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Perrotta: "Inter avvantaggiata. I Sensi sono una garanzia"


«Noi e l'Inter siamo allo stesso livello. Loro sono stati solo fortunati in alcuni momenti, quando facevano più fatica. E hanno vinto gare che potevano perdere». Così Simone Perrotta in una intervista nell'ultimo numero de Il Guerin Sportivo , in edicola oggi. Diplomatico Simone, che poi però spiega meglio il suo concetto di "fortuna" quando gli si chiede se il campionato appena terminato è stato falsato. «De Rossi ha usato parole forti, però ci sono state situazioni che mi hanno lasciato perplesso. Mi riferisco alle partite in cui l'Inter è stata fortunata. Beh, lo è stata anche nelle decisioni arbitrali. Un vantaggio, questo, che non non abbiamo avuto». Due gli episodi chiave per lui. Quelli della partita di San Siro col Parma e lo scontro diretto sempre al Meazza: «Si era visto nettamente che Crespo non era stato toccato. Se avessimo vinto quel duello, non so come sarebbe andata a finire». Giura fedeltà alla Roma, Perrotta, che sul futuro societario non si sbilancia: «I Sensi sono una garanzia. Quando arrivai quattro anni fa, trovai una società allo sbando. Ora è sanissima. Paga lo stipendio ogni primo del mese. In questo momento non è giusto schierarsi, però sui Sensi si potrà sempre contare. E comunque vada, cadremo in piedi». Poi il suo prossimo obiettivo: «Vincere l'Europeo, sperando in primis di fare parte della spedizione…».Già, perché non è ancora sicuro di poter andare in Austria e Svizzera. Colpa di quel dolore al polpaccio sentito al 90esimo della finale di Coppa Italia. «Sto bene» ha detto ieri lui a Coverciano a tutti quelli che temevano che il suo Europeo fosse terminato ancor prima di iniziare. Non era stato un colpo, ma una sensazione dolorosa molto vicino al ginocchio, come spiegato ieri dal dottor Brozzi intervenuto a Radio Anch'io lo Sport : «Sono fiducioso - ha detto - già domenica Simone aveva risposto bene al primo trattamento e stava molto meglio. Sono stato con lui fino a tardi e si sentiva già decisamente meglio rispetto a sabato. In partita abbiamo deciso di farlo uscire, anche precauzionalmente, perchè quello è un punto ostico. Poteva essere una sensazione per crampi molto forti, ma anche altro». E' quel «potrebbe essere anche altro» che ancora non permette a Perrotta di essere completamente tranquillo. Anche perché sul definitivo inserimento del centrocampista giallorosso nella lista dei 23 pesa la decisione che Roberto Donadoni dovrà prendere domani sul giocatore di troppo, il 24esimo, quello che verrà lasciato a casa. In condizioni normali non avrebbe minimamente rischiato l'esclusione, ma adesso lo staff azzurro vuole avere il quadro clinico esatto prima di prendere la decisione. E' per questo che ieri erano in programma degli accertamenti per escludere conseguenze serie dell'infortunio. All'ultimo istante però si è deciso di spostare a questa mattina le analisi. Se, come sembra, dovessero dare esito negativo confermando che Perrotta sarà presto completamente ristabilito, Donadoni avrebbe 24 ore per scegliere il "tagliato". Si è fatta avanti anche l'ipotesi che a "saltare" possa essere un attaccante. Ma chi? Non Toni (che ieri ha festeggiato il 31esimo compleanno con un desiderio: entrare nella storia vincendo anche l'Europeo), probabilmente neppure Borriello, che è la sua alternativa naturale. Stesso discorso per Di Natale e Quagliarella due uomini da sempre nel gruppo di Donadoni. Resterebbero Del Piero e Cassano che per un motivo o per l'altro è assai difficile che possano essere rispediti a casa. E allora il maggiore indiziato torna ad essere Riccardo Montolivo. Domani sapremo. Sapremo anche i numeri di maglia scelti dagli azzurri e chi indosserà la numero 10 lasciata in eredità da Totti. Ieri prime indicazioni sul modulo: Donadoni ha provato il 4-3-3 e alla partitella hanno preso parte tutti i romanisti, compresi Aquilani e De Rossi che avevano saltato la seduta mattutina. Doppio allenamento, invece, per Panucci che ieri a Sky ha ripercorso le tappe della stagione giallorossa. Dalla sfida con l'Inter: «Non avendo avuto aiutini, essere arrivati a un punto è un motivo di grande soddisfazione. Nella mia carriera è lo scudetto che avrei voluto di più. Ma me lo porto dentro come se lo avessi vinto». Alla cavalcata in Champions: «Per il secondo anno consecutivo siamo tra le prime otto d'Europa. Ora non vogliamo confermarci, ma migliorarci. Quindi abbiate paura della Roma». E gli Europei? «Spero di andare in vacanza da campione d'Europa».