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Pradè: "Aquilani incedibile"


«Alberto non lo abbiamo mai ritenuto cedibile, è considerato uno dei tasselli importanti per la squadra di oggi e del futuro». A parlare è il direttore sportivo giallorosso Daniele Pradè, con un comunicato apparso nel pomeriggio di ieri sul sito ufficiale della società. Il soggetto è Alberto Aquilani. Ieri è stata una giornata importante per il futuro giallorosso del Principino , impegnato in Austria con la Nazionale di Donadoni. A mille chilometri di distanza dal ritiro azzurro però c'era un altro Aquilani, Claudio, papà e procuratore di Alberto, che ne curava gli interessi. L'incontro con il ds giallorosso e con Bruno Conti è stato, per dirla con le parole di Pradè «basato sui solidi rapporti costruiti negli anni, dall'inizio della carriera di Alberto nel nostro settore giovanile, con la ferma volontà da parte della società di proseguire il rapporto con il calciatore». L'incontro, durato circa un'ora, è servito per riallacciare i rapporti tra la società il giocatore riguardo al rinnovo contrattuale e per fissare alcuni punti su cui lavorare la prossima volta. Che sarà a Europeo concluso e alla presenza di Franco Zavaglia, ex procuratore di Aquilani e ora "consulente" del calciatore. «Ora Alberto - ha concluso Pradè - dovrà trascorrere un periodo di tranquillità e concentrarsi per l'impegno europeo con la Nazionale. Quando rientrerà ci ritroveremo e continueremo il dialogo con il padre e col signor Franco Zavaglia per approfondire gli aspetti contrattuali».Tutto risolto, quindi? Non proprio. Perché se è vero che la Roma ha ribadito l'incedibilità del giocatore e che non sono mai arrivate offerte per lui, e che Aquilani senior ha rassicurato la società sul fatto che Alberto non ha nessuna intenzione di utilizzare l'ormai famoso articolo 17 della Fifa che gli consentirebbe di liberarsi ad un prezzo prestabilito per trasferirsi all'estero, è altrettanto vero che la distanza economica è ancora tanta. Alberto vorrebbe un trattamento da top player al limite del tetto d'ingaggio di 2.5 milioni netti a stagione imposto dalla società. Cifra che percepisce Mexes e che era stata offerta a Mancini e che il brasiliano ha rifiutato. Alberto chiederà 2.4 milioni netti a stagione per cinque anni, con un ingaggio a salire di duecentomila euro ogni anno. La società proverà ad accontentarlo, in un modo o nell'altro. Che significa che nel suo contratto saranno inseriti, come è successo ultimamente per Cicinho, Doni, Juan, Giuly, dei premi legati alle presenze e al raggiungimento di determinati risultati sportivi. Un escamotage utile alla società anche per mantenere inalterati gli equilibri interni allo spogliatoio. Possibile quindi che l'offerta della società si aggirerà intorno a 1.7 milioni netti a stagione (Alberto l'ultima volta ha rifiutato 1.5 milioni) a salire per cinque stagioni per finire, con i premi, più o meno alla cifra richiesta da Aquilani. Su queste basi si lavorerà e si cercherà di arrivare ad una felice conclusione della trattativa affinché, per utilizzare le parole del direttore sportivo romanista «Alberto continui a vestire la maglia giallorossa».