C'è solo l'A.S.Roma!

La soluzione è l'Italia romanista, ma Crisantemo non la farà


La soluzione sarebbe lì, pronta, a portata di mano. Con qualche decisa iniezione di romanismo, il confusionario ct di questa nazionale si ritroverebbe una squadra completamente diversa, sicura, orgogliosa, tatticamente equilibrata, tecnicamente sopraffina, atleticamente perfetta. Basterebbe scegliere il sistema di Spalletti, quel 4-2-3-1 con cui l'Olanda ci ha dato quella lezione di gioco, e gli uomini con più cura: così davanti ad una linea difensiva che potrebbe disporsi con Zambrotta, Panucci (o Gamberini), Chiellini e Grosso, i due centrali potrebbero essere De Rossi e Pirlo (o Aquilani), i trequartisti potrebbero essere Camoranesi a destra, Cassano a sinistra e Perrotta nel mezzo (con l'inserimento di Del Piero nei frangenti in cui si deve forzare un risultato) e davanti resterebbe totem Toni. Fuori, rispetto alla disastrosa prestazione con l'Olanda, resterebbero Barzagli, Materazzi, Gattuso, Ambrosini e, per colpe non sue, Di Natale. In campo ci sarebbe una squadra compatta in fase difensiva, con nove uomini pronti a ripiegare, e vivacissima in fase offensiva, con molteplici soluzioni d'attacco, ora la profondità con Cassano, ora l'aggiramento laterale per Toni, ora l'inserimento di Perrotta, ora le conclusioni da fuori di Pirlo e De Rossi, ora i tagli dagli esterni, ora le sovrapposizioni di Zambrotta e Grosso, ora le soluzioni acrobatiche su palla da fermo con Panucci, Chiellini, De Rossi e Toni. Troppo facile? Troppo romanista, forse, per il ct.Purtroppo la soluzione su cui sta lavorando Donadoni è un'altra. E prevede l'adozione di un altro sistema di gioco, l'ennesimo: il 4-3-1-2, con una difesa che sarà quella appena invocata, magari con la prova d'appello concessa a Materazzi o a Barzagli al posto di Panucci (anche per non sconfessare la dichiarazione di qualche giorno fa su Panucci chiamato come esterno), un centrocampo innervato dall'inserimento di De Rossi (a scapito di uno tra Ambrosini e Gattuso), Camoranesi nel ruolo poco sperimentato di trequartista e l'inserimento a furor di popolo (torinese) di Del Piero al fianco di Toni. A star fuori sarebbero quindi Panucci, più l'altro centrale difensivo sacrificato, più il milanista sacrificato più Di Natale. Quattro cambi: non una rivoluzione ma quasi. In ogni caso Donadoni darebbe ragione alle critiche anche le più feroci (e allora che senso bisogna dare ai sorrisetti ironici di ieri di fronte all'incalzare delle domande meno compiacenti?), ma probabilmente non risolverà definitivamente alcuni problemi: perché senza esterni saranno quelli bassi a dover spingere, sbilanciando la squadra in una partita in cui sarà fondamentale non subire reti, perché non si risolve l'equivoco della posizione intermedia di Pirlo (che soffre la riduzione degli spazi d'azione), perché metterebbe fuori ruolo Camoranesi e perché assegnerebbe la maggior parte delle responsabilità su Del Piero, uno che comunque la si veda non ha passo e brillantezza per novanta minuti. E la nazionale virerebbe decisamente in bianconero: quattro juventini contro un romanista. Ma chi è arrivato dieci punti sotto?