C'è solo l'A.S.Roma!

Tacopina porta il boom in Borsa


L'avvocato sbarca a Fiumicino, si fa fotografare con la sciarpa giallorossa e il titolo guadagna quasi il 15%. Ma è in Italia solo per motivi personali e non rappresenta Soros. Intanto negli Stati Uniti se ne continua a parlare. Il "Daily News" smentisce il "New York Post", ma il "Brooklyn Daily Eagle" rilancia: «Entro fine settimana si chiude».Sono le 5.50 quando Joe Tacopina, maglia blu, jeans e occhiali da sole, sbarca all'aeroporto di Fiumicino da un volo Alitalia, partito mercoledì sera da New York. È un arrivo annunciato. Due giorni fa il New York Post aveva addirittura parlato di «viaggio risolutivo», con il legale italo-americano pronto a chiudere l'affare per l'acquisto della AS Roma per conto del magnate Usa George Soros. E la notizia aveva immediatamente fatto il giro del mondo. In Italia era arrivata quasi subito, trovando credito e spazio nella home page dei principali siti (giallorossi e non) e soprattutto nelle prime pagine di tanti quotidiani, nonostante i dubbi sull'attendibilità della versione fornita dal quotidiano statunitense e l'ennesimo comunicato di smentita dell'AS Roma.Così, quando all'alba Tacopina arriva a Fiumicino, accompagnato da una persona, trova ad attenderlo alcuni fotografi. E si lascia immortalare con una sciarpetta della Roma tra le mani. L'effetto è assicurato, anche a Piazza Affari. All'apertura della Borsa passano immediatamente di mano oltre un milione di azioni giallorosse (1.066.200). Dopo due giorni di ribasso (solo mercoledì -10,89%), il titolo torna a salire vertiginosamente. E viene subito sospeso per eccesso di rialzo. Ricompare nel listino di Piazza Affari soltanto in tarda mattinata. E chiude a +14,71%, con 12.497.399 azioni scambiate. L'ennesimo "balzo" non sarà passato inosservato negli uffici della Consob, l'organo di controllo e di vigilanza del mercato borsistico che da giorni indaga sulle anomale fluttuazioni del titolo AS Roma. Certo è che Tacopina ha lasciato il segno, anche se il suo arrivo nella Capitale è legato a motivi personali e non ha alcun nesso con l'acquisto della società di proprietà della famiglia Sensi.Negli Usa, intanto, la questione Soros-Tacopina-Roma trova spazio sulle pagine di numerosi quotidiani. Non c'è, però, un'interpretazione univoca della vicenda. Anzi, il Daily News , smentisce categoricamente ciò che solo ventiquattro ore prima aveva scritto il New York Post : «Il miliardario George Soros non sta comprando l'AS Roma». Poche parole, chiarissime: «In un certo periodo il Soros Fund Management si è interessato realmente alla società giallorossa - scrive il quotidiano, che cita una fonte vicina al magnate statunitense - Ma come segue centinaia di altri affari. Alla fine, comunque, ha deciso di lasciar perdere. A questa cosa non ci pensa più». Tutto chiarito? Assolutamente no, perché nelle stesse ore il New York Post ribadisce quanto già scritto: «Tacopina chiuderà l'affare entro pochi giorni, salvo imprevisti». Versione ripresa anche dal Brooklyn Daily Eagle , giornale del quartiere natale di Tacopina: «Il contratto si farà entro la settimana».In realtà George Soros si è già tirato fuori. Lo aveva fatto in primo luogo il 17 aprile, quando tutto era pronto per il passaggio di proprietà, ma l'operazione saltò per una inesistente offerta araba. Ha ribadito il suo no due volte, venerdì scorso e lunedì, nel momento in cui i Sensi avevano deciso di vendere. La situazione, dunque, non muta. ItalPetroli, controllante di AS Roma, ha un debito pari a 377 milioni di euro. Esiste un piano di rientro, tuttora valido. Ma per evitare che salti è necessario ricavare 130 milioni entro il 15 settembre. Soldi che dovrebbero arrivare dalla cessione di asset non strategici (soprattutto i terreni di Torrevecchia), per i quali, però, non ci sono attualmente compratori. Entro il 30 giugno, poi, ItalPetroli deve ottenere la certificazione del bilancio da parte dei revisori dei conti, che già lo scorso anno lo approvarono con riserva. Un atto, quest'ultimo, indispensabile per accedere alla seconda fase del piano di risanamento, eppure tutt'altro che scontato. Per l'AS Roma, quindi, è in arrivo un mese difficile quanto delicato. E la Inner Circle Sports, l'intermediario che ha seguito la vicenda Soros, si ritrova a dover buttare un anno di lavoro e un investimento che supera il milione di euro, a meno che non trovi un altro compratore. Niente rose che fioriscono, insomma. Soltanto un enorme punto interrogativo.