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Spalletti: "Danielino, che orgoglio!"


«Una telefonata, più di un sms, gliela farò certamente con grande piacere. Se uno dei miei ragazzi fa bene è motivo di orgoglio e De Rossi in questi tre anni ha dato tanto sia alla Roma sia al nostro rapporto». Luciano Spalletti, nel consueto appuntamento con l'analisi tattica di misterperoni.it , parla di Danielino De Rossi come di un figliolo. Un figliolo che va bene a scuola, che si merita una pacca sulla spalla dal papà. Ma che, chissà perché, il maestro ha tenuto per ora fuori dalla recita di fine anno. Capitan Futuro a parte, Spalletti crede nella forza dell'Italia: «Si riparte con un gruppo unito e consapevole della propria forza. Si guarda avanti, all'avversario da incontrare, coscienti che le possibilità per superare il turno dipendono da ciò che metteranno in campo gli azzurri». Anche il tecnico romanista è convinto che Donadoni rivoluzionerà qualcosa: «Più che ad un cambiamento tattico, penso a qualche sostituzione. Saranno le caratteristiche dei calciatori inseriti a determinare dei cambiamenti naturali nei comportamenti della squadra. La partita di martedì è stata dispendiosa, soprattutto a centrocampo. Ma credo che la differenza reale dovremo andare a cercarla nell'atteggiamento di squadra. L'eventuale utilizzo di Del Piero può aiutare la fantasia e la finalizzazione del reparto offensivo. In questo senso, Donadoni cercherà di ottenere qualcosa di più dalla squadra.Quale dovrà essere l'atteggiamento giusto? «Immagino che l'Italia voglia fare la partita, nel senso che assumerà l'iniziativa aggredendo, compatta, ricercando la vittoria. È possibile che il nostro centrocampo abbia più tempo per pensare. Ma, quando gli spazi cominceranno a farsi stretti, e i romeni sono bravi a stare uniti, i nostri dovranno stare attenti a prevenire le ripartenze avversarie, a non perdere gli equilibri di squadra. La voglia di vittoria non deve farci perdere le nostre caratteristiche. Se una squadra decide di attendere vuol dire che è consapevole della propria capacità di ribaltare l'azione. Vista la Romania contro la Francia, a questo dobbiamo stare attenti. Chivu, per il suo passato a Roma, lo conosco bene. È un grande calciatore. Ma è anche nel collettivo, e non solo nelle individualità, che la Romania ha la forza principale». Se dovesse puntare su un azzurro, su un uomo-gara, Spalletti su chi scommetterebbe? Luciano non ha dubbi: «Su Toni. Mi aspetto l'Italia Campione del Mondo che ha non una sola, ma tante facce: quelle facce coraggiose e decise di chi accetta la sfida».