C'è solo l'A.S.Roma!

Grosso alla Roma solo in cambio di Amantino


L'agente di Fabio Grosso: «Il Lione lo vende solo così». Costò 7.5 mln, con un conguaglio si può fare
E se l'esterno di cui ha bisogno la Roma arrivasse sì dalla Francia, come Mathieu, ma avesse il passaporto italiano, che più italiano non si può? A Trigoria un giocatore che piace, e anche tanto, è Fabio Grosso. Vecchio pallino di Spalletti e Pradè è stato più di una volta vicino a vestire la maglia giallorossa, senza riuscirci mai. L'ultima, la scorsa estate, quando dopo la rottura con l'Inter e con Mancini, la soluzione Roma sembrava di nuovo possibile. Poi arrivò il Lione, il presidente Aulas staccò un assegno da 7 milioni e mezzo, e Fabio si trasferì allo Stade de Gerland. Ancora una volta niente Olimpico. Una stagione, quella a Lione, iniziata dal punto di vista personale con qualche difficoltà e finita in trionfo, con la conquista del settimo titolo consecutivo, della Coppa di Francia e culminata con la convocazione per gli Europei. Nel grigiore dimostrato fin qui dall'Italia di Donadoni, l'esterno nato a Roma è una delle (poche) note positive. Logico quindi che la Roma sia tornata a pensare a lui come esterno sinistro basso, unico ruolo nel quale manca un doppio visto che Spalletti ha a disposizione il solo Tonetto. Il problema, non da poco, è che il Lione non ha nessuna intenzione di privarsene e ha già rifiutato un'offerta della Juventus. La Roma però ha dalla sua un'arma che a Torino non hanno, e che risponde al nome di Alessandro Faiohle Amantino. Mancini è infatti un vecchio pallino del presidente Aulas, che la scora estate arrivò ad offrire più di 20 milioni di euro per averlo e che non ha ancora rinunciato del tutto all'idea di portarlo a Lione nonostante l'Inter e il Barcellona. «Il Lione ritiene Fabio incedibile - le parole del suo procuratore Danilo Caravello - e non c'è assolutamente nessuna trattativa in corso con la Roma. Certo però che se la società giallorossa si presentasse al Lione offrendo Mancini, credo che la situazione si potrebbe sbloccare in un attimo. Se il Lione trovasse un accordo con la Roma per noi non ci sarebbero problemi. Roma è una destinazione assolutamente gradita». La valutazione che il Lione fa del giocatore si aggira intorno ai 10 milioni, cifra comunque destinata a scendere se immaginata all'interno di un'operazione più ampia che coinvolgerebbe anche Amantino. Anche l'ingaggio non sarebbe un problema insormontabile, nel senso che Grosso guadagna a Lione 2.4 milioni, una cifra appena al di sotto del tetto imposto dalla Roma e sulla quale si potrebbe lavorare inserendo, come è ormai prassi consolidata a Trigoria, alcuni premi.Un affare possibile, insomma, ma dipende soprattutto dalla volontà che la Roma ha di prendere il giocatore. Già in passato alcuni tenntennamenti furono fatali, ma in quel caso il mancato arrivo di Grosso non dipese direttamente dalla società giallorossa. I primi sondaggi da parte della Roma ci furono nel gennaio del 2006, con il mercato ancora bloccato per il caso-Mexes. Grosso, che all'epoca giocava a Palermo, aveva dimostrato di gradire. In quel periodo l'Inter era concentrata soprattutto su Maxwell e Maicon, ed ancora non pensava a lui. La Roma invece ci pensava, ed ha continuato a pensarci fino a fine stagione, quando ci furono nuovi contatti sia con il giocatore sia con il Palermo. Ed è proprio qui che la trattativa si bloccò. I non buoni rapporti con Zamparini, testimoniati poi anche da come si risolse la comproprietà di Bovo, non facilitarono le cose. Il Palermo chiese contanti, tanti, troppi per la Roma di allora. A quel punto intervenne Moratti che chiuse con 4.5 milioni più l'argentino Dellafiore, bruciando la Roma. Oggi però le cose potrebbero andare diversamente.