C'è solo l'A.S.Roma!

Ora indaga la Consob


Anche il mercato ha smesso di credere alla possibilità, ormai inesistente, che George Soros possa diventar il nuovo proprietario della Roma. Dopo il rialzo-record dell’altro ieri (+17,11%), il titolo è calato del 12,92%, chiudendo a un prezzo di 1,34 euro, seppur con scambi ancora sostenuti (6.241.370 i pezzi passati di mano). Una simile oscillazione, l’ennesima degli ultimi mesi, ha spinto la Consob a muoversi ancora, dopo che già lo scorso 21 aprile convocò l’amministratore delegato Rosella Sensi e la responsabile di pianificazione, controllo e affari societari della società Cristina Mazzoleni per chiedere conto delle eventuali trattative in corso per la cessione della società. Da quel giorno cominciarono ad infittirsi i comunicati di smentita delle notizie riportate da tutti gli organi di stampa. E ora la Commissione guidata da Lamberto Cardia vuole far luce sulle continue divergenze fra le notizie di stampa e le comunicazioni finanziarie della società giallorossa e della controllante Italpetroli. Inoltre, all’inizio della prossima settimana molto probabilmente potrebbe esserci una nuova convocazione per la Sensi e per la Mazzoleni.La giornata di ieri non ha fatto registrare particolari novità. L’avvocato Tacopina, l’uomo che favorì l’interessamento di Soros per l’operazione, è giunto in Italia ma nella giornata di ieri non si è occupato di Roma, essendo stato impegnato tutto il giorno in un meeting. Banca Rotschild e lo Studio Tonucci, gli advisor italiani di Soros, non hanno ancora ricevuto il "rompete le righe" dalla Inner Circle Sports (ma la comunicazione del no di Soros è arrivata alla Roma), che sta disperatamente cercando un nuovo possibile compratore per non mandare il fumo il lavoro e gli investimenti fatti. Il primo nome che viene in mente è quello di John J. Fisher, uno dei leader mondiali dell’abbigliamento casual, con i marchi “Gap” e “Banana Republic”, il cui interessamento risale a luglio 2007. Ma al momento un rientro in gioco dell’imprenditore, che peraltro come mediatore aveva scelto il gruppo Wasserman Media, è molto meno di un’ipotesi.La realtà è che non c’è un compratore, cioè ciò di cui tutti hanno bisogno. Oltre a Inner Circle Sports, anche Banca Unicredit, che deve rientrare di 377 milioni di euro, e i Sensi, che non sono in grado di attuare il piano di risanamento. Se non dovessero ottenere la certificazione del bilancio della ItalPetroli da parte dei revisori dei conti entro il 30 giugno, salterebbe tutto e bisognerebbe rifarne un altro, magari più dilazionato nel tempo rispetto a quello sottoscritto a novembre dal CdA di Banca di Roma e tuttora in vigore. Ma anche superato questo scoglio, a settembre Unicredit dovrà dare dei mandati obbligatori per ricavare 130 milioni dalla vendita dei terreni di Torrevecchia, non ancora edificabili, anche loro alla ricerca di un compratore. E la Roma? Andrà avanti con le proprie forze, come ha dimostrato di saper fare negli ultimi anni. Perché non c’è più nessuno disposto a pagare 283 milioni (di cui 210 ai Sensi) per rilevarla.