetroli in cui si ribadisce la volontà di non dismettere asset, i suoi uomini sono ottimisti. Steven Horowitz è pronto, una volta ricevuto l'ok, a prendere il primo aereo per Roma. Come lui, l'avvocato Joe Tacopina, che convinse Soros ad interessarsi all'affare. Tutto si è accelerato dopo la riunione che si è svolta nello studio Lovells di Milano, dove l'avvocato Gian Roberto De Giovanni ha comunicato anche alla Inner Circle la volontà di cedere.I Sensi le hanno provate tutte per rimanere al timone. Alla fine, è stata decisiva l'assenza di un compratore in grado di garantire 130 milioni per rilevare i terreni di Torrevecchia e la rigidità dei revisori dei conti di Pricewaterhouse, non più disposti a certificare il bilancio con riserva, come accaduto per l'ultimo esercizio. Senza queste due condizioni, il piano di rientro del debito (377 milioni) non poteva andare avanti. La strategia era stata concordata a novembre con il CdA di Banca di Roma, inserita nel gruppo Capitalia prima e in Unicredit dopo la fusione tra i due istituti. Anche questo passaggio è stato decisivo, perché la banca guidata da Alessandro Profumo non solo ha fatto subito capire di non vedere di buon occhio quel piano (che è sempre stato in vigore e tale va considerato finché non si verifica uno degli event of default ), ma ha anche deciso di non avere più partecipazioni in società sportive. E allora, con la vendita dell'As Roma Unicredit coglierebbe due piccioni con una fava: rientrare di buona parte del debito dei Sensi e avere un pensiero "sportivo" in meno.I pensieri in casa Roma ora sono tutti su quella che sarà la decisione di George Soros. Che arriverà oggi (il titolo in borsa potrebbe addirittura essere sospeso in partenza), per chiudere domani. Se si convincesse definitivamente, il magnate troverebbe una realtà tecnica di primo livello e non a caso è intenzionato a confermare gran parte dello staff. D'altronde, si parte da una Coppa Italia vinta. «Dico grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini in questi anni» ha detto Rosella Sensi alla fine. Un congedo? Oggi la risposta.